“Oggi siamo qui per testimoniare la solidarietà della Cgil e per rivendicare il diritto dei popoli alla vita, alla dignità, alla libertà. Lo avevamo promesso: qualsiasi cosa accada alla Global Sumud Flotilla non accade solo a quelle donne e a quegli uomini, ma a tutti noi. E noi siamo pronti a tornare in piazza e a proclamare lo sciopero generale se le imbarcazioni verranno nuovamente attaccate”. Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione dal presidio tenutosi questo pomeriggio in Piazza Montecitorio, a Roma.
“Sappiamo bene – ha proseguito la dirigente sindacale – cosa significa solidarietà concreta. È il cuore stesso della storia sindacale: essere dalla parte di chi è privato dei diritti, di chi resiste, di chi non si arrende all’ingiustizia. E oggi essere al fianco della Flotilla significa schierarsi con chi ha il coraggio di partire per portare vita dove altri portano morte. Significa schierarsi contro il genocidio, contro l’assedio, contro la disumanizzazione. Significa dire ad alta voce che la pace non si costruisce con le armi, ma con i diritti e la giustizia sociale, e che il diritto internazionale non può essere piegato a interessi geopolitici, ma deve servire i più deboli, i più vulnerabili. Per questo – ha aggiunto – oggi la Cgil è al fianco delle compagne e dei compagni che navigano sulla Flotilla. La loro rotta è la nostra: una rotta di pace, di diritti, di solidarietà”.
“La pace – ha dichiarato poi Ghiglione – non è un’utopia. È responsabilità di ciascuno di noi, ed è responsabilità del Governo, che invece non prende posizione, non si schiera per il ‘due popoli due Stati’ ponendo condizioni irrealizzabili. Da parte nostra, nessun passo indietro. Ci rivediamo in piazza”, ha detto la segretaria confederale.
“E’ con grande umiltà che a nome dei lavoratori metalmeccanici della Fiom diciamo che noi siamo orgogliosi di essere qui oggi e faremo la nostra parte, a partire dallo sciopero generale che è di tutti e non delle diverse bandiere con fabbriche piene e piazze vuote” ha aggiunto Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom. “Dobbiamo aprire un varco con il sindacato europeo per costruire una grande mobilitazione contro il riarmo, contro la militarizzazione di tutta la società. In questo momento c’è un’unica bandiera che conta che è quella della Palestina e la Fiom continuerà a lottare fino in fondo”.