Stato d’agitazione rientrato all’Amat, l’azienda di trasporto pubblico di Palermo. I sindacati non andranno allo sciopero. La decisione è stata presa dopo un vertice che si è svolto in Prefettura. Lo ha reso noto il segretario regionale siciliano Cobas settore Trasporti, Antonino La Barbera, che ha spiegato: “Per senso di responsabilità, in questo momento di grande difficoltà, le organizzazioni sindacali hanno accolto la richiesta del presidente Gristina di risolvere internamente i problemi aziendali”.
Tanti i “nodi” da sciogliere, i sindacati chiedono risposte sul contratto di servizio, sul piano industriale e sullo stato economico dell’azienda. “Ogni mese – ha sottolineato La Barbera – viene ritardato il pagamento degli stipendi ai dipendenti.
Inoltre, il Cda ha bloccato una delibera che prevede un assegno perequativo di quasi 20 euro lordi al mese per 50 conducenti di linea provenienti dal bacino degli ex Lsu e un aumento, sempre di 20 euro lordi, previsto dal contratto nazionale di lavoro per altri 50 autisti”.
La preoccupazione maggiore riguarda il futuro dell’Amat: “Come riferito in prefettura da uno dei componenti del Cda – ha proseguito il segretario regionale dei Cobas – la società ha chiuso il conto economico 2013 con una perdita di circa una decina di milioni di euro. E ciò, in vista del bilancio consolidato Partecipate-Comune, previsto dalla legge di stabilità 2015, aggiunge altre preoccupazioni. Ad oggi non si intravede nessuna inversione di rotta: della riorganizzazione concordata col sindaco Leoluca Orlando più di un anno fa, infatti, non vi è traccia”.
Inevitabili le ricadute negative sui servizi ai cittadini. Le vetture che effettivamente circolano in strada sono poco più di 200. “Un parco mezzi soggetto a continui guasti – ha concluso La Barbera – che sarebbe da rottamare. Il futuro acquisto di 18 nuovi bus a metano è qualcosa di positivo, ma resta una goccia nel mare. Per via anche della mancanza di un distributore di metano interno: una delle tante incompiute di questa azienda”.