Questa mattina, 13 luglio, si sta svolgendo un sit-in di protesta davanti il Ministero del lavoro “per dire no al cambio di nome, per avere garanzie sul futuro dell’Isfol e su quello dei lavoratori interessati dai processi di mobilità verso Anpal” così fa sapere la Flc-Cgil.
Il futuro dell’ente di ricerca che si occupa di formazione, lavoro e politiche sociali è infatti a repentaglio dopo l’approvazione del Jobs Act. La nuova legge prevede, infatti, che un altro istiuto di ricerca l’Anpal, l’ Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro che andrà a sottrarre una cospicua quota del personale di ruolo e le corrispondenti risorse finanziarie all’Isfol.
“Attraverso il cambio di nome, previsto in decreto correttivo del Jobs Act in via di emanazione – riporta la nota dell’Flc-Cgil – il neo commissario Sacchi fa sapere che, con ciò si avvia la trasformazione dell’Istituto che, sulla scorta di esempi stranieri (France Stratégie, WRR olandese), potrebbe diventare una piccola task force al servizio del governo e non più un ente autonomo di ricerca. Questo dopo aver deciso di abbandonare i precari dell’Isfol, mettendo a concorso dopo tanti anni di blocco delle assunzioni, i 14 posti disponibili a tempo indeterminato, a fronte di oltre 250 precari di lunga data, per professionalità che non sono utili e disponibili in Isfol, ma serviranno a dare chance a qualche ‘cordata’ universitaria o alla causa della costruzione del piccolo comitato già detto.”
”Riteniamo – continua la nota – che la decisione sia un errore. Peraltro a ridosso di una riforma degli Enti Pubblici di Ricerca, su cui c’è una precisa delega governativa alla ministra Madia. È necessaria una riflessione più ampia e condivisa, che coinvolga una platea vasta e la stessa comunità scientifica di riferimento. Ci si concentri piuttosto su come rilanciare l’Isfol e su come stabilizzare i precari. Questo – conclude la Flc-Cgil – è quanto abbiamo rappresentato ai parlamentari della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, a seguito dell’audizione informale svoltasi con i sindacati a proposito del provvedimento correttivo del Jobs Act.”