“Ama spa sta fronteggiando una situazione estremamente critica determinata dall’emissione di numerose cartelle Tari errate. Di fronte alle legittime richieste di chiarimento da parte delle cittadine e dei cittadini, l’Azienda ha disposto, in maniera unilaterale, un massiccio ricorso al lavoro straordinario: due ore aggiuntive ogni giorno per tutto il personale della Divisione Tari, con in più l’obbligo di lavorare il sabato”. I sindacati di categoria Fp Cgil Roma e Lazio e Uil Trasporti Lazio, in una nota, esprimono “ferma contrarietà a questa decisione, assunta senza una informazione completa, trasparente e ufficiale alle organizzazioni sindacali e senza alcuna volontà di confronto. Riteniamo inaccettabile che, ancora una volta, Ama scelga di rispondere a un problema organizzativo scaricando il peso sulle lavoratrici e sui lavoratori, in particolare su chi opera al front office, già gravato da carichi di lavoro intensi e da un rapporto diretto con l’utenza reso più complesso dagli errori dell’Azienda”.
“L’uso così massiccio dello straordinario – continuano i sindacati – rischia di produrre stress, disfunzioni e ulteriori ricadute negative sulla qualità del servizio. Il problema delle cartelle Tari, che poteva e può essere affrontato con strumenti più moderni, efficienti e meno gravosi, richiedeva tutt’altra impostazione: introduzione di procedure telematiche per la sospensione dei termini e la presentazione delle osservazioni; potenziamento delle modalità online per assistenza e comunicazioni; coinvolgimento di chi, ogni giorno, conosce e gestisce le complessità del servizio”.
Invece Ama, secondo Cgil e Uilt “ha scelto la strada più semplice e più dannosa: procedere da sola, senza ascoltare chi rappresenta il personale e senza elaborare soluzioni realmente orientate alle esigenze di utenti e lavoratori. Come Fp Cgil Roma Lazio e Uil Trasporti Lazio chiediamo l’immediata apertura di un confronto per individuare misure sostenibili, tecnologicamente adeguate e rispettose del benessere organizzativo – concludono -. Le inefficienze aziendali non possono essere pagate da chi lavora, né dalle cittadine e dai cittadini che meritano un servizio trasparente ed efficiente”.
























