La Cisl pubblica il terzo numero del Report Lavoro in cui si analizzano i dati Istat sull’occupazione relativi al II trimestre 2025, pubblicati il 12 settembre. Nel dettaglio, il report registra una crescita di oltre 1,3 milioni di occupati dal 2021, “trainata soprattutto dai contratti a tempo indeterminato e con un calo della disoccupazione e dell’inattività. Da alcuni trimestri l’aumento dell’occupazione è più marcato nel Mezzogiorno”. A commentare è il segretario confederale della Cisl, Mattia Pirulli, responsabile del Dipartimento Mercato del Lavoro.
Il dibattito “resta polarizzato” ma i dati, argomenta Pirulli, “mostrano un quadro complesso: crescono soprattutto gli over 50 per effetto demografico e pensionistico, ma anche i giovani (+461mila occupati in 4 anni). Il lavoro a termine diminuisce, pur restando concentrato in settori e fasce deboli. I comparti trainanti sono labour intensive e a bassa produttività, con salari medi che non crescono quanto potrebbero, ma non è vero che sia stato creato solo ‘lavoro povero’. Restano gravi criticità: inattività femminile e giovanile, forte domanda inevasa di lavoro, fragilità di alcuni comparti”.
La Cisl “chiede interventi nella prossima legge di bilancio su formazione, apprendistato, incentivi mirati, centri per l’impiego, attrattività dei lavori stagionali e disagiati, sostegno alla contrattazione, servizi di conciliazione vita-lavoro, incentivi alle madri lavoratrici, proroga della Zes unica e della decontribuzione Sud- aggiunge Pirulli- Accanto alle misure per l’occupazione va affrontato il rischio di rallentamento produttivo legato ai dazi Usa, alle transizioni e alla congiuntura, puntando su investimenti, innovazione e produttività”.
Per il sindacato “tutto ciò deve rientrare in un intervento strutturato e condiviso, così come indicato con la proposta di un grande patto sul lavoro che coinvolga istituzioni, imprese e parti sociali”, conclude Pirulli.