Le banche italiane migliori di quelle d’Europa per quanto riguarda il gender pay gap. A dirlo è un’analisi del Centro Studi Orietta Guerra della Uilca, la categoria che rappresenta i lavoratori del credito e delle assicurazioni della Uil.
Secondo i dati Eurostat nel 2023 il gender pay gap nel settore finanziario si attesta al 23% in Italia, al 27% in Germania e al 32% in Francia. Solo la Spagna registra una performance migliore con il divario retributivo tra uomini e donne al 14%. Tra le motivazioni di questo divario il fatto che gli uomini percepiscono una maggiore retribuzione variabile perché occupati in attività come il trading, la gestione dei fondi di investimento e il private banking, mentre le donne ricoprono prevalentemente posizioni amministrative.
“Ridurre il divario retributivo è fondamentale per garantire alle donne indipendenza e autonomia e poter anche evitare situazioni di violenza economica, tra le cause delle troppe forme di violenze di genere” sostiene il segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan. “In Italia banche e assicurazioni si stanno impegnando per colmare questa disparità, inserendo nei propri piani industriali l’obiettivo di riduzione del gap salariale, oltre a quello della valorizzazione del personale femminile, ma i dati ci dicono che la strada è ancora lunga”, precisa il numero uno della Uilca.
Guardano alla situazione dei principali gruppi bancari italiani, i dati del 2024 ci raccontano di un dislivello retributivo di genere che val dal 28,56% di Sparkasse all’11,35% di Monte dei Paschi. Nel mezzo troviamo Intesa Sanpaolo con il 25%, Credem con il 24,29%, Unicredit con il 20%, Banco Bpm che segna un 16,6% e Bper con il 14,54%. Nel settore assicurativo si passa dal 29% di Reale Mutua al 14% del Gruppo Generali.
Ma anche all’interno dello stesso gruppo lo studio segnale una disparità del trattamento economico tra uomo e donna che cambia da paese a paese. Così in Unicredit si hanno percentuali che vanno dal 36% in Russia al 29% in Germania, al 20% in Italia e al 14% in Bosnia Erzegovina. Variazioni che ci suggeriscono come alla base del gender non ci siano solo scelte aziendali ma anche fattori esterni.
Una strada per far fronte al tema del gender pay gap potrebbe essere rappresentata dal risiko bancario in atto che coinvolge, potenzialmente, il 40% della forza lavoro, ossia oltre 100mila addetti, attraverso l’armonizzazione dei trattamenti economici. “Fondamentali per gestire questi processi devono essere le relazioni sindacali, che rivestono un ruolo centrale e rappresentano un valore aggiunto”, conclude il segretario generale Uilca Furlan.
Tommaso Nutarelli