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Home - In evidenza - Stellantis, sindacati: ok confronto per l’accordo, ma serve garantire l’occupazione

Stellantis, sindacati: ok confronto per l’accordo, ma serve garantire l’occupazione

6 Dicembre 2023
in In evidenza, Notizie del giorno
Stellantis trasferisce settanta operai da Melfi a Pomigliano

Il tavolo permanente sull’automotive, dopo la prima riunione di oggi si riunirà nuovamente “entro il mese di gennaio 2024”. Lo si legge in una nota del Mimit dopo l’incontro di oggi. “L`attività del Tavolo permanente proseguirà ora articolandosi in 5 gruppi di lavoro: sul Mercato (incentivi, future evoluzioni) a guida MIMIT, sulla Competitività (efficientamento, energia, ecc.) a guida Regioni, sulla Componentistica a guida ANFIA, su Lavoro e competenze a guida delle organizzazioni sindacali e, infine, su R&S e centri di ingegneria a guida MIMIT” si legge ancora.

“La Fiom è disponibile al confronto volto al raggiungimento di un accordo per la transizione tra Governo, Stellantis, Regioni e organizzazioni sindacali ma le condizioni devono essere chiare e i finanziamenti pubblici, dichiarati dal Mimit con il fondo per l`automotive di 6 miliardi e altre risorse europee, devono essere vincolati a garantire la produzione in tutti gli stabilimenti, la ricerca e sviluppo e l’occupazione, anche a supporto dell’intera filiera della componentistica. Se non ci saranno le condizioni, ci troveremo all’opposizione di qualsiasi scelta che non risponde alle nostre richieste”. A sottolinearlo sono Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità.

Stellantis “ha aperto alla possibilità di arrivare a produrre in Italia un milione di veicoli. Ma per la Fiom l`obiettivo da raggiungere è di un milione di autovetture e non meno di 300 mila veicoli commerciali leggeri, da verificare nel concreto, visto che le lavoratrici e i lavoratori di quasi tutti gli stabilimenti sono in cassa integrazione. Le risorse pubbliche devono essere destinate anche per attrarre nuovi produttori”.

E ancora: “abbiamo la necessità di confrontarci per verificare gli investimenti di Stellantis dal momento che dal 2014 ad oggi abbiamo perso più 11.500 lavoratori. Quindi rimane aperta la domanda: Stellantis investe o chiude? Se investe faremo un accordo se chiude difenderemo il lavoro”.

Per il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, è un bene l’avvio del tavolo, ora bisogna “renderlo operativo e concreto per sviluppo e occupazione”. E capire “quali e quanti nuovi modelli saranno prodotti” in Italia.

In apertura il ministro Urso “ha dichiarato – ha spiegato la Fim – come dal tavolo dell`automotive odierno possa rappresentare un punto di svolta per il settore, è la prima volta che mettiamo insieme tutti gli attori della filiera dell`auto. In Italia – ha sottolineato il Ministro – più che in altri paesi europei c`è stata una riduzione della produzione di auto, per questo puntiamo a raggiungere l`obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti in Italia, sottolineando però, come oggi la gran parte degli 8 miliardi stanziati ( ne restano 6) per gli incentivi per l`acquisto di nuove auto, sono andati ad auto prodotte all`estero di nuove auto viene utilizzato per l`acquisto di auto non prodotte in Italia, va trovato un correttivo. Il Ministro ha anche sottolineato la necessità di sostenere la transizione della significativa e importante filiera della componentistica dell`automotive, che come ha ricordato il presidente dell`Anfia Vavassori vale oggi l`80% del valore dell`auto. Urso ha poi ricordato come i Ministri dello Sviluppo Economico di Italia, Francia e Germania abbiano sottoscritto un accordo sulle tecnologie abilitanti a metà gennaio ci sarà un nuovo incontro a Parigi per definire le strategie per l`autonomia per le tecnologie green in Europa per il settore dell`auto”.

Il ministro “ha annuciato 13 miliardi di euro su piano transizione industria 5.0 e 2 miliardi da destinare alla tecnologia green che in parte possono essere in parte insieme ai 27 mld del Pnrr per la transizione green del settore”.

Per quanto riguarda Stellantis, “Mele responsabile area Emea del Gruppo, ha dichiarato come gli impegni di Stellantis in Italia sono tutti confermati, come pure l`obiettivo di raggiungere un milione di auto. Ha poi precisato come sia necessario agire sulle normative (euro 7), sostenere l`acquisto delle auto elettriche, sviluppo della rete di ricarica. Ha anche sottolineato la minaccia delle produzioni cinesi relativa ai costi, chiedendo di agire su energia, riduzione dei costi legati alla manodopera e incentivare la formazione professionale. Su Pomigliano ha detto che Panda non riteniamo che sia in contrapposizione con quella che verrà prodotta in Serbia”.

Uliano ha sottolineato l`importanza di aver finalmente convocato un tavolo di settore con il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera dell`auto. Per affrontare le transizioni in atto nel settore è importante indirizzare in maniera precisa gli investimenti; “certo” ha detto Uliano “siamo tutti d`accordo sugli obiettivi di aumento della produzione, ma sia ben chiaro che se parliamo di 1 milione di veicoli, la produzione deve aumentare di un terzo, se si tratta di un milione di auto questo significa oggi raddoppiare la produzione”. “Per quanto riguarda ciascun sito produttivo, la discussione dovrà riguardare, non tanto l`italianità dei brand Stellantis, quanto quali e quanti nuovi modelli saranno prodotti nel paese. Oggi il gruppo è una multinazionale che produce già in Italia marchi come Jeep, Dodge, e in futuro anche DS e Opel, se su alcuni stabilimenti abbiamo delle missioni produttive certe come quello di Melfi, su altri siti c`è la necessità di fare un approfondimento e definire nuovi modelli e i tempi di partenza. Per questo a nostro avviso serve una discussione sulla saturazione degli stabilimenti, sui modelli che in futuro saranno prodotti e su come aumenteranno volumi e investimenti in R&S”.

Per quanto riguarda i 6 miliardi rimasti (rispetto agli 8 mld che costituivano il fondo dell`auto),” essi devono essere usati non solo per l`acquisto, ma per investire sull`offerta, sull`industria e sulla filiera della componentistica, che altrimenti rischierebbe di addandonare l`Italia o di avere un forte ridimensionamento. La discussione aperta oggi dovrà proseguire con la convocazione di tavoli operativi e concreti per creare le condizioni di sviluppo e di crescita dei volumi produttivi e occupazionali, per i stabilimenti Stellantis in Italia e per il settore della componentistica”.

In conclusione il ministero ha annuciato l`avvio di cinque tavoli di lavoro presidiati dal ministero rispettivamente: uno sulle produzioni e in particolare su come utilizzare i sei miliardi di risorse del fondo automotive; un secondo tavolo sulla componentistica, efficientamento produttivo, energia e logistica; un terzo su sivluppo e innovazione del settore; uno sulla componentistica e infine uno su occupazione e formazione. I tavoli verranno convocati già dal mese di dicembre.

Per il leader della Uilm, Rocco Palombella, “è un piano ambizioso che è quello di produrre un milione di veicoli. E noi abbiamo chiesto questo piano ambizioso come si concilia con la cassa integrazione e la prospettiva di tutti gli stabilimenti. Su questo nessuno ci ha risposto. Noi vogliamo sì porci questo obiettivo, ma vogliamo porre l’obiettivo della piena occupazione di tutti i lavoratori e la funzionalità di tutti gli stabilimenti”, ha aggiunto Palombella. Secondo il numero uno della Uilm, il fatto che si sia insediato un tavolo è “positivo, ma adesso bisogna verificare effettivamente quali sono le posizioni che assumerà Stellantis sul tema della transizione”.

“Con i nuovi lanci  e includendo i veicoli commerciali, – sottolinea Palombella e Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto – l`obiettivo di un milione di vetture è alla portata, giacché già quest`anno la produzione complessiva di Stellantis dovrebbe attestarsi fra 700 e 800 mila veicoli. Ma noi chiediamo che si passi dalle dichiarazioni di principio ai fatti concreti, confrontandoci stabilimento per stabilimento a partire dal caso più urgente di Termoli. Speriamo che il passaggio alla operatività possa essere favorita dalla suddivisione dei lavori in cinque tavoli tecnici, dedicati rispettivamente a volumi e produzione, a competitività e efficientamento produttivo, a ricerca e innovazione, a supply chain e componentistica, a occupazione e formazione”. Lo dichiarano Rocco

“Condividiamo l`approccio del Governo – proseguono Palombella e Ficco – alle politiche europee sulla transizione all`elettrico, caratterizzato da maggiore pragmatismo e minor furore ideologico. La Cina, che si badi è più avanti di noi sulle auto elettriche, sta adoperando il metodo di `tastare le pietre mentre si guada il fiume`, vale a dire di progredire gradualmente alla luce dei risultati conseguiti in concreto; in UE prevale invece l`illusione del progresso per decreto, che pensa di risolvere i problemi a suon di divieti e di obiettivi astratti. La posizione del Governo italiano ha già aperto qualche breccia in sede europea, ad esempio sullo standard di motore euro 7, ma speriamo che risultati più rilevanti possano essere conseguiti nel prossimo futuro, ad iniziare dalla affermazione del principio di parità tecnologica che ci deve portare a misurare le ricadute inquinanti durante intero ciclo di vita dei prodotti e non solo nella fase di circolazione”.

“Quanto al rilancio della produzione nazionale, in sede sindacale – spiegano Palombella e Ficco – abbiamo già raggiunto l`obiettivo di definire una missione industriale per tutti gli stabilimenti italiani, da ultimo con i cinque modelli di Melfi, con la piattaforma Large di Cassino e con Il Green Campus a la Unità di economia circolare di Torino, ma speriamo che il tavolo ministeriale possa aiutarci a migliorare o comunque a chiarire alcuni aspetti importanti del piano industriale. In particolare il contributo del Governo può essere decisivo per garantire la piena tutela occupazionale per i lavoratori di Termoli coinvolti nella riconversione da fabbrica di motori in fabbrica di batterie, tanto più che si tratta di un progetto supportato con ingenti contributi pubblici. Più in generale chiediamo di confrontarci stabilimento per stabilimento, compresi gli enti di ricerca e di amministrazione, per conseguire obiettivi concreti. L`obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti in Italia a ben vedere è alla portata, specie se si includono i circa 250 mila veicoli commerciali leggeri prodotti ad Atessa e se si considera che la produzione complessiva di Stellantis già quest`anno dovrebbe essere in netta ripresa grazie ai nuovi lanci ed alla fine della crisi degli approvvigionamenti di microchip, attestandosi fra 700 e 800 mila. Certo occorreranno incentivi che rendano accessibili ai consumatori le autovetture elettriche, imposte dalle scelte politiche Ue, ma purtroppo molto più costose di quelle a benzina”.

“Per ammissione dello stesso ministero, degli 8,3 miliardi assegnati al settore automotive dal precedente Governo – concludono Palombella e Ficco – ne restano circa 6 a disposizione; a questi si aggiungono molte altre risorse che indirettamente possono concorrere a supportare le trasformazioni industriali e che quindi possono andare anche ad industrie automotive. Le risorse quindi ci sono, ma vanno spese presto e bene e noi chiediamo che vengano impiegate anche a supporto delle imprese dell`indotto che stanno attraversando una fase di profonda difficoltà, sotto i colpi della concorrenza internazionale e del passaggio all`elettrico. Occorre incentivare le riconversioni industriali e rafforzare le tutele dei lavoratori, in termini sia di ammortizzatori sociali sia di riqualificazione professionale”.

Per il segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera,  il governo “ha intenzione di realizzare un grande piano, a sua volta suddiviso in 5 gruppi di lavoro, tavoli tecnici che potrebbero partire già dal mese di dicembre con l`obiettivo di costruire il futuro dell`Automotive in Italia: l`obiettivo è arrivare a produrre 1 milione di veicoli, a sostegno del quale Stellantis ha annunciato importanti progetti e garanzie nei confronti del nostro Paese con il sostegno del governo e importanti risorse che saranno messe a disposizione dal governo verso la transizione ecologica. Abbiamo chiesto di capire i tempi di lavoro del piano e di farlo partire il prima possibile in modo che si possa accompagnare in maniera ferma la transizione dell`Automotive e cercare di mettere in fila tutte le misure per rilanciare il settore. Una partita importante sarà anche quella di Anfia che accompagnerà tutto il percorso con le sue competenze. Un altro tema che l`Ugl Metalmeccanici ha sollevato è la formazione che dovrà accompagnare il nuovo percorso dei lavoratori, oltre a seguire con il ministero del Lavoro la costruzione di un nuovo ammortizzatore sociale diversificato che sia consono all`Automotive”, conclude Spera.

Infine, secondo il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo, “i tempi sono stretti, il percorso proposto dal Ministro Urso è positivo e parteciperemo con spirito costruttivo, ma al momento gran parte del lavoro è ancora tutto da fare. L’obiettivo di 1 milione di autoveicoli da produrre in Italia è raggiungibile solo se comprensivo dei veicoli commerciali e salvaguardando il futuro delle produzioni della 500 BEV e della Panda. Abbiamo chiesto al Governo tempi stretti e compagini qualificate per arrivare presto a una politica di sostegno industriale che consenta insieme alle infrastrutture sul territorio di procedere nella transizione ecologica senza penalizzare i cittadini e l’occupazione nazionale.”

E.G.

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