L’Ufficio Studi di Confcommercio ha costruito il Pil equilibrato, un indicatore al netto del costo tre fattori di penalizzazione: le emissioni di CO2, la mortalità per incidenti stradali e sui luoghi di lavoro e la variazione del numero di poveri assoluti. Il nuovo indicatore è basato sulla considerazione che produrre un Pil pari a 100, insieme ad una certa quantità di emissioni nocive per l’ambiente e per l’uomo, non è la stessa cosa che produrre lo stesso Pil senza alcuna emissione..
La dinamica dell’Italia, guardando al Pil equilibrato, va un po’ meglio.
Secondo i calcoli effettuati il costo marginale sociale di una tonnellata di emissioni CO2 equivalenti è di 47,9 euro per il 2014, mentre il costo della vita statistica persa per incidente stradale o sui luoghi di lavoro è stimato in 3,2 milioni di euro in media e varia nel tempo e tra paesi al variare del Pil pro capite. Infine il costo di un povero assoluto è stimato in 1.167 euro.
Per i sei paesi europei presi in esame (Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna e Regno Unito), nel 2014, il costo dei fattori di penalizzazione del Pil ha un valore compreso tra l’1,5% del Regno Unito e il 2,1% di Spagna e Germania. Per l’Italia il costo è del 2% pari a 31,8 miliardi di euro.
Considerando i sei paesi l’ammontare di risorse monetarie da dedurre al Pil, al fine di compensare le esternalità prodotte, è di quasi 194 miliardi di euro, ossia l’1,8% del Pil. La quota maggiore delle penalizzazioni proviene dalle emissioni inquinanti, seguite dalla mortalità e poi da costo della povertà assoluta.
Osservando il periodo 2005-2014, la dinamica economica misurata sul Pil equilibrato è migliore, o meno scadente, di quella misurata sul Pil. Il confronto tra le dinamiche dei due indicatori evidenzia per l’Italia una minore riduzione cumulata del Pil equilibrato pari a 1,3 punti percentuali assoluti: cioè -4,4% rispetto ad una variazione del Pil pari a -5,7%. Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio “è innegabile che anche l’Italia abbia ottenuto qualche risultato positivo, specialmente nella riduzione degli inquinanti e della mortalità stradale e sui luoghi di lavoro, pure nell’ambito di una profonda e duratura crisi”.
Per l’Italia il costo pro capite dei fattori di penalizzazione associate all’attività economica è di circa 520 euro. Tale costo è massimo in Germania (quasi 800 euro) mentre il minimo è raggiunto in Spagna, con meno di 500 euro a testa. Nella media dei sei paesi considerati, 581 euro a testa dentro 31.964 euro di Pil pro capite “andrebbero dedotti perché non costituiscono vera produzione di ricchezza, quanto piuttosto una disutilità dovuta a inquinamento, creazione di nuova povertà assoluta e mortalità su strada e sui luoghi di lavoro.”