Ne L’Italia degli scioperi, un volume pubblicato dall’editore Giubilei Regnani (pagg. 139, euro 14) Diodato Pirone, giornalista de “Il Messaggero”, intervista Roberto Alesse, dirigente pubblico e presidente, dal 2011 al 2016, dell’Autorità di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali.
Il nostro paese sta attraversando una recessione economica senza precedenti, che ha messo a dura prova non solo la tenuta del sistema produttivo, ma anche la capacità di risposta degli attori delle relazioni industriali, inasprendo ancor di più i toni delle scontro sociale. In questa situazione, il settore dei servizi pubblici, giunto spesso all’attenzione della cronaca per l’aumento del numero degli scioperi, rappresenta un segmento strategico per il sistema-paese.
Nel libro, Pirone e Alesse si propongono di guidare il lettore verso una comprensione più ravvicinata del ruolo e del lavoro svolto dalla Commissione di garanzia. Un ruolo che, da una parte, deve contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con la funzione dei servizi pubblici essenziali, e, dall’altra, garantire i diritti del cittadino costituzionalmente riconosciuti. Ed è appunto in virtù di questa delicata funzione che Alesse sostiene la tesi secondo cui la Commissione non dovrebbe agire semplicemente da “notaio” o da “vigile urbano”, nella gestione del conflitto sociale, ma assumere una posizione più attiva, da problem solver, all’interno delle dinamiche delle relazioni industriali.
Ripercorrendo episodi concreti della cronaca italiana, dallo sciopero dei dipendenti della Rai nel giugno del 2014, fino a quello che impedì a molti turisti di visitare il Colosseo nel settembre del 2015, Alesse ricorda le numerose difficoltà incontrate durante il suo mandato, soprattutto rispetto alla volontà di costruire un dialogo proficuo e non fazioso con le parti sociali.
Alesse offre anche dei suggerimenti su come migliorare l’azione della Commissione, incrementan-done le capacità, sempre all’interno dei confini sanciti dalla legislazione. Prima di tutto, attraverso un pieno e proficuo uso degli strumenti messi a disposizione dalla legge n. 146 del 1990, che disciplina il lavoro della Commissione; poi grazie ad un aumento dei poteri delle Commissione stessa. Cinque le proposte volte ad uscire dall’attuale gestione degli scioperi, per aiutare amministrazioni, sindacati, lavoratori e utenti. In primo luogo, una legge sulla rappresentanza dei sindacati. Poi, l’introduzione dell’obbligo delle parti sociali di accettare, in determinati casi, la mediazione di terzi. Inoltre, un aumento delle multe previste per sindacati e imprese e per chi non rispetti le norme della 146. Ancora: maggiori poteri dell’Autorità sul fronte della precettazione. Infine, stop automatico delle agitazioni in concomitanza di eventi internazionali.
Tommaso Nutarelli