“Il governo italiano non ha nessuna intenzione di offendere nessuno, e tanto meno la Commissione e i suoi membri. Sottolineo con estrema tranquillità che i rapporti restano cordiali e costruttivi”. Così Pier Carlo Padoan, al termine dell’Ecofin, e’ intervenuto sullo scontro tra il premier italiano, Matteo Renzi, e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Stamattina, infatti, Juncker si era lamentato, con toni molto decisi, dei ”continui insulti e critiche” di Renzi all’indirizzo della Commissione, dicendosi inoltre ”sorpreso” (termine che, tradotto dal gergo diplomatico Ue, significa molto arrabbiato) sia del fatto che l’Italia stia bloccando l’esborso di 3 miliardi di euro dall’Ue per i rifugiati in Turchia, sia che Renzi rivendichi di essere stato lui a introdurre la flessibilità per i bilanci pubblici dei paesi Ue. ”Sono stato io, non Renzi, a introdurre la flesssibilita”, ha infatti puntualizzato.
Al ministro Padoan, dunque, è toccato cercare di salvare capra e cavoli: senza smentire il proprio premier, cercare di rabbonire il presidente Ue, ma nello stesso tempo tenendo il punto e ribadendo il ruolo chiave del nostro paese nell’Ue. E dunque: “E’ evidente che che è stata la Commissione a introdurre la flessibilità” nella valutazione delle politiche di bilancio degli Stati membri – ha detto il ministro dell’Economia – “ma questo è avvenuto anche a seguito del dibattito che si è sviluppato durante la presidenza italiana del Consiglio Ue”. Inoltre, ha aggiunto, “La flessibilità che l’Italia chiede è totalmente in linea con quanto prevede la Comunicazione della Commissione europea” che ha introdotto le clausole specifiche da applicare alle valutazioni dei bilanci pubblici nel gennaio scorso. Clausole che “noi stimiamo che l’Italia abbia tutti i numeri per poterle applicare”.
Padoan ha però anche sottolineato con forza che l’Italia “e’ uno dei paesi fondatori dell’Ue”, e dunque chiede rispetto: con la Commissione si confronta con “estrema gentilezza”, ma anche in modo “molto fermo e franco” , e vuole essere trattata alla stessa stregua degli altri paesi membri: ”vogliamo almeno la stessa attenzione e rispetto che hanno altri grandi paesi membri”. In particolare “sulle questioni operative” riguardanti i rapporti con l’Esecutivo Ue, per esempio “sulle clausole di flessibilità dei bilanci o sugli aiuti di Stato, noi riteniamo – ha detto il ministro – che l’Itala possa esprimere una sua valutazione delle posizioni della Commissione. Questi dossier vanno avanti con un confronto che si svolge con estrema gentilezza, ma anche in modo molto fermo e franco da parte nostra. Noi vogliamo rafforzare l’Europa, ma abbiamo diritti equivalenti a quelli di altri paesi e vogliamo che vengano rispettati”, ha concluso Padoan.
Quanto ai fondi per la Turchia bloccati, il ministro ha puntualizzato che la questione sollevata dal’Italia riguarda la provenienza dei tre miliardi di euro. “Vorrei ribadire – ha detto – che l’Italia dà pieno sostegno all’azione della Turchia per quanto riguarda la gestione degli importanti flussi migratori. Quindi è importante che delle risorse significative siano destinate a questo scopo. E l’Italia – ha ricordato – è il primo paese che ha messo risorse nazionali per affrontare l’emergere del problema migranti”.
“Insomma – ha insistito il ministro – l’Italia non sta bloccando niente e sostiene pienamente l’iniziativa; ma noi consideriamo che si debba verificare se ci sono ancora spazi affinché i tre miliardi siano pienamente coperti dal bilancio Ue, e in ogni caso, da dovunque provengano, vogliamo sapere come sono usate queste risorse. E’ una somma enorme, dobbiamo essere chiari sulla strategia”.



























