“Manca una politica abitativa, mancano interventi per dare risposte alle famiglie; ci sono 10 mila famiglie che si trovano in condizioni di disagio abitativo e 40 mila in graduatoria nelle liste per ottenere alloggi popolari. Bisogna predisporre un piano casa per aumentare l’offerta di alloggi pubblici a canone sostenibile e rilanciare anche l’occupazione edile a Palermo e nella nostra Regione”.
Lo afferma Zaher Darwish alla manifestazione regionale in piazza Indipendenza di Sunia Sicet e Uniat per protestare contro la mancanza in finanziaria di risorse per l’emergenza abitativa, che in Sicilia ha punte drammatiche: oltre 2.000 sfratti eseguiti in Sicilia nel 2015 e 8.920 in esecuzione, 30 mila famiglie in attesa da anni di una casa popolare; i 35 per cento di morosi, il 40 per cento di occupazioni abusive. Oltre a un numero in crescita di famiglie in coabitazione per risparmiare sull’affitto. Alla manifestazione erano presenti, a sostegno del sindacato degli inquilini Sunia, anche gli edili della Fillea e la categoria Nidil.
Il Sunia, in “cartello” con le associazioni Comitato di lotta per la casa “12 luglio” e Prendocasa nei prossimi giorni avvierà una class action per sollevare il problema dei minori al seguito di famiglie in condizioni di emergenza abitativa, spesso inviati dall’assistenza sociale verso le case-famiglia. Destinatari dell’iniziativa saranno il Comune e il Tribunale dei minori. “C’è una costante violazione dei diritti dei minori che sta passando sotto silenzio. Nelle linee guida sulla giurisprudenza a favore della tutela dei minori si dice esplicitamente che non può essere allontanato dalla famiglia il minore per motivi esclusivamente economici o ambientali – sostengono Sunia, Prendocasa e Comitato di lotta per la casa 12 luglio – Il Comune spende ogni anno 20 milioni di fondi per le case famiglia. Parte di questi soldi potrebbe essere utilizzati per dare un sostegno all’affitto a queste famiglia, non smembrando così il nucleo, preservando l’unità della famiglia e il diritto del minore alla casa. Questo problema lo abbiamo posto all’attenzione del consiglio comunale sotto forma di emendamento al regolamento per l’emergenza casa”. Nella piattaforma elaborata per il confronto con le istituzioni comunali tra le richieste si va dal blocco immediato degli sfratti e degli sgomberi, alla requisizione degli immobili sfitti, al recupero e all’utilizzo per scopi abitativi degli immobili confiscati e del patrimonio abitativo. “Anche la pratica dell’auto-recupero del patrimonio pubblico e privato sfitto può essere una risposta importante all’emergenza abitativa”.