I controlli a distanza su pc e telefonini dei lavoratori, previsti da uno dei decreti attuativi del Jobs act licenziati dall’ultimo Consiglio dei ministri e ora al vaglio delle commissioni di Camera e Senato sono “quello che abbiamo sempre definito nella letteratura come il Grande Fratello”. E’ questo il giudizio del leader della Cgil, Susanna Camusso, che ha parlato di “spionaggio contro i lavoratori” e annunciato “tutto ciò che si può fare in questi casi: iniziative nelle commissioni, valutare ricorsi giudiziari, continuare la mobilitazione e soprattutto la contrattazione”
“Mi sembra evidente – ha proseguito la leader Cgil- che per tante ragioni ci sia un abuso rispetto alle norme di diritto sulla privacy. Sono molto preoccupata, valuteremo tutte le cose che si possono fare perché siamo di fronte a un’idea della vita delle persone sconvolgente”.
Secondo il numero uno della Cgil la scelta del governo “conferma l’idea di disinvestimento sul lavoro”, che invece viene vista “come pura merce giocata al ribasso”. Con i controlli a distanza “si impedisce al lavoratore di essere una persona libera – ha aggiunto – basterebbe avere un po’ di rispetto per le persone per capire che quella norma non va bene”.
Ribadendo l’analogia con il Grande Fratello orwelliano, Camusso ha sottolineato che “mi viene difficile definirlo in altro modo. E’ incomprensibile perché hai bisogno di un modello di questo tipo se non per dare un messaggio alle persone che non sono libere e che invece sono controllate”.