Nel Rapporto sul Benessere equo e sostenibile 2016, l’Istat rileva che nonostante il mercato del lavoro in Italia sia in miglioramento non cala il divario con l’Unione europea che, in media, ha visto il tasso di occupazione crescere di 8 decimi di punto per il secondo anno consecutivo, recuperando quasi del tutto i livelli precrisi.
Nel 2015 proseguono infatti i segnali di ripresa dell’occupazione con il tasso di occupazione dei 20-64enni che è tornato a superare la quota del 60% (+0,6 punti rispetto al 2014), pur mantenendosi ancora lontano dai livelli pre-crisi (62,8% nel 2008).
Torna a crescere, restando tra i più alti d’Europa, anche il divario di genere nella partecipazione al mercato del lavoro (da 19,4 punti percentuali nel 2014 a 20 nel 2015), in diminuzione negli anni della crisi a seguito della maggiore caduta dell’occupazione nei comparti a prevalenza maschile. Seppure in misura meno intensa rispetto al recente passato, infine, le differenze intergenerazionali continuano ad ampliarsi. Il tasso di occupazione aumenta in modo sostenuto soltanto per gli ultracinquantacinquenni (+2 punti percentuali), che tardano a uscire dal mercato del lavoro a seguito delle riforme previdenziali. Tuttavia, l’indicatore torna a crescere sia per i giovani 20-34enni (+0,2 punti) sia per gli adulti under55 (+0,3 punti).