La Banca centrale europea ha nuovamente tagliato nella misura di 0,25 punti percentuali i tassi di interesse per l`area euro. La decisione, ampiamente attesa, vede il principale riferimento, che resta il tasso sui depositi, scendere così al 2%. Per trovare un valore analogo bisogna risalire al febbraio del 2023.
“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l`inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine”, recita il comunicato diffuso a seguito del direttivo. La Bce, infatti, ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per l’area euro, che ora si attende si collochi all`1,6% nel 2026 e al 2% nel 2027.Tre mesi fa i tecnici dell’istituzione pronosticavano un caro vita medio al 2,3% nel 2025, all`1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Il taglio alle previsioni di inflazione riflette “principalmente le ipotesi di prezzi dell`energia inferiori e di un rafforzamento dell`euro”.
“Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l`orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati – aggiunge l’istituzione – in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.
Con il taglio di oggi, sostiene in conferenza stampa la presidente della Bce, Christine Lagarde, “al livello attuale riteniamo che siamo in una buona posizione per navigare le condizioni incerte che arriveranno”. Dichiarazioni interpretabili come un segnale dell’orientamento a una pausa sulla manovra di tagli dei tassi. Lagarde ha precisato che la decisione di oggi è stata “quasi unanime”, eccezion fatta per un componente non favorevole, ma comunque il consenso è stato “molto ampio”.
Quanto alla sua posizione di vertice all’interno della Bce, “ben meno importante” di quello dell’intera area euro, Lagarde ribadisce di essere “sempre stata e sono pienamente determinata per svolgere la mia missione e a completare il mio mandato”. Questo, a proposito della presunta discussione con Klaus Schwab, l’ex presidente del World Economic Forum, che avrebbe portato a una sua eventuale uscita anticipata dalla carica per rilevare la presidenza del Wef. In una recente intervista, infatti, Schwab aveva affermato che aveva discusso con Lagarde di questa possibilità.
Sulla possibile rimessa in discussione del ruolo centrale del dollaro nel sistema monetario internazionale, a seguito delle politiche portate avanti dall`amministrazione Trump, e delle opportunità che si aprono per aumentare quello dell`euro, Lagarde si dice “molto vicina” ai pareri espressi dal governatore della Banca d`Italia, Fabio Panetta, che ha affrontato il punto nelle Considerazioni finali alla Relazione annuale di Bankitalia della scorsa settimana. “Mi sento molto in linea con il suo parere – ha detto la presidente della Bce -. La mia conclusione è che c`è una opportunità che si sta aprendo affinché si rafforzi il ruolo dell`euro come valuta internazionale. E che aumenti eventualmente il suo ruolo di valuta di riserva internazionale”.
“Ma che non è garantita – ha proseguito – e che richiederà in particolare che gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio Ue assumano decisioni molto consistenti sul consolidamento del ruolo geopolitico dell`euro, che semplifichino il mercato dei capitali e che dovremo continuare a sostenere gli sforzi di fare dell`Europa un posto dove lo Stato di diritto è rispettato. Dove un contratto è un contratto – ha detto – e dove c`è certezza da parte degli investitori che l`Europa è un posto affidabile per fare attività d`impresa”.
Lagarde ha riferito che queste tematiche sono state discusse del direttorio Bce. “Sentiamo che abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla ma richiamiamo anche con forza” il ruolo che spetta alle altre autorità Ue devono giocare “se vogliamo svilupparci in quella direzione, che è una finestra di opportunità”.



























