Dal 2000 al 2014 la spesa totale per cultura e servizi ricreativi in Italia è passata dall’1,5% allo 0,9% del totale della spesa del settore pubblico allargato generando “uno dei più rilevanti disinvestimenti settoriali che si sia avuto negli anni 2000”. E’ quanto si legge nelle slide presentate al convegno “L’Italia secondo i conti pubblici territoriali” organizzato dall’Agenzia di coesione territoriale.
L’Italia, ha rilevato Mariella Volpi responsabile del sistema conti pubblici territoriali dell’Agenzia per la coesione territoriale, “con una incidenza della spesa primaria per attività ricreative, culturali e di culto pari allo 0,6% del Pil si colloca nel 2014 in coda alla graduatoria dei paesi europei insieme alla Grecia.”