Non è un momento facile per il rapporto tra vino e Stati Uniti. Tra i primi imputati ci sono i dazi. Nonostante gli sforzi profusi, soprattutto da Bruxelles, e i timori espressi da varie associazioni di rappresentanza di entrambe le sponde dell’Atlantico, per le ricadute occupazionali ed economiche, vino e cibo non sono ancora salvi da quel 15% imposto dall’amministrazione Trump.
Ma oltre alla politica commerciale voluta dal tycoon, ci sono altri segnali che fanno presagire a una vera e propria tempesta perfetta che già si sta abbattendo sul segmento enoico a stelle e strisce. Secondo il rapporto SipSource, relativo al secondo trimestre del 2025, pubblicato dalla Wine & Spirits Wholesalers of America (Wswa), associazione nazionale di distributori, il mondo del vino si trova ad affrontare difficoltà ormai divenute strutturali. A giugno si è toccato il 52esimo mese consecutivo di flessione nei consumi. Da inizio anno c’è stato un calo della domanda pari all’8,7% per quanto riguarda i volumi e dell’8,5% sul fronte fatturato. A risentire di questa situazione anche la ristorazione, che rappresenta il 56% del fatturato e il 58% dei punti vendita del vino. Qui il calo registrato è del 7,2% per i volumi e del 7% per il fatturato.
Accanto a tutto questo c’è da registrare una significativa mutazione negli stili di consumo, come evidenziato da Gallup. La percentuale di americani che desiderano bere bevande con alcol è sceso al 54%. Il dato più basso negli ultimi 90 anni. A fare da traino a questa progressiva inversione di tendenza, spiga Gallup, è il crescente ascolto delle posizioni mediche in merito agli effetti derivati dall’assunzione di bevande alcoliche. Secondo l’analisi di Gallup per la prima volta la maggioranza degli americani, il 53%, afferma che bere con moderazione, ovvero “uno o due drink al giorno”, fa male alla salute. Solo il 6% afferma che faccia bene, mentre per il 37% non c’è nessuna differenza. L’attuale convinzione che un consumo moderato di alcol sia dannoso segue un aumento dal 28% nel 2018 al 45% di un anno fa.
Questa attenzione alla salute varia a seconda delle fasce d’età e del genere. Le donne sono più salutiste degli uomini, il 60% ritiene malsano anche un uso moderato di alcol con il 47%. Mentre sono i giovani e i giovani adulti i più propensi a seguire le indicazioni sanitarie.
Questa attenzione alla salute si traduce anche in una riduzione del consumo di alcol anche tra coloro che bevono. Infatti il numero medio di drink consumanti a settimana si attesta, secondo l’ultima rilevazione di Gallup, a 2,8. Il dato più basso dal 1996.
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