Sono 607 le vitte sul lavoro nei primi 7 mesi del 2025, 437 in occasione di lavoro e 170 in itinere, in aumento del 5,2% sul 2024. Alla Lombardia va la maglia nera con 64 decessi. Seguono Campania e Veneto con 44 e 43 morti sui luoghi di lavoro. A dirlo è lo studio dell’Osservatorio Vega sulla base dei dati diffusi dall’Inail.
Analizzando i dati in base all’età, al genere e alla provenienza, l’incidenza maggiore si registra tra gli ultrasessantacinquenni (61,4), in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (29,1), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (18,3). In termini assoluti il numero più alto di incidenti mortali si segnale nella fascia 55-64, con 155 decessi su 437. Tra le donne l’incidenza degli infortuni è cresciuta del 15% sul 2024 e i decessi sono stati in totale 54: 25 in occasione di lavoro e 29 in itinere. Più che doppio il tasso di mortalità tra i lavoratori stranieri, dove si contano 37 morti ogni milione di occupati rispetto ai 16,1 tra gli italiani. In termini assoluti i decessi tra gli stranieri sono stati 131 su 607. Le costruzioni si confermano ancora il settore più colpito con 67 morti, seguite dalle attività manifatturiere (59), trasporti e magazzino (57) e commercio (42).
L’Osservatorio riporta, inoltre, un lieve calo delle denunce di infortunio. Dalle 350.823 di fine luglio 2024 passiamo alle 349.444 di quest’anno(-0,4%). Anche in questi primi sette mesi del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle attività manifatturiere (41.109). Seguono le costruzioni (21.921), sanità (20.897), commercio (19.125) e trasporto e magazzinaggio (18.952).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici a luglio 2025 sono state 125.508 (98.446 delle quali in occasione di lavoro), 223.936 quelle totali degli uomini (194.878in occasione di lavoro). Tra le denunce 1 su 5 arriva dagli stranieri, 73.505 su 349.444. Il Lazio è la regione che segna il numero più alto di denunce, come riporta in una nota la Cgil regionale. Infatti gli infortuni sono stato 17.322, con un incremento dell’11.7% rispetto all’1,17% della media nazionale. La Cgil di Roma e del Lazio denuncia anche il sensibile aumento degli infortuni mortali in itinere cresciuti del 28,57%, sopra la media nazionale, legati, spiega il sindacato, anche alle conseguenze dei carichi di lavoro e dei ritmi sempre più intensi che pesano sulla salute delle persone.
Crescono, infine, in modo significativo le malattie professionali come riportato dall’Inail. A luglio sono state 59.857, 5.386 in più rispetto allo stesso periodo del 2024 (+9,9%). L’aumento è del 34,7% sul 2023, del 65,5% sul 2022, del 76,8% sul 2021, del 137,5% sul 2020 e del 55,5% sul 2019.
Tommaso Nutarelli





























