La Fim Cisl ha reso noti i dati relativi ai ritmi produttivi e occupazionali degli stabilimenti Fca presenti sul territorio italiano. “I dati che abbiamo elaborato – dichiara Ferdinando Uliano segretario nazionale e responsabile del settore automotive – evidenziano come il 2015 sia stato un anno di svolta per FCA, dopo un periodo di forte crisi del settore. Il 2015 è stato infatti caratterizzato da una crescita elevata nei volumi, un incremento occupazionale stabile e un consistente calo della Cassa Integrazione dal 30% del 2013 (pari a circa 32 milioni di Cig) a circa il 10% del 2015”.
In particolare, per quanto riguarda i dati produttivi, l’incremento sul 2014 è stato pari al 46,9 % (+296.214) e del 55,7% (+332.494) sul 2013. Inoltre, in 12 mesi, sono stati stabilizzati, con accordi sindacali, 2700 giovani.
“La recenti conferme degli obiettivi del piano 2014-2018 – dichiara Uliano -, dal punto finanziario ed economico, sono certamente un elemento positivo e di prospettiva per il futuro degli stabilimenti. Non dimentichiamo i recenti anni che sono stati caratterizzati da bilanci Emea con continue condizioni di perdite, anni in cui il gruppo nel 2012 aveva anche esaminato possibili chiusure di stabilimento. La sfida per ‘cuori forti’ a fine 2012, che ha portato le produzioni di fascia alta negli stabilimenti italiani, ha visto la Fim-Cisl in prima linea”. “Una sfida che abbiamo colto, impegnando l’azienda ad effettuare importanti investimenti che in particolare nel 2015 hanno portato ad un forte incremento produttivo e occupazionale e ad una condizione di profitto nei bilanci del gruppo necessari per rilanciare i futuri investimenti. Una sfida che ha visto la Fiom opporsi in maniera miope, non solo quando si è trattato di firmare gli accordi sindacali, ma durante tutta la fase di salita produttiva. In tutti gli stabilimenti con crescita produttiva la Fiom ha indetto scioperi contro turni e straordinari, falliti per la mancata partecipazione dei lavoratori”.
“La preoccupazione maggiore riguarda la tempistica delle produzioni – ribadisce Uliano – Si parla di un impegno a mantenere lo sviluppo dei nuovi modelli illustrati a Detroit nel 2014, ma con una tempistica un pò più lunga. Noi ben sappiamo che dietro allo sviluppo di un nuovo modello c’è una salita produttiva e una occupazionale, necessaria per cogliere l’obiettivo della piena occupazione e l’esaurimento del residuo di cassa integrazione entro il 2018, e per questo è importante avere assicurazioni da FCA. Le nuove produzioni di Giulia e del prossimo Suv Alfa Romeo è molto probabile che assorbiranno totalmente la CIG a Cassino e avranno anche impatti di crescita occupazionale”.
“Sicuramente gli stabilimenti che ‘rischiano di soffrire per un slittamento dei tempi’ sono in particolare Pomigliano e Mirafiori. Ambedue in attesa certamente di un secondo modello per poter soddisfare l’obiettivo della piena occupazione. Mentre su Mirafiori la seconda vettura era stata già annunciata, sullo stabilimento GOLD di Pomigliano è nelle mani di Marchionne la decisione di un nuovo modello da affiancare a Panda o su due nuovi modelli con una nuova Panda destinata altrove.”
“Noi – prosegue Uliano – da tutto questo ci aspettiamo nel prossimo incontro con l’AD una risposta puntuale e precisa. Sono queste le due priorità maggiori di un eventuale aggiornamento del piano sui nuovi prodotti. A seguire ci sono tanti altri aspetti, dal completamento della gamma Alfa Romeo alle future produzioni Maserati nello stabilimento di Modena”.
“Le nuove assunzioni rappresentano il risultato concreto di una vera politica industriale attuata in FCA, che servirebbe per il rilancio di tutto il sistema industriale del nostro paese: investimenti e incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato. Sono questi i fattori che in FCA hanno determinato l’incremento occupazionale. Prima sono serviti i nostri accordi sindacali per portare il gruppo ad investire molti miliardi negli stabilimenti italiani e poi i vantaggi contributivi del governo hanno facilitato il processo di trasformazione a tempo indeterminato”.
“In soli 12 mesi abbiamo stabilizzato con accordi sindacali 2700 giovani. Prima in Fiat trascorrevano 5 o 6 anni prima di poter avere una trasformazione a tempo indeterminato.”
“Nei dati emerge che non è solo Melfi che determina le nuove assunzioni e non sono solo gli stabilimenti di produzione finale quelli coinvolti, ma è un’azione complessiva e strategica che coinvolge gran parte del gruppo FCA. Anche gli stabilimenti di produzione dei motori, di Marelli e di Lighting hanno contribuito alla crescita occupazionale. In tutti questi stabilimenti gli accordi sindacali su orari e stabilizzazione dei nuovi assunti, sono stati accompagnati sempre dalle dichiarazioni di sciopero contrarie della Fiom, chiaramente di opposizione ideologica che non hanno visto la partecipazione e condivisione da parte dei lavoratori. Proseguirà per tutto il 2016 Il nostro impegno sindacale per una gestione in positivo delle stabilizzazioni a tempo indeterminato”, conclude Uliano.


























