Era attesa e c’è effettivamente stata una svolta nelle trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. La Federmeccanica ha presentato una nuova proposta e adesso il negoziato, almeno così si spera, riprenderà con un altro ritmo. Un nuovo incontro è stato già fissato per la settimana successiva alla prossima, nella quale i tre segretari generali dei metalmeccanici saranno fuori Italia impegnati con il congresso del sindacato mondiale dell’industria.
Questo non deve però far credere che i problemi siano spariti e che si arriverà presto all’accordo, anche se tutti, a cominciare dai protagonisti, sperano che così vada. Per due ordini di ragioni. Innanzitutto perché ci sono moltissimi problemi di merito da risolvere prima di giungere all’accordo. E poi perché in realtà la strategia di Federmeccanica non è cambiata. Non c’è stato alcun dietrofront, è solo stato rallentato l’iter di avvicinamento all’obiettivo che gli imprenditori metalmeccanici si sono posti fin dall’inizio di questo negoziato.
Per capire questo assunto è bene ricordare come il punto principale sul quale si sono arenate le trattative è stato da subito quello del salario. La Federmeccanica infatti ha proposto fin dal dicembre di cambiare registro: non più aumenti retributivi per tutti legati all’inflazione da recuperare, ma solo un ritocco per coloro che avrebbero avuto il loro salario al di sotto di un minimo considerato vitale. In pratica, si proponeva di dare un aumento solo a chi avesse avuto solo il salario minimo di base, senza alcuna aggiunta, per aumenti di merito, anzianità o altro. Da alcuni calcoli dei sindacati questo avrebbe portato a dare aumenti solo al 5% dei lavoratori della categoria. Troppo poco a giudizio dei sindacati, che si sono subito opposti. Anche se nella proposta degli industriali si trasferiva alla sede aziendale il compito di distribuire nuovo salario, in stretto collegamento però con la salute dell’a singola azienda. E nonostante quella proposta avanzasse anche molte gratificazioni in termini di welfare contrattuale.
Adesso Federmeccanica ha tolto di mezzo questo minimo vitale e ha detto che gli aumenti salariali che dovranno recuperare l’inflazione, sempre secondo l’indice Ipca depurato dai costi dell’energia importata, andranno a tutti i lavoratori, così come chiesto dai sindacati. Questo recupero però, a detta degli imprenditori, non sarà sempre uguale, ma scenderà progressivamente. Sarà del 100% il primo anno, del 75% il secondo, del 50% il terzo. Un décalage che fa capire che l’intenzione, manifesta, è quella di andare a far sparire questi recuperi, affidando ancora una volta ogni progressione salariale alla contrattazione aziendale, quindi in stretta connessione con le performances dell’impresa.
Insomma, par di capire che il nodo di fondo c’è ancora, tanto è vero che i sindacalisti, pur esprimendo la loro soddisfazione perché il minimo vitale era sparito, hanno chiarito che però l’inflazione va recuperata tutta sempre.
Questo fa credere che la trattativa andrà avanti ancora a lungo? Probabilmente no, perché altre urgenze premono. Soprattutto, Confindustria e Cgil, Cisl e Uil vogliono avviare e in fretta il loro negoziato per le nuove regole della contrattazione e non possono farlo fino a quando non sia stato raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. E se il contratto più importante, appunto questo dei meccanici, non innova profondamente il sistema della contrattazione il negoziato interconfederale avrà le mani libere di scegliere come si riterrà opportuno, senza i condizionamenti che verrebbero da una conclusione innovativa della vertenza, come sarebbe stata quella del negoziato secondo la prima proposta di Federmeccanica. Per questo l’esito più possibile sarà quello di trovare un accordo per il contratto che non faccia sorgere problemi di strategia lasciando il campo libero alle confederazioni.
Ad aiutare il clima distensivo è poi arrivato anche l’accordo tra governo e pensioni, importante soprattutto perché interrompe un lungo silenzio che aveva messo il sindacato in un cono d’ombra. Al di là dei particolari di questa intesa, peraltro in buona parte non ancora precisati, quello che conta è proprio che sia ripreso il dialogo con il governo, e che questo riavvio abbia portato a un’intesa che interessa ampi strati della popolazione. Che poi l’Ape sia troppo cara o che gli stanziamenti non siano sufficienti, tutto ciò sarà oggetto di nuovi incontri e di nuove decisioni, importante è che il sindacato sia tornato al centro del dibattito. Non è un caso infatti il giudizio favorevole a questa intesa di Vincenzo Boccia, il presidente di Confindustria, interessato soprattutto a un ritorno di qualcosa che, anche se alla lontana, riporti ai fasti della concertazione.
Un clima di entente cordiale, dicevamo. Che interessa anche il più grande dei sindacati, la Cgil. E’ infatti ormai deciso che presto, questione di qualche mese, Maurizio Landini entrerà in segreteria confederale. E’ stato infatti deciso che in vista del prossimo congresso della confederazione si costituisca una nuova segreteria confederale in cui siano presenti tutte le anime della confederazione, di maggioranza e di minoranza. L’ingresso di Landini in segreteria significa così una riappacificazione dentro la confederazione e, per questo lo riguarda, un sostanziale passo in avanti verso una possibile segreteria generale dello stesso Landini nel momento in cui Susanna Camusso dovrà lasciare il timone della Cgil. Un passo in avanti, sia chiaro, non quello decisivo, perché i candidati per la successione sono molti e servirà molto tempo prima che si arrivi a una designazione. Ma per l’attuale capo della Fiom entrare in segreteria confederale è appunto un primo passo importante perché sempre dalla segreteria confederale si deve passare per arrivare al vertice della confederazione.
Contrattazione
Questa settimana sono state aperte, a Milano, le trattative per il rinnovo del contratto 2016-2019 del settore concia che interessa oltre 22.000 lavoratori dipendenti da 1900 imprese; è stato sottoscritto il primo contratto aziendale Unicalce siglato dai sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil; presso il Mise, l’Industria Italiana Autobus ha reso pubblico l’accordo di sviluppo, che consentirà di completare la ristrutturazione dell’ex stabilimento Irisbus di Flumeri per renderlo operativo. Inoltre, dopo mesi di negoziati, stalli e scioperi è ripartito il tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Federmeccanica e Assistal hanno presentato ai sindacati alcune nuove proposte: il riconoscimento a tutti i dipendenti dell`inflazione consuntivata con un décalage progressivo e un aumento del welfare aziendale.
Nel settore della logistica, dopo vari blocchi e scioperi dei lavoratori, la cooperativa uscente dall’appalto, Af Lostics, ha dato seguito all’accordo che prevedeva il pagamento dello straordinario e delle festività, negati ai lavoratori dal 2013. Inoltre, si è conclusa positivamente la trattativa tra sindacati del credito e Banco Popolare che hanno siglato un accordo sul riassetto del welfare pensionistico. Infine, è stato siglato, tra i sindacati di categoria Fai-Flai-Filbi e Snebi , l’accordo per il rinnovo del Contratto nazionale dei dipendenti dei Consorzi di Bonifica, che coinvolge circa 10 mila lavoratori.
Video
La Cgil compie 110 anni e ha festeggiato la storica data in piazza del Popolo, a Roma. Una festa che è coincisa con la consegna – presso la Camera dei Deputati – delle firme raccolte per la “Carta dei diritti universali del lavoro”. Il servizio video, realizzato per il Diario da Emanuele Ghiani, è disponibile sul nostro giornale e sul canale Youtube.
Interviste
Alessia Pontoriero ha intervistato il responsabile dei problemi del pubblico impiego della Cgil, Michele Gentile a proposito della riforma dell’Inps proposta dal presidente, Tito Boeri. E’ stato chiesto a Gentile, membro del Consiglio di indirizzo e di vigilanza dell’istituto, le ragioni del ricorso al Tar da parte del Civ. Elettra Raffaela Melucci ha chiesto a Sebastiano Calleri, responsabile nazionale salute e sicurezza Cgil nazionale di illustrare, dopo le tragedie di Roma e Taranto lo stato dell’arte del funzionamento del sistema di prevenzione e salute italiano sul luogo di lavoro e sulle responsabilità degli attori che vi agiscono.
La nota
Aldo Amoretti ricostruisce alcuni aspetti della guida “trentiniana” della Cgil, a partire dalla difficile e contestata firma dell’ accordo di luglio 1992 col governo Amato che portò alle dimissioni (poi ritirate) del segretario, Bruno Trentin. Mentre, Fernando Liuzzi ci parla della riapertura delle trattative tra Federmeccanica e sindacati. Meno salario e più benefit: questa, in sintesi, la nuova offerta dell’associazione delle aziende metalmeccaniche, che non si discosta troppo dalla precedente. Dal 12 ottobre il negoziato entrerà nel vivo, e si capirà se c’è davvero un “nuovo inizio”.
Diario della crisi
Continua la battaglia dei sindacati contro i licenziamenti da parte delle aziende in crisi. La Alstom della General Electic ha messo in campo secondo i sindacati un “atteggiamento assolutamente irresponsabile e arrogante” si è rifiutata durante l’incontro al Mise di mettere in vendita la proprietà intellettuale ad un possibile acquirente. Si apre, così, il conflitto tra i lavoratori dello stabilimento di Sesto San Giovanni, in assemblea permanente, e la Ge che non vuole inoltre ritirare i licenziamenti annunciati. FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil hanno procalamato otto ore di sciopero negli stabilimenti di Puglia e Basilicata della Natuzzi a causa dei licenziamenti. 330 lavoratori dal 15 ottobre non avranno più copertura di ammortizzatori sociali. A Palermo continua ormai da mesi la questione Almaviva. L’azienda di call canter ha annunciato il trasferimento a Rende. Si tratta dei primi 150 trasferimenti di un blocco di 396 operatori impiegati nella commessa Enel, persa nel dicembre scorso. A tal proposito, i sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl di Palermo e le Rsu Almavia Contact di Palermo hanno rivolto un appello alle istituzioni affinché il tavolo di monitoraggio convocato per il 20 ottobre venga anticipato. A Termoli chiude lo storico Zuccherificio del Molise, un’altra azienda che ha rappresentato l’eccellenza del cibo “made in Italy”. Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, proclamano lo stato di agitazione contro i licenziamenti dei lavoratori delle società concessionarie autostradali Itinera, Abc, Sicogen, Sea, Interstrade, Sina per il gruppo Gavio e Pavimental e Spea per Atlantia. Con la nuova riforma sugli appalti stanno arrivando i primi licenziamenti contro i quali i sindacati hanno previsto uno sciopero di 8 ore per il prossimo 19 ottobre e una mobilitazione nazionale a Roma con data da destinarsi. La Fiom-Cgil torinese ha chiesto al Tribunale di Torino di mettere fine alla svendita della Sandretto.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile visionare i principali testi della settimana prodotti dall’Istat: i dati sulla produzione industriale luglio-agosto 2016 , le stime sull’indice dei prezzi al consumo di settembre 2016, le stime su occupazione e disoccupazione agosto 2016, il rapporto sulle retrubuzioni contrattuali, i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese settembre 2016, i dati su fatturato e ordinativi dell’industria giugno-luglio 2016, i dati sul commercio a dettaglio luglio 2016. Inoltre, è possibile visionare i testi degli accordi sul welfare e Fondo Unico pensionistico del Banco Popolare, il testo dell’accordo per il rinnovo del contratto consorzi di bonifica, il testo dell’ipotesi d’accordo aziendale Unicalce, l’accordo sulle pensioni Sindacato-Governo. Infine, si possono consultare le slides di Federmeccanica che illustrano le proposte sul rinnovamento del contratto, l’analisi dei dati Inps sulle assunzioni della Fondazione Di Vittorio.