315ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Franca Biondelli.
La seduta inizia alle ore 8,30.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il presidente SACCONI annuncia l’intenzione di invitare la Commissaria europea per il lavoro, Marianne Thyssen, a riferire in merito al Documento sul pilastro europeo dei diritti sociali presentato nella giornata di ieri dalla Commissione europea.
La Commissione concorda.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto legislativo recante disposizioni per l’incremento dei requisiti e la ridefinizione dei criteri per l’accesso ai trattamenti di pensione di vecchiaia anticipata dei giornalisti e per il riconoscimento degli stati di crisi delle imprese editrici (n. 406)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 2, commi 4, 5, lettera a), e 8, della legge 26 ottobre 2016, n. 198. Seguito dell’esame e rinvio)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 20 aprile.
Il relatore ANGIONI (PD) dà conto di uno schema di parere di segno favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato.
Il senatore PUGLIA (M5S) richiama l’assoluta peculiarità dei trattamenti pensionistici dei giornalisti, nell’opinione che la marcata disparità con la generalità degli altri lavoratori evidenzi contraddizioni difficilmente sostenibili. Giudica il reddito di cittadinanza lo strumento indispensabile in caso di crisi aziendale, anche per accompagnare il lavoratore alla pensione. Nel preannunciare la presentazione di uno schema di parere alternativo, chiede di rinviare il voto alla prossima seduta.
La senatrice GATTI (Art.1-MDP) riconosce la delicatezza del settore dell’editoria, la cui garanzia discende direttamente dall’articolo 21 della Costituzione e che è stato investito da processi importanti di innovazione tecnologica, che hanno determinato negli ultimi anni gravi crisi occupazionali. Esprime pertanto perplessità sulla specificità dei trattamenti previdenziali dei giornalisti; in particolare, fa riferimento alla cassa integrazione straordinaria in caso di fallimento aziendale, che non è più erogabile negli altri settori produttivi. Analogamente, ritiene poco giustificabile l’estensione di tale istituto a 24 mesi, rispetto ai 12 previsti per gli altri settori. Si dice comunque favorevole alla proposta di parere illustrata dal relatore.
Il senatore ICHINO (PD), nel condividere le perplessità della senatrice Gatti, rileva che la legge sull’editoria (legge n. 416 del 1981) prevede regimi speciali per il trattamento previdenziale dei lavoratori del settore. Pur riconoscendo la gravità della crisi che ha investito le imprese editoriali, fa riferimento alle opportunità occupazionali dei giornalisti in altri ambiti, come gli uffici stampa delle grandi aziende. Ritiene improponibili oggi i trattamenti pensionistici previsti in passato; a fronte di crisi aziendali, giudica necessario sostenere i trattamenti di disoccupazione e avviare percorsi di ricollocazione, mentre stigmatizza il ricorso ai prepensionamenti e alla cassa integrazione straordinaria. Suggerisce infine di inserire nello schema di parere un invito al Governo a conseguire un tendenziale allineamento del trattamento previdenziale del settore dell’editoria con quello delle altre categorie professionali.
Il senatore BERTACCO (FI-PdL XVII) ricorda i contenuti e le finalità dell’ordine del giorno G2.300, da lui presentato il 13 settembre 2016 in occasione della discussione in Assemblea del disegno di legge n. 2271 e accolto dal Governo, riguardante i trattamenti di pensione di vecchiaia anticipata dei poligrafici. Ritiene grave dimenticare questi lavoratori, che sono stati investiti drammaticamente dalle innovazioni tecnologiche degli ultimi anni.
Il senatore BAROZZINO (Misto-SI-SEL) ribadisce l’importanza degli ammortizzatori sociali e in particolare della cassa integrazione straordinaria, tenuto conto dell’estrema difficoltà di reinserimento per i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo.
Il presidente SACCONI sottolinea l’opportunità di norme uniformi sui trattamenti previdenziali soprattutto in periodi di grandi trasformazioni. Nell’esaminare lo schema di decreto legislativo, individua l’origine dei problemi sollevati dalla Commissione nella legge delega n. 198 del 2016, soffermandosi in particolare sull’istituto del prepensionamento. A fronte delle peculiarità riscontrate in questo settore, lamenta che il decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, abbia dato corso a misure previdenziali a carattere generale non ispirate a criteri di gradualità, che hanno rapidamente generato conseguenze gravi e di difficile gestione. Richiama, tra le diverse discipline vigenti in Paesi dell’Unione europea, quella francese, che consente di accedere ai trattamenti previdenziali a 62 anni e non a 67, come per la generalità dei lavoratori italiani, pur in presenza delle stesse aspettative di vita. Ribadisce che una tendenziale omogeneizzazione dei trattamenti previdenziali rappresenta un presupposto importante delle politiche di coesione sociale dell’Unione europea. Invita il relatore ad inserire nello schema di parere un chiaro riferimento a un tendenziale allineamento fra il settore dell’editoria e gli altri ambiti lavorativi e chiede al Governo di tenere in debito conto tale esigenza. Auspica infine che nella prima seduta utile della prossima settimana la Commissione possa concludere l’esame, tenuto conto dell’imminente scadenza del termine per l’esercizio della delega da parte del Governo.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
AFFARI ASSEGNATI
Affare assegnato concernente “L’impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale” (n. 974)
(Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all’articolo 50, comma 2, del Regolamento, e rinvio)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 20 aprile.
Il presidente SACCONI informa che sono giunte da parte della senatrice Bencini indicazioni su possibili audizioni. Sollecita i commissari ad avanzare proposte, tenendo conto dell’esigenza di concludere tempestivamente l’affare assegnato.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 9,30.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAL RELATORE SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 406
L’11a Commissione permanente, esaminato lo schema di decreto legislativo in titolo, premesso che il provvedimento attua la disciplina di delega di cui all’articolo 2, commi 4, 5, lettera a), 6, 7 e 8, della legge 26 ottobre 2016, n. 198, concernente i trattamenti pensionistici di vecchiaia anticipati per i giornalisti professionisti, dipendenti da aziende in ristrutturazione o riorganizzazione per crisi aziendale, esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni.
In primo luogo, si invita il Governo a valutare se le disposizioni di cui all’articolo 1 rientrino integralmente nell’ambito della disciplina di delega, la quale, in materia di ammortizzatori sociali per le imprese editrici, prevede la revisione della procedura per il riconoscimento degli stati di crisi.
Con riferimento all’ambito di applicazione dell’articolo 1, comma 1, capoverso 1, sarebbe opportuno che fossero ivi inseriti anche i dipendenti non giornalisti che prestano attività presso imprese editrici o stampatrici di periodici, che invece sembrerebbero esclusi dalla disposizione.
Quanto ai trattamenti di integrazione salariale, il rinvio normativo al capo I e III del decreto legislativo n. 148 del 2015 sembrerebbe estendere alle sole aziende con un numero di dipendenti superiore a 15 la possibilità di farne richiesta, creando una forte disparità a svantaggio delle realtà editoriali più piccole. Al fine di evitare possibili incertezze interpretative, si suggerisce dunque al Governo di inserire il settore editoriale tra quelli previsti dall’articolo 20, comma 3 del decreto legislativo n. 148 del 2015.
Il capoverso 7 del medesimo comma estende alle aziende editoriali il pagamento del contributo addizionale nel caso di utilizzo degli ammortizzatori sociali. Considerato che la contribuzione ordinaria a carico di queste aziende per gli ammortizzatori sociali è attualmente già più elevata rispetto alle altre, si invita il Governo a valutare la possibilità di adeguare la disciplina qui prevista a quella a carattere generale.
In merito al capoverso 10, si fa osservare che per accedere alla richiesta dell’intervento straordinario di integrazione salariale deve essere preso in considerazione l’andamento negativo o involutivo dei dati finanziari di bilancio riferiti al biennio antecedente alla domanda di trattamento. Tale prospettiva non permette quindi di ricorrere a tali strumenti a quelle aziende editoriali che allo stato presentano situazioni finanziarie critiche, derivanti dalla diminuzione dell’attività produttiva, ma non definibili come stato di crisi. Si invita pertanto il Governo a valutare la possibilità di riconoscere anche a tali aziende la possibilità di ricorrere a strumenti di sostegno del reddito.
Inoltre, con riferimento al medesimo articolo 2, si fa osservare che non viene specificato l’orizzonte temporale per l’applicazione dei nuovi requisiti anagrafici e contributivi per accedere al prepensionamento. Sarebbe pertanto opportuno che le novelle di cui all’articolo 2 non fossero applicate ai dipendenti delle aziende editoriali che abbiano già trasmesso al Ministero del lavoro accordi sindacali finalizzati al riconoscimento del prepensionamento del personale giornalistico.
Da ultimo, con riferimento al comma 2 dell’articolo 1 e al comma 1 dell’articolo 3, si invita il Governo a valutare l’opportunità che le nuove disposizioni di cui al decreto legislativo entrino in vigore in data posteriore ai tre mesi indicati, e comunque entro il 2017, al fine di permettere l’applicazione di criteri di progressività per consentire il completamento di processi di ristrutturazione aziendale in fase di avvio.