*204ª seduta: martedì 12 gennaio 2016, ore 15,30
205ª seduta: mercoledì 13 gennaio 2016, ore 15
ORDINE DEL GIORNO
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazione
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 139-bis del Regolamento, degli atti:
1. Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/54/UE relativa a talune responsabilità dello Stato di bandiera ai fini della conformità alla Convenzione sul lavoro marittimo del 2006 e della sua applicazione – Relatrice alla Commissione FAVERO
(Previe osservazioni della 1ª, della 5ª, della 8ª e della 14ª Commissione)
(Parere al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 1 della legge 9 luglio 2015, n. 114)
(n. 238)
2. Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2014/27/UE che modifica le direttive 92/58/CEE, 92/85/CEE, 94/33/CE, 98/24/CE e 2004/37/CE allo scopo di allinearle al regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele – Relatore alla Commissione ANGIONI
(Previe osservazioni della 1ª, della 5ª, della 12ª e della 14ª Commissione)
(Parere al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 1 della legge 9 luglio 2015, n. 114)
(n. 240)
INTERROGAZIONE ALL’ORDINE DEL GIORNO
BERTUZZI, VALDINOSI, ALBANO, GATTI, VACCARI, IDEM, LO GIUDICE, FASIOLO, VALENTINI, PAGLIARI – Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole alimentari e forestali. –
Premesso che:
un lancio dell’agenzia Ansa del 26 novembre 2015 riporta i dati di una recente inchiesta, che ha accertato l’impiego di immigrati clandestini, come manodopera, in alcune aziende agricole romagnole dell’area della provincia di Forlì-Cesena;
secondo l’inchiesta, queste persone vengono sfruttate per un compenso di 3, 4 euro all’ora o percepiscono un totale di 30 euro per aver lavorato anche 16 ore al giorno;
a quanto risulta agli interroganti, lavoro nero e sottosalariato continua a diffondersi, nel settore primario, a macchia di leopardo sull’intero territorio nazionale;
si è molto parlato negli ultimi mesi del drammatico fenomeno che, ancora una volta, vede i lavoratori immigrati impiegati nei campi, vittime del “caporalato”;
nel 2015, a luglio, in Puglia, una donna di 49 anni è morta sfiancata dal caldo, mentre lavorava in vigna, per una paga di 2 euro all’ora; un lavoratore tunisino di 50 anni è morto a Modugno, vicino a Bari, dopo una mattinata di lavoro per trasportare casse d’uva; un bracciante agricolo sudanese è morto di infarto il 20 luglio sui campi di pomodoro della provincia di Lecce e, ancora, come risulta da alcune inchieste giornalistiche, in Piemonte sono arrivati, per la vendemmia, oltre 1.000 migranti;
considerato che:
secondo un recente studio Istat, nonché secondo la fondazione studi “Consulenti del lavoro” su dati Inps e Inail, oltre 2 milioni sono i lavoratori irregolari nel nostro Paese, ovvero il 10 per cento circa degli occupati, in relazione ad un’economia sommersa del valore di circa 42 miliardi all’anno, con un’evasione complessiva stimata di 25 miliardi di euro;
il mancato gettito, derivante dall’economia sommersa, inciderebbe per 1,5 per cento sul Pil e tra i settori maggiormente esposti c’è quello agricolo, con 6.000 lavoratori reclutati a stagione;
in particolare, ogni anno si stima un mancato gettito di contributi Inps non versati dal settore agricolo di 600-800 milioni di euro, 8 miliardi di fatturato legale e sommerso, per la raccolta di frutti e ortaggi, di cui si valuta che un 10 per cento sia destinato alle figure del caporalato, secondo quanto emerso nelle 250 denunce del 2013 per riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani;
tenuto conto che:
il Consiglio dei ministri ha approvato, il 13 novembre 2015, un disegno di legge organico di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura;
esso è volto a ristabilire la legalità e a colpire i responsabili di vere e proprie organizzazioni criminali, i cui confini si estendono ormai su tutto il territorio nazionale;
alla luce degli ultimi fatti di cronaca, appare oggi urgente più che mai individuare un canale privilegiato per incardinare il disegno di legge di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura in uno dei 2 rami del Parlamento;
alle norme già approvate dalla giustizia è infatti necessario affiancare e rendere operativo il sistema delle reti territoriali, come già individuato all’articolo 30 del collegato agricolo alla legge di stabilità per il 2016 in discussione alla Camera,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto avvenuto in alcune aziende agricole romagnole dell’area della provincia di Forlì-Cesena, e quali provvedimenti abbiano adottato o intendano adottare per accertare quanto accaduto;
quali tempi siano previsti per la presentazione al Parlamento del citato disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 novembre 2015.
(3-02451)



























