Bankitalia fa le pulci alla legge di stabilità che ottiene dall’istituto centrale qualche promozione ma anche, se non vere e propria bocciature, quanto meno un giudizio sospeso. Nel corso dell’audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato, il vice direttore generale Luigi Signorini promuove a pieni voti la decontribuzione per tre anni dei nuovi assunti a tempo indeterminato, che, afferma, “potrebbe indurre una anticipazione al 2015 di assunzioni programmate per gli anni successivi, contribuendo a una più rapida ripresa dell’occupazione che sarebbe altrimenti destinata a seguire con ritardo la ripresa produttiva”. Ma rispetto all’adeguatezza delle risorse stanziate per sostenere la decontribuzione (pari a 1,7 miliardi nel 2015 e 3,3 nel biennio 2016-2017), il rappresentante di Bankitalia avverte: “dipenderà dalla misura effettiva in cui le imprese sfrutteranno l’agevolazione; un monitoraggio attento e tempestivo è opportuno”. Quanto all’articolo 18, non viene proprio nominato, cosi come, del resto, non è citato nel Jobs Act e nella legge di stabilità; Bankitalia, piuttosto, sottolinea che l’incentivo alle assunzioni “potrà indurre una più rapida diffusione del contratto a tutele crescenti nel tempo che dovrebbe essere introdotto a seguito del Jobs act”.
Sul resto della manovra pendono invece parecchi dubbi. A partire dai tagli agli enti locali: l’istituto di via Nazionale quantifica in 30 miliardi negli ultimi 4 anni, che oggi si riflettono negativamente sugli investimenti e sulle maggiori tasse imposte dagli enti stessi: “occorre evitare che questa tendenza prosegua”, avverte Bankitalia, precisando che a fronte di 30,3 miliardi di tagli ai trasferimenti tra il 2010 e il 2013 gli enti locali hanno ridotto la spesa primaria di 16,3 miliardi (-10,7 miliardi quella in conto capitale) e hanno aumentato le entrate per oltre 14 miliardi.
Pollice verso anche rispetto al Tfr in busta paga, che, avverte Signorini, dovrebbe essere una misura solo temporanea, pena l’impoverimento delle pensioni future, già ridotte all’osso. Lo smobilizzo del Tfr maturando inciderebbe “negativamente sulla capacità della previdenza complementare di integrare il sistema pensionistico pubblico”, e i più penalizzati, ancora una volta, saranno i più poveri: “L’adesione dei lavoratori a basso reddito – ha infatti aggiunto Signorini – aggrava il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non adeguate. E’ dunque cruciale che la temporaneità del provvedimento, motivato dalla fase congiunturale eccezionalmente avversa, venga mantenuta”. Infine, promossa con riserva la lotta all’evasione fiscale: se da un lato si osserva che la Legge di stabilità contiene provvedimenti “potenzialmente in grado di incidere sull’evasione”, dall’altro si precisa che, data la natura dei fenomeni, “gli effetti di gettito vanno stimati con cautela”.