Per avere più crescita occorrono buste paga e pensioni più pesanti. A sottolinearlo è il segretario Generale della Cisl, Annamaria Furlan, ospite stamattina della trasmissione di La7 ‘Coffee Break’ commentando i dati Istat sul Pil ha sostenuto che “occorre un cambiamento radicale di politica economica dell’Italia e dell’Europa con una rivisitazione del Fiscal compact che ha fatto il suo tempo e in questo momento è dannoso. Fondamentale sarebbe poi una seria lotta all’ evasione fiscale”.
Per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, l’aumento di occupati su base mensile e annua, “dovuta essenzialmente all’aumento dei contratti stabili, potrebbe farci tirare un lieve sospiro di sollievo. È senza dubbio una fotografia meno pessimistica delle passate ma, su tale quadro complessivo, pesano molto la massiccia incentivazione contributiva e fiscale più che quella normativa (contratto a tutele crescenti) messa in atto dall’attuale Governo, con un costo in 3 anni di oltre 17 miliardi (con 5 miliardi in più del previsto)”.
Sui dati odierni dell’Istat, il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone ha sottolineato come in tema di lavoro “è ormai risaputo l’effetto traino della decontribuzione, che, prima o poi, smetterà di aggiungere gocce nel mare magnum della disoccupazione, se in Italia non si provvederà per tempo al varo di una politica industriale degna di questo nome. È altrettanto risaputo – spiega il segretario – che i contratti sono solo nominalmente stabili, visto che la libertà di licenziamento con il Jobs Act è diventata legge, sancendo quale unica e incontrovertibile certezza l’uscita dal posto di lavoro”.