E` ancora “notte fonda” per le imprese italiane del settore costruzioni. In un anno la produzione è crollata del 5,8%, sono andati in fumo 96mila posti di lavoro (-6,2%) e il numero delle imprese è calato del 2,8%, con una perdita di 5.646 aziende. A lanciare l’allarme è Confartigianato.
A febbraio 2015 il valore della produzione è sceso dell`1,3% rispetto a gennaio. Una tendenza negativa simile a quella registrata in Europa, con una flessione dell`1,8% nell’Eurozona e dell`1,2% nell’Ue a 28. Ma, valutata su base annua, la situazione delle costruzioni nel nostro Paese rimane decisamente peggiore rispetto all`Europa: negli ultimi 12 mesi (marzo 2014-febbraio 2015) la produzione del settore in Italia è calata, appunto, del 5,8% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nello stesso periodo, invece, l`Europa mostra un aumento dell’1,6% e nell`Eurozona l`attività delle imprese edili è stabile, con un incremento dello 0,4%.
In Italia, tra marzo 2014 e febbraio 2015, la produzione delle costruzioni è inferiore del 42,5% rispetto al picco pre crisi del periodo settembre 2007-agosto 2008.
Raffrontando il caso italiano con quello europeo si evince che, tra marzo 2014 e febbraio 2015, è la Spagna a manifestare la maggiore crescita della produzione delle costruzioni: + 14,7%, in forte recupero dopo il dimezzamento della produzione registrato tra il 2006 e il 2012. In ripresa anche le aziende edili del Regno Unito con un aumento del 4,3%, seguite da quelle tedesche che registrano una crescita dello 0,4%. Francia in controtendenza con una diminuzione del 4,7%.
In Italia sono decisamente negative anche le condizioni dell`occupazione: nel 2014 le costruzioni hanno perso 96.000 posti di lavoro (-6,2%) e hanno toccato il minimo storico di 1.454.000 occupati. Un dato in controtendenza rispetto al trend dell`occupazione complessiva che, a fine 2014, segna un incremento di 131.600 unità, al quale ha contribuito l`aumento dell`1,5% di occupati nel manifatturiero e la crescita dello 0,9% di posti di lavoro nei servizi.
“Nonostante i segnali apparentemente positivi dei dati sui mutui casa – sostiene il presidente di Confartigianato Edilizia, Arnaldo Redaelli – il comparto dell`edilizia versa ancora in una situazione di profonda crisi. Siamo di fronte ad una rinegoziazione dei tassi d`interesse che rendono i mutui più sostenibili per chi già li possiede, ma resta il nodo del mercato immobiliare dell`invenduto che ancora non accenna a sbloccarsi”.
Per garantire un futuro “all`intera filiera delle costruzioni – aggiunge Redaelli – dobbiamo partire dalla rigenerazione sostenibile delle città e dei territori, da quelle piccole e medie opere infrastrutturali che, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, sono fondamentali per il rilancio del settore e dell`economia. L`avvio in tempi rapidi di questi cantieri garantisce un effetto moltiplicatore sull`occupazione, ma per farlo è necessaria una modifica del patto di stabilità interno, che va reso più flessibile per consentire l`utilizzo dei fondi disponibili nelle casse comunali per investimenti. Solo così potremo farcela”.