Prove di dialogo tra Fiom, Fim e Uilm per il varo della piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, che scadrà a fine anno. Ma la strada appare in salita, non solo per le vicende Fiat con i relativi accordi separati e perché gli ultimi due rinnovi sono stati firmati senza le tute blu della Cgil. A provocare nuove tensioni tra le organizzazioni sindacali è stata anche l’idea di coalizione sociale lanciata dal leader della Fiom, Maurizio Landini.
I tre segretari generali, Maurizio Landini, marco Bentivogli e Rocco Palombella, si sono ritrovati allo stesso tavolo in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Antonello Di Mario, capo ufficio stampa della Uilm e direttore del giornale dei metalmeccanici della Uil, dal titolo “Aspettando la crescita – Scritti meccanici per lo sviluppo”. E non sono mancate le stoccate reciproche, come quella del leader dei metalmeccanici della Cisl, Marco Bentivogli: “I già difficili tentativi di ricomposizione di unità dei metalmeccanici sono messi in sordina dal progetto politico della Fiom. Non ci possono essere ambiguità che rischiano di apparire solo come un percorso di apprendistato pre-elettorale. L’autonomia è per noi un valore non negoziabile per una strategia sindacale forte e moderna e credibile”.
Fiom, Fim e Uilm stanno comunque cercando di mettere una pietra sul passato e affilare le armi in vista di una tornata contrattuale che si annuncia assai complicata, soprattutto per alcune affermazioni di Federmeccanica sull’opportunità di dare più spazio alla contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale.
“Abbiamo aperto una discussione con Fim e Uilm sul contratto – ha detto Landini – verificheremo se ci sono le condizioni per superare gli accordi separati, ma non sarà facile. L’importante è aver chiaro il tentativo di Confindustria di cancellare il contratto nazionale, che invece va difeso”.
“Sul contratto nazionale –ha dichiarato Bentivogli-, sono in corso riunioni con Fiom e Uilm. La Fim lavorerà alla costruzione di una piattaforma con chi la presenterà allo scopo di farla diventare un contratto nazionale. Piattaforme fuori dalla realtà per utilizzare i metalmeccanici in diatribe, fatte di scioperi politici non vedranno il nostro coinvolgimento. Il velleitarismo sindacale va forte solo in tv ed è l’alleato più forte delle iniziali posizioni di Confindustria che oscilla tra la moratoria dei Contratti Nazionali e la fine degli stessi. Ai lavoratori servono risultati, di promesse gli riempiono la testa già i politici”.
Il segretario generale della Fim Cisl ha infine rimarcato: “tutto attorno a noi è cambiato, non ci sono spazi per proroghe o revival di un modello organizzativo che va adeguato alle sfide del lavoro di oggi e del futuro. Serve un sindacato autonomo dalla politica, rinnovato dal punto generazionale e sui contenuti. Su questi ultimi, non possiamo difendere solo le pensioni retributive, che cesseranno nel 2020 e non pensare alle pensioni, assai più povere col sistema contributivo e ingiuste per i lavori usuranti. Sul mercato del lavoro l’85% degli avviati al lavoro sono invisibili al sindacato, allo Statuto dei lavoratori e ai Contratti Nazionali. La nostra sfida sarà dare cittadinanza alle centinaia di migliaia di giovani fuori dal monitor delle centrali sindacali, fare in modo che si impadroniscano di partiti e sindacati”.