Via libera finale della Camera dei deputati in seconda lettura alla legge di bilancio 2026 da circa 22 miliardi di euro, senza modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato. La manovra diventa quindi legge dopo il voto di fiducia di ieri e una lunga maratona notturna per l’esame degli ordini del giorno.
Una manovra, ha rivendicato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, improntata alla prudenza e che dovrebbe portare l’Italia ad uscire dalla procedura di deficit eccessivo già nel 2026, con un anno di anticipo rispetto all’obiettivo concordato con Bruxelles.
‘Il punto fondamentale di questa manovra è una cosa di cui si è parlato per molto tempo e di cui si è parlato pochissimo in Aula: noi di fatto abbiamo detassato gli aumenti contrattuali fatti nel settore privato, oltre ad aver aumentato e chiuso tutti i contratti pubblici che erano da anni fermi’ ha sottolineato Giorgetti dopo il voto di Montecitorio ‘Questo ha significato e significa aumenti concreti dei salari e degli stipendi dei lavoratori dipendenti. Una cosa che ci chiedevano sia i sindacati che i datori di lavoro’.
L’esame nel merito si è tenuto quest’anno al Senato, sollevando le proteste dell’opposizione per il passaggio solo formale alla Camera. Il percorso a Palazzo Madama è stato non privo di inciampi. L’esame in Commissione ha cambiato profondamente il testo approvato in Consiglio dei ministri con al centro la riduzione dal 35% al 33% del terzo scaglione Irpef per i redditi fino 50mila euro, il rifinanziamento del fondo sanitario, il prelievo dal settore bancario e la nuova pace fiscale in 54 rate.
Non sono mancati i momenti di tensione in maggioranza culminati con lo stop della Lega alle misure sulle pensioni in materia di riscatto della laurea e di finestre pensionistiche poi ritirate dal governo. Marcia indietro anche sugli emendamenti di FdI che puntavano a reintrodurre la vendita della cannabis light e ad alzare la soglia del contante a 10mila euro. Stop in extremis pure alla riapertura del condono edilizio del 2003, allo scudo per le imprese con lavoratori sottopagati, all’allentamento dei vincoli sulle ‘sliding doors’ tra authority ed aziende vigilate.
Profondamente rivisto il pacchetto per le imprese, oggetto di un emendamento omnibus presentato dal governo. Particolarmente travagliato anche l’iter della norma sull’oro della Banca d’Italia approvata alla terza formulazione dopo una trattativa con la Banca Centrale Europea. Precisato che appartiene al ‘Popolo Italiano’ (maiuscolo nel testo della norma ndr.).
Complessivamente la manovra prevede maggiori entrate per 10,5 miliardi di euro e maggiori uscite per 14,6 miliardi.




























