“Bisogna rinegoziare l’art. 13 del regolamento Dublino III immediatamente e ridurre drasticamente i tempi di sosta dei migranti qui in Italia”. Così il senatore Antonio Scavone, vicepresidente vicario del gruppo Grandi Autonomie e Libertà (Gal), intervenendo in Aula dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi sul Consiglio europeo del 25 e 26 giugno per illustrare la risoluzione presentata dal Gal.
“Chi è siciliano come me – ha detto Scavone -, ha avuto un’esperienza anticipata di cosa il fenomeno migratorio sarebbe diventato negli anni, per averlo vissuto in prima persona. Un fenomeno che è stato largamente sottovalutato generando così una situazione ormai al limite del vivibile, soprattutto per le regioni del Sud Italia e della Sicilia con oltre 38.400 migranti sbarcati dall’inizio di gennaio. In questa situazione, l’Europa manca di una strategia univoca: abbiamo contestato il regolamento di Dublino III, lo riteniamo inadeguato per i grandi numeri dei richiedenti asilo oggi, abbiamo detto che temiamo che più i migranti rimangono nel luogo di primo approdo, in questo caso l’Italia, più cresce il rischio che si consumino episodi di malaffare e di corruzione; abbiamo detto che si tratta, peraltro, di persone che non vedono nell’Italia il Paese di destinazione finale, persone, quindi che in Italia non vogliono rimanere e di cui bisognerebbe favorire ed affrettare lo smistamento nei paesi da loro richiesti. E’ lì, nei paesi di destinazione finale, che andrebbero istruite le pratiche per il conferimento o meno dello status di rifugiato, non in Italia”.
“Peraltro proprio questo punto è il cuore della risoluzione che il gruppo Gal presenta oggi e sottopone al voto dell’Aula”. Insomma, ha concluso il senatore siciliano del Gal, “nel Consiglio europeo di domani l’Italia deve proporre la linea dell’obbligatorietà per tutti i paesi facenti parte dell’Unione, deve suggerire di farsi carico dei migranti sulla base del principio di solidarietà e a ritenere quale Paese di primo ingresso del migrante il territorio dello Stato di cui la nave che presta soccorso batte bandiera con la conseguenza che la prima identificazione e le successive incombenze di cui al Regolamento di Dublino III deve essere posta a carico del Paese che ha prestato il primo soccorso. E’ una scelta obbligata, il governo ne prenda atto e si imponga in Europa”.




























