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Home - Approfondimenti - La nota - Metalmeccanici, verso una seconda fase del negoziato

Metalmeccanici, verso una seconda fase del negoziato

21 Gennaio 2016
in La nota
Metalmeccanici, verso una seconda fase del negoziato

Un passaggio che segna, allo stesso tempo, la cesura e il raccordo fra due diverse fasi del negoziato. Può forse essere questa la sintesi del senso dell’incontro svoltosi oggi, a Roma, nell’ambito della trattativa per il contratto dei metalmeccanici.

In termini secchi, la notizia uscita al termine dell’incontro che ha avuto luogo, come di consueto, presso la sede nazionale della Confindustria, si articola su quattro punti. Primo: la riunione fra le corpose delegazioni dei sindacati di categoria – Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil – e delle associazioni datoriali aderenti a Confindustria – Federmeccanica e Assistal – è stata particolarmente breve. Iniziata in ritardo verso le 11:00, è finita prima delle 13:00. Segno che, a questo punto del negoziato, le parti non avevano molto da dirsi. Secondo: è stata confermata la data del prossimo appuntamento, già messa in precedenza in calendario per giovedì 28 gennaio. E’ stata quindi evitata una rottura. Terzo. E’ stato fissato il compito specifico di tale giornata: definire il calendario di una serie di incontri da effettuare, nel corso del mese di febbraio, per esaminare i vari argomenti specifici che potranno essere oggetto della trattativa. Quarto. Quello del 28 gennaio sarà il primo di una serie di incontri che si svolgeranno, come si dice nel gergo sindacale, “in ristretta”. In altri termini, a queste riunioni di approfondimento dedicate a singoli temi parteciperanno solo delegazioni ristrette. Salvo poi a fare di nuovo il punto, in plenaria, alla fine di febbraio.

Qual è il senso di questa notizia? Almeno due diverse interpretazioni sono possibili. La prima è quella, per così dire, ottimistica. A prima vista, dopo i primi tre incontri, svoltisi, rispettivamente, il 5 novembre, e poi il 4 e il 22 dicembre, e che hanno consentito alle parti di illustrare in lungo e in largo le proprie posizioni di partenza, il negoziato subisce un’accelerazione. E ciò proprio grazie alla decisione di fissare a breve le date e gli argomenti di un gruppo di appuntamenti più ravvicinati.

Ma c’è poi l’altra interpretazione, quella forse più realistica. Dietro cui sta l’acquisizione teorica secondo cui quando in un negoziato c’è un ostacolo di merito che appare insormontabile, si passa a definire il metodo. Sperando che sia poi il passare del tempo il fattore che consentirà di sciogliere nodi altrimenti inestricabili.

Da questo punto di vista, la fissazione del calendario è un classico delle trattative sindacali. Che può essere funzionale, in questo caso, non a un’accelerazione ma, se possibile, a un rallentamento del negoziato. Un rallentamento progettato allo scopo di evitare rotture e mantenere aperta una linea di interlocuzione.

Qual è, infatti, al momento, la difficoltà “insormontabile”? Come già raccontato dal Diario del lavoro, dopo le schermaglie dei due primi incontri, nel terzo appuntamento di questa trattativa, quello del 22 dicembre, la Federmeccanica ha presentato una proposta volta non tanto e non solo a rinnovare il contratto in scadenza al 31 dicembre 2015, quanto a un vero e proprio “rinnovamento” del contratto nazionale della categoria. Rinnovamento che passa dalla fissazione di un cosiddetto “salario di garanzia” che, nella percezione sindacale, è uno strumento volto a togliere autorità salariale al contratto nazionale, trasferendo ai soli eventuali negoziati aziendali la possibilità di determinare una reale crescita del potere d’acquisto delle retribuzioni dei metalmeccanici.

Anche se con accentuazioni diverse, sia Fim e Uilm, che hanno presentato alle controparti una piattaforma condivisa, sia la Fiom, che è portatrice di un’altra piattaforma rivendicativa, hanno dichiarato di non essere aprioristicamente ostili all’idea di effettuare modifiche innovative, anche significative, al tradizionale impianto del contratto nazionale della categoria. Tuttavia, hanno anche espresso un’aperta contrarietà verso una proposta, quella di Federmeccanica, che, per non dir altro, finirebbe per portare aumenti del salario nominale solo al 5% dei lavoratori.

La proposta avanzata oggi da Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e poi accettata da tutti, parte dunque dalla constatazione che “l’impostazione politica” di Federmeccanica e Assistal “in materia di aumenti contrattuali” costituisce “un elemento di forte contrasto”. Proprio per questo, secondo un comunicato sindacale diffuso dalla stessa Uilm nel pomeriggio, la trattativa si proporrà, per adesso, di effettuare “i necessari approfondimenti sulle altre tematiche oggetto del negoziato”. In sostanza,  par di capire che, anche senza dichiarazioni esplicite, l’idea sia quella di accantonare temporaneamente la tematica retributiva, per dedicarsi ai non pochi altri temi aperti in questo negoziato, dall’inquadramento all’orario, dal cosiddetto welfare aziendale alla formazione professionale, dalle relazioni sindacali ai diritti di informazione e alla vasta tematica della cosiddetta “partecipazione” dei lavoratori alla vita delle imprese.

Di fronte al negoziato contrattuale dei metalmeccanici si apre insomma un sentiero stretto che ha il vantaggio di essere percorribile e lo svantaggio di essere irto di difficoltà. Ai molteplici problemi che fin dai due primi incontri hanno segnato questa trattativa, se ne sono aggiunti per strada altri due. Il primo, evocato oggi dal direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, è quello consistente nel fatto che, rispetto alle fasi iniziali del negoziato, nell’ultimo scorcio del 2015, le prospettive economiche globali si sono repentinamente rabbuiate a causa sia dei problemi strutturali evidenziati dalla sempre più accentuata frenata dell’economia cinese, sia dal crollo dei prezzi del petrolio e delle sue conseguenze globali. Il secondo, di cui si è mormorato ai margini della trattativa, è il legame che, secondo alcuni, si sarebbe oggettivamente instaurato tra la trattativa metalmeccanici e il dibattito interno alla Confindustria e relativo all’elezione del prossimo Presidente dell’Associazione. Come è noto, infatti, il mandato dell’attuale Presidente, Squinzi, è in scadenza e il suo successore dovrà essere eletto entro il mese di maggio.

D’altra parte, il caso ha voluto che, sempre rispetto allo scorso novembre, le tensioni interne al mondo sindacale si siano venute nel frattempo attenuando. Infatti, non più tardi di una settimana fa, forse anche a causa della freddezza equamente rivolta dal Governo Renzi a tutte e tre le maggiori confederazioni, Cgil, Cisl e Uil hanno definito un documento comune in materia di relazioni sindacali. Documento la cui esistenza stessa può avere anche l’effetto di attenuare le distanze  che, a partire dal 2009, hanno tenuto separati i comportamenti sindacali di Fim e Uilm, da un lato, e Fiom dall’altro. Ma proprio mentre le cose parevano semplificarsi all’interno del mondo sindacale, ecco che si complicano all’interno del mondo confindustriale. Infatti non è impossibile che, dopo il “chimico” Squinzi, qualcuno non punti a portare al vertice di via dell’Astronomia un “metalmeccanico”. Ed è proprio in tale prospettiva che il negoziato Federmeccanica può venire a caricarsi di significati tutt’altro che leggeri. L’intreccio si infittisce.

 

@Fernando_Liuzzi

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Tags: Metalmeccanici
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