La presidente della Regione, Catiuscia Marini e il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo presidente anche della Provincia, saranno nel pomeriggio a palazzo Chigi; la situazione alle Acciaierie sta diventando molto critica e quindi servono “azioni concrete e immediate”, come ha richiesto in un messaggio inviato al premier Renzi, il leader della Cgil ternano Attilio Romanelli.
Intanto a Terni la tensione tra gli operai sta aumentando; uno sciopero è stato deciso dalle 21 di ieri sera sino alle 6 di venerdì 17 quando scatterà quello provinciale in difesa dello stabilimento Acciaierie.
È stata l’esclusione da parte dei vertici della ThyssenKrupp delle ditte esterne che non avevano accolto la richiesta di tagli del 20% sul costo delle commesse, tra cui principalmente il trasporto di residui ferrosi all’esterno della fabbrica, a far scattare l’ulteriore rabbia dei lavoratori. La richiesta di tagli era venuta nei giorni scorsi dall’Ad Lucia Morselli che è stata in Germania e sta facendo rientro a Terni.
Il caso più complesso è quello della Ilserv, una impresa esterna con 330 dipendenti; i dirigenti di questa società non hanno accolto il ribasso del 20% sui servizi e la società sarebbe stata esclusa come fornitrice. Un effetto domino quindi che coinvolge le imprese del terziario. I membri della RSU sottolineano che non è solo avvio delle procedure per 537 lavoratori dell’AST a preoccupare (una cinquantina di lavoratori avrebbero accettato una buonuscita di circa 80 mila euro), ma anche i problemi che si avrebbero i 330 della Ilserv e forse anche di altre piccolissime imprese.
Ieri in serata è partita l’ennesima manifestazione notturna, con lavoratori oltre 500, che sono rimasti dinanzi allo stabilimento di viale Brin e alla palazzina della Ilserv, con presidio delle portinerie. Lo stabilimento ternano quindi è fermo e lo rimarrà fino alle 6 di sabato, proseguendo lo sciopero di oggi con quello provinciale generale.


























