Il commissario straordinario per l’Ilva Piero Gnudi invita i fornitori del siderurgico a non interrompere lavori in appalto e forniture. In una lettera inviata il 23 gennaio scorso, Gnudi sottolinea che “l’eventuale interruzione o ritardata esecuzione delle prestazioni previste a vostro carico dai suddetti contratti costituirebbe un grave inadempimento alle obbligazioni contrattuali da voi assunte nei confronti di Ilva”.
Nella missiva Gnudi precisa che i contratti pendenti alla data del 21 gennaio 2015, giorno in cui è scattata l’amministrazione straordinaria ex Marzano, “continuano ad avere esecuzione senza soluzione di continuità” e sopratutto che “i crediti derivanti dalle prestazioni regolarmente rese a Ilva a partire dal 21 gennaio 2015 saranno soddisfatti dalla procedura di amministrazione straordinaria in prededuzione rispetto ai crediti maturati prima dell’apertura della procedura”.
Gnudi specifica che le attività prestate prima del 20 gennaio dovranno essere fatturate separatamente da quelle successive e seguiranno la procedura di accertamento del passivo previsto dalla legge Marzano. Se quindi sono garantiti i pagamenti per forniture e lavori con la nuova gestione prevista dall’entrata in amministrazione straordinaria ed affidata a Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, al momento Ilva non offre garanzie specifiche sui pagamenti per il recente passato.
Con la gestione commissariale, secondo calcoli di Confindustria, Ilva ha maturato debiti verso l’indotto (circa 250 aziende locali) per 200 milioni di euro. Gli imprenditori temono che la procedura di amministrazione straordinaria rallenti i pagamenti e ridimensioni il credito.
I mancati pagamenti di Ilva negli ultimi mesi hanno mandato in crisi le imprese locali che lunedì scorso hanno protestato davanti a Montecitorio chiedendo l’intervento del governo a garanzia dei crediti. “Siamo allo stremo, non garantiamo l’ordine pubblico” ha detto ieri il presidente di Confindustria Taranto Enzo Cesareo al prefetto Umberto Guidato. Per tutta la settimana appena trascorsa, a Taranto, hanno protestato con cortei e blocchi stradali i lavoratori delle aziende dell’indotto. Circa tremila dipendenti che da mesi non percepiscono lo stipendio e temono di perdere il posto di lavoro. Oggi è previsto nella sede romana di Ilva un incontro tra i tre amministratori straordinari e i sindacati per fare il punto e decidere sulla richiesta di Cig per 5.000 dipendenti.



























