In Israele è in corso uno sciopero generale indetto dal principale sindacato israeliano, Histadrout, per protestare contro il governo di Benjamin Netanyahu e fare pressioni sul governo perché arrivi a un accordo per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas. Lo sciopero si tiene all’indomani delle manifestazioni di piazza tenute dopo il ritrovamento nella Striscia di Gaza dei corpi di sei ostaggi israeliani. Stando alle stime degli organizzatori, circa 300.000 persone sono scese in piazza ieri sera a Tel Aviv e altre 200.000 nel resto del Paese per chiedere al governo di adoperarsi per il rilascio degli altri ostaggi ancora in mano ad Hamas.
L’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv ha sospeso le operazioni a partire dalle 8 di questa mattina. Secondo quanto riportato da Haaretz, nell’ambito della protesta gli ospedali stanno operando con un orario ridotto e molte università e banche stanno partecipando allo sciopero.
Intanto il tribunale di Tel Aviv ha fissato per le 14:30 la fine dello sciopero, ossia tre ore e mezza prima di quanto previsto dal sindacato israeliano che aveva fissato alle 18 la fine della mobilitazione.
Ma se il presidente della Federazione sindacale israeliana, Arnon Bar-David, ha annunciato che verrà rispettato l’ordine emesso dal tribunale, le famiglie degli ostaggi hanno invitato a proseguire la mobilitazione per fare pressione sul governo. “È importante sottolineare che lo sciopero di solidarietà è stata una misura importante e io la sostengo – ha detto Bar-David in un comunicato riportato dal Times of Israel – nonostante i tentativi di dipingere la solidarietà come politica, centinaia di migliaia di cittadini hanno votato con i piedi. Ringrazio ognuno di voi: avete dimostrato che il destino degli ostaggi non è nè di destra nè di sinistra, esiste solo la vita o la morte e non permetteremo che la vita venga abbandonata”.
Da parte sua, il Forum delle famiglie degli ostaggi ha invitato a proseguire con le manifestazioni: “Non si tratta di uno sciopero, si tratta di salvare i 101 ostaggi abbandonati da Netanyahu con la decisione del gabinetto di giovedì scorso”. Chiaro il riferimento al voto chiesto dal premier sul mantenimento delle truppe nel Corriodoio Philadelphi, lungo il confine tra la Striscia di Gaza ed Egitto, da portare al tavolo delle trattative per un accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Hamas e Il Cairo hanno già dichiarato di non accettare questa richiesta.