“E` stato un discorso di altissimo profilo istituzionale, molto concreto, schietto e coraggioso, quello pronunciato dal neo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una vera agenda istituzionale, politica e sociale per tutto il paese”. Lo sottolinea il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando il discorso del neo Presidente della Repubblica.
“La Cisl ha apprezzato molto e si riconosce pienamente nelle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che si è fatto interprete – ha sottolineato – delle difficoltà e delle vere emergenze del paese, a cominciare dal dramma della disoccupazione di tantissimi giovani, dell`aumento delle povertà, dell`emarginazione, della solitudine delle persone in questa fase difficile per l`Italia. E` stato un messaggio di speranza, ma nello stesso tempo di fiducia, incentrato sulla necessità di unità nazionale, di riforme e di una maggiore coesione sociale per affrontare i gravi problemi economici ed occupazionali”.
In particolare, per il leader della Cisl “è stato molto significativo che il Presidente Mattarella abbia sottolineato l’urgenza di rilanciare il processo di unità politica e non solo economica a livello europeo, ed il dovere di dare risposte efficaci alla nostra comunità, attraverso un “patto sociale” e il coinvolgimento indispensabile dei corpi sociali,come indica anche la nostra Costituzione,corollario di una piena partecipazione alla vita pubblica”.
“Abbiamo apprezzato, altresì, l`appello del Presidente Mattarella ad affrontare e debellare il cancro della corruzione e della criminalità, a batterci tutti insieme per favorire gli investimenti e dare prospettive di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno, per l`estensione dei diritti, la tolleranza, il rispetto della dignità sociale, contro ogni forma di discriminazione e di genere. La Cisl – ha aggiunto – è pronta a fare la propria parte e ad assumersi le proprie responsabilità, per rispondere all`appello del Presidente della Repubblica, nello spirito di servizio al bene comune, richiamato più volte oggi dallo stesso Mattarella, cui sono chiamate oggi le istituzioni democratiche e le forze politiche e sociali del paese”.


























