Conto alla rovescia per la partenza della Global Sumud Flotilla, l’iniziativa umanitaria e non violenta promossa a livello globale e partita dal basso per rompere l’embargo e l’isolamento della popolazione palestinese di Gaza. Persone comuni – tra organizzatori, operatori umanitari, medici, artisti, membri del clero, avvocati e marinai —, indipendenti, internazionali e non affiliati a nessun governo o partito politico, che a giugno hanno lanciato una mobilitazione coordinata via terra, mare e aria basandosi “su decenni di resistenza palestinese e solidarietà internazionale – si legge nel loro descrittorio -. Anche se apparteniamo a nazioni, fedi e ideologie politiche diverse, siamo uniti da un’unica verità: l’assedio e il genocidio devono finire”.
Tra il 31 agosto e il 4 settembre, decine di barche salperanno da Barcellona, dalla Sicilia, da Genova e dalla Tunisia in un’azione coordinata, nel totale rispetto del diritto internazionale, cariche di attivisti e aiuti umanitari. Fino alla giornata di oggi, giovedì 28 agosto, a Genova l’associazione umanitaria Music for Peace e il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp) hanno indetto una mobilitazione generale per la raccolta di 45 tonnellate di generi alimentari in 5 giorni. “La nostra lealtà è verso la giustizia, la libertà e la sacralità della vita umana”. In soli quattro giorni, fanno sapere gli organizzatori, hanno raggiunto 80 tonnellate di generi alimentari per la popolazione palestinese. “Un risultato straordinario”, è il commento. Sabato 30 agosto, dalle 12, è previsto un presidio presso la sede di Music for Peace “con interventi e molte presenze nazionali e internazionali”, spiega in una nota l’organizzazione umanitaria. Alle 21, sempre dalla sede di Music for Peace, dove è stato allestito il principale punto di raccolta di generi alimentari, partirà poi una fiaccolata che raggiungerà le barche attraccate in banchina al Porto Antico. “Facciamo sentire la nostra voce – è l’appello dell’organizzazione umanitaria – per fermare il genocidio. Esserci significherà dare continuità e forza concreta a quanto stiamo costruendo insieme in questi giorni di impegno e solidarietà”.
Anche la Cgil si schiera a sostegno della Flottilla. “In questi giorni, il governo e l’esercito israeliano stanno realizzando a Gaza ed in Cisgiordania una delle più gravi negazioni del diritto umanitario e internazionale”, afferma il sindacato in un comunicato. “Il governo israeliano ha infatti deciso di proseguire l’assedio della striscia di Gaza con un’ulteriore escalation militare che prevede lo sfollamento della popolazione palestinese in impossibili campi profughi privi di sicurezza, di cibo, di acqua e di assistenza sanitaria, per poi rioccupare quel territorio trasferendo la popolazione”. A ciò si aggiunge anche l’avvio del progetto E1, che prevede la sostanziale annessione del territorio della Cisgiordania con un nuovo insediamento ebraico sul territorio destinato allo stato di Palestina.
Un progetto che, oltre a cancellare ogni possibilità di ‘due stati per i due popoli’ e riconoscere finalmente l’esistenza dello stato palestinese – su cui “con colpevole e grave ritardo” molti governi si sono affrettati a esporsi – comporterà anche il sacrificio della vita degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Intanto Israele “utilizza la fame come arma di guerra e straccia il diritto internazionale che rimane l’unica garanzia su cui costruire pace e sicurezza comune. Un vero e proprio punto di non ritorno.
“Non possiamo rimanere in silenzio. Non possiamo permettere che ciò avvenga sotto i nostri occhi. Non è più il tempo delle parole. Stati e governi democratici, membri delle Nazioni Unite, firmatari di accordi, trattati e convenzioni per il rispetto dei diritti umani, della legalità, della giustizia, del diritto umanitario debbono fermare questa barbarie”, rimarca con forza la Cgil. “Per questo, rinnoviamo il nostro impegno alla più ampia mobilitazione possibile – sostenendo anche quanti si sono ribellati in questi giorni anche in Israele – e facciamo nostre le richieste che il sindacato mondiale CSI ha avanzato a tutti i Capi di Stato e di Governo, incluso quello italiano, al fine di: interrompere la consegna di armi, raggiungere un cessate il fuoco e garantire l’ingresso di aiuti umanitari illimitati subito, rilasciare tutti gli ostaggi e i prigionieri politici, riconoscere lo stato di Palestina, porre fine all’occupazione e interrompere il commercio con gli insediamenti illegali e rafforzare la democrazia per raggiungere una pace duratura in tutta la regione”.
Infine, il sindacato di corso d’Italia ribadisce le richieste che la Confederazione europea dei sindacati (CES), insieme alle federazioni europee di categoria, ha avanzato alla Commissione europea affinché si sospenda l’Accordo di associazione UE-Israele e si interrompa ogni commercio di beni prodotti negli insediamenti illegali.
Per queste ragioni, sosteniamo l’iniziativa umanitaria e nonviolenta promossa dalla Global Sumud Flotilla, partita dal basso, mobilitando singole persone di ogni parte del mondo per rompere l’embargo e l’isolamento della popolazione palestinese di Gaza, assediata ed affamata.
Inoltre, proseguiamo e rilanciamo la raccolta fondi di solidarietà della CGIL grazie a cui, già nei mesi immediatamente successivi all’attacco israeliano, abbiamo inviato due container, contenenti beni di prima necessità, finanziato la produzione di “confezioni famiglia” di verdure prodotte a Gaza da associazioni di donne palestinesi e distribuite nel campo profughi Al Amal Al Taawony, allestito nel territorio di Gaza City. Sempre grazie al fondo, nei prossimi giorni, procederemo all’acquisto e distribuzione di “pacchi famiglia” e pasti caldi per circa 1000 nuclei familiari grazie alla collaborazione con l’Associazione delle ONG Italiane ed il CISS di Palermo.
Per queste ragioni, la Cgil invita lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, studenti e studentesse, il mondo associativo, artisti, intellettuali, giornalisti ad unirsi a scendere in tutte le piazze delle città italiane per una prima mobilitazione il giorno sabato 6 settembre per chiedere che si fermi la barbarie in corso e che il governo italiano si schieri dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale.
Nelle 80 tonnellate di beni da spedire in Palestina, la Cgil di Genova e lo Spi Cgil di Genova e della Liguria hanno fatto sapere che in soli tre giorni hanno raccolto una tonnellata di cibo consegnata poi al centro di raccolta allestito nella sede dell’organizzazione umanitaria Music for Peace.
Elettra Raffaela Melucci

























