Sull’ipotesi di contratto collettivo nazionale 2022/24 del comparto Istruzione e Ricerca siglata ieri “dobbiamo purtroppo evidenziare la perdurante assenza di due importanti aspetti contrattuali che riguardano i docenti: un monte ore obbligatorio da destinare alla formazione e un codice disciplinare, previsto fin dal CCNL del 29/11/2007, ma mai definito nei tre contratti collettivi successivi”. Così in una nota il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
“Per quanto riguarda il primo aspetto – precisa – ricordo che il CCNL 2019/21 quantifica l’obbligazione di lavoro annua da destinare complessivamente alla formazione e alle sedute degli organi collegiali in 80 ore. Ma, poiché le sedute del collegio dei docenti e quelle dei consigli di classe sono singolarmente limitate a non più di 40 ore annue e tale limite viene ordinariamente raggiunto, è evidente come resti poco o niente per la formazione. Tutto questo avviene nonostante gli insoddisfacenti risultati di apprendimento richiedano chiaramente, e con estrema urgenza, il rinnovamento della didattica e questo, a sua volta, non possa ottenersi senza una massiccia azione di formazione del corpo docente”.
Giannelli chiarisce poi che restano irrisolte altre criticità, come per esempio il riferimento al numero di due unità di collaboratori del DS: “La clausola contrattuale, oltre a essere illegittima, è anche anacronistica alla luce della crescente complessità delle istituzioni scolastiche, sempre meno gestibili senza uno staff dirigenziale composto da un adeguato numero di collaboratori. Purtroppo, però, dobbiamo constatare come l’impianto contrattuale sia condizionato da un’idea di scuola antiquata e ottocentesca, incapace di scrollarsi di dosso dei vincoli irragionevoli nonostante l’evidente pregiudizio che questi arrecano alla qualità del servizio”.
Il presidente ANP, conclude: “Non possiamo non rilevare come anche questa volta si sia sprecata una occasione per fare chiarezza sul rapporto tra prerogative dirigenziali e competenze degli organi collegiali: senza di essa, la governance delle istituzioni scolastiche sembra destinata a rimanere in una coltre di ambiguità e confusione, rischiando di compromettere anche quei necessari processi di miglioramento in atto, finalizzati a garantire il successo formativo dei nostri alunni”.



























