I dati forniti dall’Ocse rilevano una nuova lieve flessione del superindice previsionale sulla crescita economica dell’area. A risentirne è in particolare l’Italia, che a luglio ha accusato il calo più marcato e pesante tra i Paesi monitorati, tanto che l’ente parigino parla di “un rallentamento dello slancio più grave” nella Penisola.
In generale, il Composite leading indicators (Clis) per l’intera area Ocse ha segnato un meno 0,04 per cento a luglio rispetto al mese precedente e un meno 0,47 per cento su base annua.
Sull’Italia ha accusato un meno 0,22 per cento e un meno 0,54 per cento su base annua.
Significativo anche il calo sulla Francia, meno 0,11 per cento su base mensile a fronte di un più 0,03 per cento nel confronto annuo. Sulla Germania il Clis ha mostrato un marginale meno 0,02 per cento mensile e un meno 0,32 per cento su base annua. Mentre sulla media dell’area euro il calo è stato dello 0,08 per cento su base mensile e dello 0,30 per cento nel confronto annuo.
L’Ocse ricorda di aver sospeso per due mesi la pubblicazione dei dati di questo indicatore – che punta a anticipare le fasi di svolta, positive o negative, dell’economia – in modo da fotografare meglio le ricadute del referendum sulla Brexit in Gb e negli altri Paesi. E ora rileva che “sebbene permanga incertezza sulla natura dell’accordo che il Regno Unito potrebbe raggiungere con l’Ue, la volatilità che era emersa nelle settimane immediatamente successive al voto sembra essersi ridotta.”
Il superindice per il Regno Unito ha peraltro registrato un lieve incremento mensile su luglio, un più 0,04 per cento a fronte di un meno 1,09 per cento su base annua, che è però il più forte tra tutti i paesi elencato. L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevede che se la situazione si confermerà come quella attuale nei mesi a venire, nel Regno si profila un rallentamento della crescita seguito da una stabilizzazione sul finale d’anno.