Il bonus da 80 euro, la “Buona scuola”, il rientro dei cervelli, l’Irap. E poi il Tfr in busta paga, la proroga dell’ecobonus, gli sgravi contributivi per le assunzioni, le entrate attese e molto altro. Dubbi sulle stime e richieste di chiarimento arrivano dai tecnici del servizio Bilancio del Senato nel dossier sulla legge di Stabilità. Su alcune misure, tra cui il rientro dei cervelli e i buoni pasto, i tecnici fanno peraltro osservare che mancano le relazioni tecniche.
Sul bonus da 80 euro, il dossier sottolinea che la stima sulla platea interessata non è “verificabile in modo puntuale” e che “sarebbe quantomeno opportuno acquisire rassicurazioni in merito al fatto che siano stati adeguatamente considerati possibili cambiamenti, nel tempo, della numerosità dei diversi insieme dei soggetti interessati”.
Sulla Buona scuola poi “andrebbero richiesti sin d’ora i dati idonei a documentare la congruità delle risorse stanziate” e sugli incentivi per il rientro dei cervelli si fa notare che la misura può “determinare effetti finanziari” da contabilizzare pur se non rilevanti.
Sulla deduzione dal costo del lavoro dell’Irap la misura “potrebbe tradursi in un minor gettito rispetto a quello atteso” e sul Tfr in busta paga servirebbero chiarimenti sia sulla garanzia di ultima istanza prestata dallo Stato sul credito agevolato per le imprese e sugli “effetti sui saldi di finanza pubblica”. Manca inoltre sulla proroga dell’ecobonus una stima delle modifiche introdotte alla Camera poiché serve una “quantificazione attendibile” sul costo.
Sugli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato, poiché non è stato posto un tetto, è necessaria, secondo i tecnici del servizio Bilancio, una “specifica clausola di salvaguardia”.
Sull’Iva sugli e-book che passa al 4% inoltre si rileva che potrebbe essere stato sottostimato il minor gettito.
Tra i temi messi sotto la lente d’ingrandimento anche la parte relativa alle entrate. La relazione tecnica non fornisce i dati sulla base dei quali è stata effettuata la quantificazione che riguarda l’aliquota sui fondi pensione su cui peraltro “non viene specificato se si sia tenuto conto di un effetto disincentivante”. Quanto infine alle norme sul reverse charge e sullo split Payment, il servizio Bilancio ricorda come la Corte dei Conti ha messo in guardia da usare proventi per loro natura incerti per coprire spese o sgravi fiscali certi.
F.P.


























