Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato i caschi blu dell’Onu presenti nel sud del Libano di non applicare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza, adottata dopo la guerra del 2006 tra Israele e il gruppo sciita libanese Hezbollah, che vieta il traffico di armi.
In un colloquio telefonico con il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, Netanyahu ha sottolineato che i “soldati di Unifil non rendono conto del traffico di armi nel sud del Libano” nei loro rapporti.
Mercoledì scorso, due soldati israeliani sono rimasti uccisi in un attacco messo a segno da Hezbollah alla frontiera tra Israele e Libano. Per rappresaglia, Israele ha bombardato diverse località nel sud del Libano, dove si trovano postazioni dell’esercito libanese e dell’Unifil, e un casco blu spagnolo è rimasto ucciso. Israele non ha ammesso in via ufficiale la propria responsabilità nella morte del peacekeeper, tuttavia Madrid ha sostenuto che il militare è stato ucciso dal fuoco israeliano. “Il primo ministro ha espresso rammarico per la morte del soldato spagnolo e ha accettato di condurre un’indagine congiunta con il premier spagnolo Mariano Rajoy”, si legge in un comunicato stampa.
Nel colloquio con Ban, Netanyahu ha anche sostenuto che la “comunità internazionale deve puntare il dito contro l’Iran, responsabile dell’attacco alla nostra frontiera nord e che sta cercando di creare un fronte terroristico contro Israele sulle alture del Golan”.