Dopo la compatta pronuncia, ieri sera, di Assolombarda ed Emilia Romagna a favore di Alberto Vacchi come prossimo presidente dell’associazione degli industriali, oggi e’ il giorno dei distinguo. Le dieci territoriali che compongono Confindustria Lombardia non hanno infatti raggiunto l’intesa su un candidato, e dunque, nel corso delle consultazioni dei saggi, procederanno in ordine sparso, ciascuna per suo conto. Conferma Alberto Ribolla, presidente della Lombardia: “Le posizioni delle singole associazioni territoriali saranno frutto di valutazioni autonome e indipendenti, sulla base dei profili dei singoli candidati e dei loro programmi”.
Decisamente a favore di Vincenzo Boccia, invece, Unindustria Calabria, che attraverso il suo presidente, Natale Mazzuca, afferma: “la Calabria sostiene Boccia perché il suo profilo è quello maggiormente in linea con le esigenze ed i bisogni delle piccole e medie imprese che rappresentano il cuore del nostro tessuto imprenditoriale”. Inoltre, “la provenienza meridionale di Boccia potrebbe servire a rifocalizzare il fatto che le maggiori opportunità di crescita per il Paese possono venire proprio da questa parte del territorio”.
Intanto, a Milano, e’ in corso la prima tornata di audizioni dei tre saggi, davanti ai quali stanno sfilano i rappresentanti dell’imprenditoria meneghina. All’uscita, nessun nome, pochissime battute, qualche traccia di identikit. Benito Benedini, per esempio, nome storico di Confindustria, gia’ presidente di Federchimica e di Assolombarda, oggi presidente del Sole 24 ore, ha messo subito in chiaro che “il nuovo presidente deve essere un imprenditore’’ (ma va?) e che dovra’ impegnarsi, prioritariamente, sul fronte del fisco e della riforma della pubblica amministrazione. Quanto alle candidature in campo, secondo Benedini, sono “quattro candidati buoni. È importante che prendano questi che ho dato come spunti la loro conduzione strategica. È inutile fare nomi adesso, sarebbe non serio. Siamo all’inizio”, ha concluso.
Stessa musica da parte di Luca di Montezemolo. Dato come sponsor di Vacchi, si trincera dietro la riservatezza richiesta dal ruolo di ex presidente: “Un past president ha il dovere del silenzio. Mi spiace deludervi”, ha dichiarato mentre lasciava la sede di Assolombarda, dove ha preso parte per circa un’ora alle consultazioni dei tre saggi.
Piu’ loquace Sergio Dompe’, presidente dell’omonimo gruppo farmaceutico, che siede in consiglio generale come rappresentante di Farmindustria. Il suo voto, par di capire, lo dara’ a Vacchi: infatti, uscendo da Via Pantano, ha dichiarato di essere in ‘’piena sintonia’’ con il presidente di Assolombarda, Rocca, per l’appunto grande sponsor dell’industriale bolognese, per il quale, ieri, si e’ espressa l’associazione milanese (che vale ben 10 voti). E tuttavia, proprio Dompe’, precisa che, fosse stato per lui, avrebbe scelto proprio Rocca stesso: di fatto, aprendo uno spiraglio ad alcune interpretazioni secondo cui, alla fine della consultazioni, potrebbe emergere un nome diverso da quello dei quattro candidati, per l’appunto quello dell’attuale leader di Assolombarda.
In ogni caso, alla domanda se si potrà arrivare a un supporto ampio a uno dei quattro candidati in lizza, Dompè ha replicato: “Non ve lo so dire. Ma una certa ricchezza di proposte e il fatto che ci sia democrazia associativa, attraverso la quale si confrontano programmi e idee, non è a detrimento del sistema, anzi”.