L’apertura di giornata ha visto lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi salire a quota 200 punti, cosa che non succedeva da circa un paio di mesi. Poi l’inversione di rotta: il differenziale scende rispetto ai livelli di apertura fino a 180 punti, con una resa dei titoli decennali italiani in discesa dal 3,3 % al 3,2% sul mercato secondario.
L’avvicinarsi delle elezioni europee e le asprezze della relativa campagna elettorale si riflettono in quello che, per molti osservatori, è da considerarsi come un segnale d’allerta da parte dei nostri mercati, intimoriti dalla possibile affermazione di quell’ala euro-scettica generatrice di instabilità e tensioni all’interno del governo.
Dati che rimbalzano immediatamente sulla bocca dei politici, con Renzi che accusa Grillo di essere il responsabile dell’innalzamento dello spread, ma anche dei banchieri, tramite Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), che minimizza: “E’ un indicatore prospettico non di lungo termine. Dopo diversi mesi di forte calo, più prolungata è questa discesa più aumenta il rischio di un qualche sussulto”.