A seguito di un’assemblea di oltre mille lavoratori della Acciaierie di Terni, svoltasi ieri all’esterno dello stabilimento di Viale Brin, si è deciso di proseguire con la mobilitazione e di portarla sino a Bruxelles, dove martedì prossimo è previsto un incontro fra i parlamentari italiani e quelli della commissione. La trasferta della delegazione di 150 lavoratori partirà questa sera, pronta ad arrivare alle porte della sede degli organismi europei per tenere un sit-in e parlare con i rappresentanti italiani.
Saranno Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim Cisl, e Gianni Alioti responsabile internazionale Fim Cisl a guidare la delegazione Fim Cisl dell’Ast di Terni: “domani saremo davanti al Parlamento Europeo e alla Commissione Ue. La Commissione Antitrust Ue presieduta da Joaquin Almunia ha prima bloccato l’acquisizione di AST da parte di Outokumpu nel febbraio 2012, ha poi indebolito gli assets italiani e si è completamente disinteressata del futuro degli assets italiani che aveva invece preso l’impegno a monitorare”.
“Ci auguriamo”, aggiunge il Segretario Nazionale della Fim, “che la nuova Commissione Ue presieduta da Jean Claude Junker sia meno anti-industriale di quella uscente di Barroso. Saremo a Bruxelles affinché tutto il Parlamento Ue, i nuovi commissari, diversamente dai predecessori, Margrethe Vestager alla concorrenza e Elzbieta BienKowska all’industria comprendano che il bilancino delle concentrazioni dei produttori europei va rivisto in base ad un produttore che si aggrega e pesa sempre di più, le importazioni dai paesi extra Ue. In questo senso le limitazioni alle concentrazioni tra i produttori europei rischiano di cancellare i produttori europei se non avranno la possibilità di avere economie di scala maggiori”.
In tutte le vicende industriali italiane, dall’AST all’Alcoa, la precedente Commissione da un lato ha usato due pesi e due misure nel sanzionare i diversi paesi europei, senza nessuna visione e nessuna politica per la difesa e lo sviluppo dell’industria continentale.
Sono già 12 giorni che le attività dello stabilimento ternano sono bloccate e i lavoratori rimarranno con le braccia incrociate almeno fino a giovedì, giorno in cui è stato riconvocato il tavolo al ministero dello Sviluppo economico tra sindacati e azienda sul piano industriale, occasione in cui si terrà un nuovo presidio davanti al ministero.
Posizioni che i lavoratori stanno pagando a duro prezzo, dato che, rispetto al blocco dell’erogazione degli stipendi di ottobre, l’amministratore di Ast, Lucia Morselli, ha spiegato: “al ristabilimento della necessaria operatività aziendale, l’erogazione delle retribuzioni di ottobre verrà immediatamente effettuata con priorità assoluta”.
La questione stipendi – si afferma in ambienti sindacali – è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: anche durante gli incontri al ministero si era parlato di questo problema, non solo degli usuberi e del nuovo piano richiesto con stop ai licenziamenti, ma l’Ad Lucia Morselli aveva fatto intendere che prima di pagare, la protesta si sarebbe dovuta concludere con ripresa dell’attività lavorativa. Quindi lo sciopero continuerà fino al 6 novembre, mentre oggi 150 operai partono per Bruxelles.
Intanto dall’assemblea della Confindustria che si sta tenendo a Brescia, il presidente del Consiglio Matteo Renzi afferma: ”Per affrontare la crisi della siderurgia in Italia serve una risposta ‘di sistema’”. “C’è un problema della siderurgia nel suo complesso in Italia e dobbiamo attrezzarci ad avere carte nuove”. “Non possiamo pensare – ha spiegato il capo del governo – di fare a meno dell’acciaio e della siderurgia in un paese che crede di essere all’avanguardia, lo è e vuole continuare ad esserlo. Siamo il secondo paese manifatturiero in Europa e non possiamo fare a meno della siderurgia”.
Quanto alle crisi delle diverse realtà della produzione dell’acciaio, “ci sono casi e casi”, ha detto Renzi. “Credo che a Terni si possa arrivare a una soluzione recuperando la capacità di dialogo. Per mia esperienza quando il sindacato fa il sindacato e si occupa dei lavoratori credo sia una funzione fondamentale e faccio di tutto perché sia difesa”.
“Credo – ha concluso il presidente del Consiglio – che sia arrivato il momento per dire che, da Taranto a Piombino, o il sistema paese avanza una proposta o non ci sarà modo di garantire il futuro della siderurgia”.