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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

2 Aprile 2014
in Senato

65ª Seduta

Presidenza del Presidente

SACCONI 

La seduta inizia alle ore 15,15.

SULLA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTI ACQUISITI NEL CORSO DELLE AUDIZIONI   

Il presidente SACCONI comunica che la documentazione riferita al disegno di legge n. 660, consegnata nel corso dell’audizione informale del 19 marzo scorso, svoltasi in sede di Uffici di Presidenza integrati dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari delle Commissioni 11a e 12a riunite, sarà resa disponibile sulla pagina web della Commissione.

IN SEDE CONSULTIVA 

Schema di accordo di partenariato per l’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei per il periodo di programmazione 2014-2020 (n. 86)

(Osservazioni alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame. Osservazioni favorevoli con rilievi) 

Prosegue l’esame, sospeso nella seduta antimeridiana di ieri.

Il senatore BAROZZINO (Misto-SEL) si sofferma in particolare sulla tabella nella quale si ricomprende tra le aree di intervento il superamento di ogni discriminazione, esprimendo l’auspicio che l’espressione corrisponda ad un reale impegno, perché la categoria non è passibile di graduatoria di maggiore o minore gravità, ma rappresenta un tutt’unico.

La senatrice BENCINI (Misto) domanda chiarimenti in ordine alla ricaduta pratica delle osservazioni che la Commissione si accinge a dare.

Il presidente SACCONI ricorda che l’atto concerne lo schema di accordo di partenariato e che le osservazioni delle Commissioni parlamentari sono destinate a contribuire alla formazione della politica sostenuta dall’Italia in sede europea.

Concorda la senatrice PARENTE (PD), osservando che anche per questa ragione sarebbe stata opportuna la presenza del rappresentante del Governo nella seduta odierna.

La senatrice BENCINI (Misto) si interroga nuovamente in ordine allo svolgimento del procedimento.

Il presidente SACCONI  ribadisce che la fase consultiva di cui è investita l’11a Commissione permanente, insieme ad altre Commissioni parlamentari chiamate a dare osservazioni alla Commissione bilancio, competente nel merito, concorrerà alla definizione della posizione del Governo in sede europea. Sarà evidentemente possibile un giudizio ex post in ordine all’accoglimento delle osservazioni parlamentari da parte dell’Esecutivo e alle modalità attuative.

La senatrice MUSSOLINI (FI-PdL XVII) pone un problema metodologico, lamentando la mancanza di una procedura che consenta alla Commissione ed al Parlamento in genere di giocare un ruolo maggiormente proattivo. Ritiene che le carenze siano addebitabili a una mancata interlocuzione non solo con il Governo ma con la stessa Unione europea, osservando che sovente la Commissione si trova a discutere di atti decisi o da decidere a Bruxelles senza aver alcun rapporto con i propri rappresentanti nell’Unione europea.

Il presidente SACCONI (NCD) concorda con i rilievi riguardanti il non efficace collegamento con le strutture comunitarie, ciò che rappresenta tuttavia un problema di carattere generale e non riferito alla odierna situazione. Peraltro reputa che l’espressione di osservazioni di forte dettaglio sarebbe destinata a diminuirne l’incisività. Ritiene pertanto che la Commissione debba esprimersi in modo generale, pur se non generico.

Il senatore PUGLIA (M5S) ricorda di avere già espresso contrarietà in ordine all’istituzione di una agenzia territoriale e si domanda come enti che hanno già dimostrato di non essere in grado di utilizzare fondi stanziati a livello europeo possano ora conseguire con efficacia tale obiettivo. Per queste ragioni, ritiene sarebbe opportuno fissare delle sanzioni a carico di quegli uffici che non adempiano in modo efficace ed efficiente a porre in essere le condizioni che consentano l’utilizzo dei fondi europei, a maggior ragione in considerazione dell’elevato contributo italiano all’Unione europa.

Il relatore ANGIONI (PD) fa osservare che la ristrettezza dei tempi di esame è dovuta altresì alla circostanza che tra il deposito della prima bozza e la trasmissione al Parlamento si è verificata una crisi di governo che in qualche modo ha impedito o comunque limitato la legittima possibilità di informazione. Di fatto le osservazioni italiane vanno trasmesse entro il 20 aprile e, considerati gli importi consistenti, non gli parrebbe certo opportuno bloccare l’iter procedimentale.

Dà quindi conto di una sua proposta di osservazioni, favorevoli con rilievi (testo allegato al resoconto della seduta), richiamando in particolare l’attenzione dei Commissari sui capoversi finali, nei quali l’accento è messo innanzitutto sul metodo adottato, decisamente innovativo rispetto al passato, consistente nella concentrazione degli stanziamenti su pochi e definiti programmi, specificamente mirati: in precedenza, infatti, è proprio in questo che va rinvenuta la causa principale dell’inutilizzo degli stanziamenti. Inoltre le osservazioni, pur se favorevoli, sollecitano una migliore specificazione degli interventi riguardanti l’accesso al mercato del lavoro e le politiche attive, auspicando che questa nuova impostazione dell’accordo consenta un utile impiego delle risorse ai fini del conseguimento degli obiettivi. Infine, nel sottolineare positivamente l’impostazione del documento e il notevole importo degli stanziamenti, auspica che ciò possa consentire una convergenza di posizioni tra maggioranza e minoranza.

Nessun altro chiedendo la parola, si passa alle dichiarazioni di voto.

La senatrice SPILABOTTE (PD) sottolinea assai positivamente la nuova impostazione dello schema rispetto alle analoghe programmazioni nel passato, ritenendo che ciò possa essere di ausilio al conseguimento di risultati di particolare importanza. L’istituzione della nuova agenzia territoriale consentirà altresì una migliore gestione dei fondi a livello regionale e locale. Esprime pertanto voto favorevole.

La senatrice MUSSOLINI (FI-PdL XVII), nel condividere la posizione del relatore, annuncia voto favorevole.

In senso favorevole si pronunciano altresì, a nome dei rispettivi Gruppi, i senatori PAGANO (NCD) e BERGER (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).

La senatrice MUNERATO (LN-Aut) e i senatori BAROZZINO (Misto-SEL) e PUGLIA (M5S) annunciano voto di astensione; in dissenso dal suo Gruppo, la senatrice BENCINI (Misto) dichiara invece voto favorevole.

Presente il prescritto numero di senatori, il presidente SACCONI mette quindi ai voti la proposta di osservazioni, favorevoli con rilievi, formulata dal relatore.

La Commissione approva.

La seduta termina alle ore 16.

OSSERVAZIONI APPROVATE DALLA COMMISSIONE SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 86

L’11a Commissione permanente, esaminato lo schema di accordo di partenariato in titolo, per quanto di competenza,  premesso che:

l’Accordo in esame concerne l’impiego in Italia dei fondi strutturali e di investimento europei per il periodo di programmazione 2014-2020;

per il suddetto periodo l’Italia beneficerà di un complesso di risorse comunitarie pari a 32.268 milioni di euro, cui si aggiungeranno il cofinanziamento nazionale – a carico del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie e previsto nella misura di 24.000 milioni dalla legge di stabilità per il 2014 – e, per i Programmi Operativi Regionali, la quota di cofinanziamento di fonte regionale, quantificabile in un importo pari al 30 per cento del cofinanziamento complessivo del programma operativo regionale;

preso atto che la relazione illustrativa che accompagna lo schema informa che è stato avviato in Italia un processo di cambiamento nella gestione complessiva dei fondi europei, inteso alla concentrazione delle risorse su pochi e ben definiti obiettivi;

considerato che:

– riguardo all’obiettivo tematico dell’investimento nell’istruzione, nella formazione professionale, nelle competenze e nell’apprendimento permanente, lo schema di Accordo indica tra le proprie priorità la riduzione e prevenzione dell’abbandono scolastico precoce e la promozione dell’uguaglianza di accesso ad un’istruzione prescolare, il miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’istruzione superiore e di livello equivalente, il rafforzamento della parità di accesso alla formazione permanente per tutte le fasce di età, l’aggiornamento delle conoscenze e delle competenze della manodopera e la promozione di percorsi flessibili di apprendimento, il miglioramento dell’aderenza al mercato del lavoro dei sistemi d’insegnamento e di formazione, fissando per tale obiettivo tematico la quota di risorse comunitarie per l’Italia a 4.146 milioni di euro;

– riguardo all’obiettivo tematico concernente la promozione dell’occupazione sostenibile e di qualità ed il sostegno della mobilità dei lavoratori, lo schema ritiene che le politiche attive per il lavoro si possano indirizzare in particolare verso la diffusione di strumenti in grado di compensare le maggiori difficoltà occupazionali di alcuni gruppi di lavoratori, incidendo sul costo del lavoro, anche mediante incentivi all’occupazione e, con particolare riferimento alle donne, mediante lo sviluppo dei servizi intesi alla conciliazione tra vita professionale e vita privata e familiare; ulteriori iniziative saranno rivolte all’incremento dell’occupazione dei lavoratori anziani,  a forme di sostegno all’inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati, degli immigrati e dei disabili, a favorire gli investimenti in istruzione e formazione di qualità, specialmente di tipo tecnico e professionale, la valorizzazione dell’alternanza istruzione-formazione-lavoro e la promozione dell’autoimpiego e dell’imprenditorialità, in particolare attraverso l’estensione del microcredito;  per tale obiettivo tematico lo stanziamento di risorse comunitarie previsto per l’Italia è di 4.362 milioni di euro;

– riguardo all’obiettivo tematico di promozione dell’inclusione sociale e di contrasto della povertà e di ogni forma di discriminazione, il documento individua due direttrici generali: l’adozione di un programma nazionale per la sperimentazione di misure rivolte alle famiglie in condizione di povertà o di esclusione sociale ed il ricorso a tipologie di intervento rivolte ai soggetti maggiormente distanti dal mercato del lavoro; a tal fine per l’Italia la quota di risorse comunitarie stanziate è pari a 3.805 milioni di euro;

– valutato positivamente il metodo adottato, in senso decisamente innovativo rispetto al passato, consistente nella concentrazione degli stanziamenti su pochi e definiti programmi, specificamente mirati, che appare particolarmente utile al fine di agevolare l’utilizzo dei fondi medesimi;

nel formulare osservazioni favorevoli, sollecita tuttavia una migliore specificazione degli interventi riguardanti l’accesso al mercato del lavoro e le politiche attive riferite allo stesso. Esprime altresì l’auspicio che l’impostazione dell’Accordo, con la precisa individuazione di obiettivi e programmi e l’indicazione specifica per risultato atteso per le varie categorie di regione, consenta il pieno raggiungimento del complesso delle finalità proposte e che tutte le risorse indicate vengano utilmente impiegate ai fini del conseguimento degli obiettivi stessi.


64ª Seduta (pomeridiana)

 Presidenza del Presidente

SACCONI 

            Interviene il ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti.       

La seduta inizia alle ore 15,10.

SULLA PUBBLICITA’ DEI LAVORI  

Il presidente SACCONI comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, è stata richiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.

Poiché non vi sono osservazioni, tali forme di pubblicità sono dunque adottate per il prosieguo dei lavori.

Il presidente SACCONI avverte, inoltre, che della procedura informativa sarà redatto il resoconto stenografico.

La Commissione prende atto.

PROCEDURE INFORMATIVE 

Seguito delle comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulle linee programmatiche del suo Dicastero       

Prosegue il dibattito sulle comunicazioni del Ministro del lavoro, iniziato nella seduta del 26 marzo scorso.

Il presidente SACCONI, nel rivolgere un saluto al ministro Poletti e nel ricordare che nel corso della precedente seduta non si era ancora esaurito l’elenco degli iscritti a parlare, coglie l’occasione per soffermarsi sui dati allarmanti diffusi dall’ISTAT oggi in materia di disoccupazione, sottolineandone l’ineludibilità.

Il senatore ICHINO (SCpI) esprime sostanziale piena adesione agli obiettivi che il Governo si propone di conseguire e ritiene che le misure da lui esposte contribuiranno ad eliminare il muro che attualmente separa la domanda dall’offerta di lavoro. Si sofferma quindi in particolare sulle prime misure adottate dal Ministro, che hanno suddiviso il conseguimento di questi obiettivi tra un decreto-legge e un disegno di legge delega. A tale proposito avanza perplessità in ordine alla inclusione nel provvedimento d’urgenza delle disposizioni riguardanti il contratto a termine, inserendo invece nel disegno di legge delega quelle riguardanti la flessibilizzazione del contratto a tempo indeterminato, per le conseguenze negative che potrebbero derivarne. Al riguardo propone al Governo una riflessione sull’opportunità di portare all’interno delle disposizioni deldecreto-legge anche quelle riguardanti quel contratto a protezione crescente sul quale il suo Gruppo ha presentato il disegno di legge n. 555. Inserendo le modalità ivi contenute, cui non si oppone alcun ostacolo di carattere tecnico, si anticiperebbe con il provvedimento d’urgenza una formalizzazione contrattuale assai importante, offrendo all’imprenditore una interessante opportunità di scelta.

La senatrice MUNERATO (LN-Aut) esprime preoccupazione per l’allarme casato dai dati ISTAT in tema di disoccupazione oggi diffusi ed auspica che il Governo voglia fare chiarezza sul tema. L’Esecutivo Renzi, con le dichiarazioni che via via si susseguono, sembra non tenere in alcun conto il mondo del lavoro. Ad esempio, il ministro Madia ha rilasciato dichiarazioni in ordine al prepensionamento nel settore del pubblico impiego, mentre ovviamente bisognerebbe anzitutto tenere conto di chi lavora alle catene di montaggio. Si chiede peraltro quale possa essere la copertura a tale misura. D’altro canto, secondo quanto esposto nella precedente seduta dal Ministro, per il 2014 non sono possibili stanziamenti a favore della cassa integrazione guadagni né per gli esodati, mentre risulta che fondi vengono invece destinati all’operazione “Mare nostrum” e ai detenuti stranieri. L’auspicio è quindi che l’azione del Ministro sia innanzitutto ispirata al buon senso.

Secondo il senatore LEPRI (PD) la questione posta dal senatore Ichino rileva la contraddizione esistente tra un decreto relativo alla flessibilità e ai contratti a termine e i contratti a tutele progressive. Si tratta di una contraddizione che va invece superata, perché è evidente la preferenza al ricorso alla prima forma contrattuale; in questo senso la soluzione suggerita dal senatore Ichino rappresenta un’ipotesi che consentirebbe di tenere insieme le due diverse misure. Coglie altresì l’occasione per auspicare la tempestiva calendarizzazione dei provvedimenti riguardanti le misure relative al sistema di protezione dl welfare, con specifico riferimento alla tutela dei carichi familiari e agli anziani non autosufficienti. Conviene inoltre che per lavori cosiddetti utili, come detto dal Ministro, gli stanziamenti possono essere limitati per chi già beneficia di altre sovvenzioni dello Stato. Ulteriori temi di riflessione che a suo avviso andrebbero affrontati sono rappresentati dalla necessità della redistribuzione del lavoro esistente, dall’utilizzo dei contratti di solidarietà e dal part-time.

La senatrice BENCINI (Misto) cita numerosi dati riguardanti aziende create da italiani, che negli ultimi tempi si sono trasferite poco al di là del confine nazionale, soprattutto in Svizzera. Si domanda pertanto come possa essere possibile aumentare l’occupazione se non si riesce a frenare l’esodo di tali imprese.

La senatrice MUSSOLINI (FI-PdL XVII), premesso un atteggiamento di collaborazione con specifico riferimento alle tematiche riferite alle politiche sociali, fa tuttavia osservare che tra le misure annunciate dal Ministro nel corso della sua esposizione è stato incluso lo strumento della Garanzia giovani, sul quale in realtà la Commissione ha da tempo discusso. Di fronte ad una percentuale di occupati in forte diminuzione ed all’assenza di misure adeguate in tema di politiche sia attive che passive del lavoro, si augura che l’attuale Governo voglia compiere scelte in continuità con il precedente, auspicando una particolare attenzione per il lavoro di genere. Sottolinea altresì l’opportunità di riflettere che in molti casi gli stanziamenti, pur disposti, rimangono inutilizzati a causa delle disomogeneità procedurali tra le singole regioni.

La senatrice D’ADDA (PD), nel ringraziare il Ministro per la sincerità con la quale ha evidenziato le difficoltà in cui versa il Paese, sottolinea in particolare la mancanza di simmetria tra gli interventi disposti, dubitando che l’innalzamento a 36 mesi del contratto a termine induca ad un incremento in direzione di una stabilizzazione e sottolineando che il rinviare al disegno di legge delega gli interventi di maggior rilievo implica l’esistenza della flex, ancora in assenza della security. Esprime quindi l’esigenza di approfondire maggiormente il tema della formazione nel corso dell’apprendistato. Chiede infine un chiarimento sull’articolo 3 del decreto-legge n. 34, rilevando una distonia terminologica tra il comma 1 e il comma 2 dell’articolo.

La senatrice CATALFO (M5S) ribadisce nuovamente i temi da lei già esposti nel precedente intervento, riguardanti la mancanza di sicurezza dei lavoratori e l’incremento della flessibilità, chiede precisazioni in termini di dati riguardanti la disoccupazione e l’inoccupazione e sul reddito di cittadinanza e domanda chiarimenti sulle politiche di lavoro che l’Italia intende realizzare nel Semestre di presidenza. Segnala infine che l’articolo 1 del decreto-legge n. 34 è in contrasto con la direttiva n. 1999/70/CE, laddove si specifica che il ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato deve trovare la sua motivazione in condizioni oggettive.

Il senatore BAROZZINO (Misto-SEL) lamenta che temi importanti come quelli del lavoro vengano sempre trattati con una tempistica particolarmente affrettata. Ritiene che il decreto-legge n. 34 non potrà che avere effetti fortemente negativi sul mondo del lavoro, contrastando non solo con la direttiva europea ma con la Costituzione stessa, tanto da poterlo qualificare un autentico crimine sociale.

Il presidente SACCONI, dichiarata chiusa la discussione generale, osserva preliminarmente che argomentazioni complesse e anche di eventuale dissenso possono tuttavia essere espresse in tempi anche contenuti. Quanto all’ultima espressione utilizzata dal senatore Barozzino, rileva con preoccupazione che nel corso della settimana sul provvedimento d’urgenza sia stata da qualcuno addirittura evocata l’immagine del “colpo alla nuca” e mette in guardia dall’uso di espressioni di tale violenza verbale. Al contempo precisa e anticipa che, per una scelta politica inequivocabilmente favorevole, il suo Gruppo si asterrà invece da qualsiasi emendamento relativo al decreto-legge n. 34. Quanto alla riforma del Titolo V, con specifico riferimento alla materia del lavoro, attualmente di competenza regionale, esprime consenso qualora la notizia del suo affidamento ai compiti dello Stato venisse confermata dal Ministro.

A tutti replica il ministro POLETTI, rilevando preliminarmente che i dati oggi diffusi in materia di disoccupazione confermano un trendall’interno di una dinamica dell’andamento economico a tutti noto, non potendo peraltro verificarsi una sovrapposizione secca fra il cambiamento del ciclo e le dinamiche occupazionali. Attualmente numerosi soggetti sono coperti da ammortizzatori sociali che in realtà fanno riferimento ad aziende che non riprenderanno le rispettive attività e che quindi sono, formalmente o sostanzialmente, chiuse. Oggi emergono dunque le conseguenze di queste politiche ed è ad esse che quei dati vanno imputati. Ove invece si incrociassero le code della crisi con i dati innescati dalle nuove dinamiche, i risultati sarebbero di maggiore positività. Egli contesta radicalmente che il provvedimento d’urgenza “precarizzi” la situazione del Paese, a maggior ragione perché i dati evidenziano come i contratti a termine rappresentino il 68 per cento dell’avviamento al lavoro nell’ultimo trimestre del 2013, a causa di una regolazione plurima e del tentativo effettuato di porre in essere contratti di lavoro che tenessero conto delle varie situazioni. Il giudizio relativo alla mancata causale è dunque contraddittorio: quei numeri sono stati provocati in Italia in presenza della validità della causale e l’interrogativo in ordine alla loro efficacia è dunque legittimo. La preferibilità che nel corso di 36 mesi, anziché impiegare di volta in volta soggetti diversi, l’imprenditore possa prorogare il medesimo contratto ad un unico lavoratore gli pare un fatto di pura logica. Per questa ragione egli respinge qualsiasi accusa di precarizzazione, evidenziando la valenza di una possibilità nuova che si apre per le imprese. Peraltro il contratto a temine rappresenta quello che offre maggiori tutele al lavoratore: è preferibile un buon contratto a termine rispetto al ricorso strumentale a contratti senza tutela. Sarà comunque necessario che il Governo presti attenzione alla verifica dell’utilizzo delle partite IVA e dei contratti di collaborazione.

Sul contratto di apprendistato, si è passati da un ricorso dal 14 al 10 per cento; egli non contesta la positività della finalità, ma ritiene che nel concreto quei contratti siano spesso stati interrotti a ridosso della conclusione, con un danno ulteriore per l’apprendista che non ha così ottenuto la sua qualifica. Anche a questo fine le misure introdotte sono finalizzate ad un’operazione di semplificazione. Peraltro il Governo non si pone in una posizione di chiusura, ma di attento ascolto, riservandosi un esame finalizzato, ove necessario, anche alla correzione degli interventi adottati, nell’intento di produrre innanzitutto una disciplina efficace. Il tema del rapporto tra provvedimento d’urgenza e disegno di legge delega è sicuramente esistente; la problematica delle revisioni dei contratti è tuttavia caratterizzata da notevole complessità e si è voluto perciò evitare di metter mano ad un’unica forma di contratto, proprio per scongiurare ulteriori disallineamenti normativi. Sicuramente occorrerà un riordino complessivo delle disposizioni in materia lavoristica, una omogeneizzazione delle forme contrattuali, una ottimizzazione del funzionamento di un’Agenzia nazionale del lavoro che consenta una omogenizzazione applicativa e, ovviamente, l’adozione di una normativa a carattere transitorio. Il fine è dunque quello di ridurre la complessità e di conseguenza il ricorso alla magistratura. Pur comprendendo i ragionamenti portati avanti da molti degli intervenuti, ritiene fondamentale individuare un punto di coerenza, ed in questo senso al momento insiste nel tenere nettamente separati i temi rientranti nel decreto-legge da quelli inseriti nel disegno di legge delega.

Quanto alla Youth Guarantee, si tratta di una tematica da tempo in esame e che riguarda quasi 900.000 giovani: la costruzione del progetto non è stata dunque semplice ed a tale riguardo esprime un ringraziamento per il lavoro svolto dal suo predecessore, ministro Giovannini. Si sofferma quindi in particolare sul problema, assolutamente strutturale, di un efficace collegamento fra Stato, regioni, imprese e apparati pubblici, di cui Finmeccanica rappresenta un caso paradigmatico. Al fine di indurre un’efficace collaborazione occorrono dunque efficaci collegamenti, pronte modifiche ed un attento monitoraggio. Quanto alle politiche sociali, è indubbio che la crisi abbia peggiorato le condizioni di una vasta area di cittadini e che occorra individuare le modalità più efficaci per affrontare questa dinamica. E’ al contempo necessario che le imprese mantengano in Italia le proprie sedi ed individuare gli strumenti più idonei a scongiurare o impedire la delocalizzazione. Un tema delicato riguarda poi l’incrocio tra scuola e lavoro, che spesso si scontra con l’obiezione che ciò indurrebbe numerosissimi studenti all’abbandono scolastico. Conferma comunque che allo stato il limite resta confermato a 16 anni. Si ripromette in ogni caso di dedicare successivamente uno specifico intervento in tema di politiche sociali e di occupazione giovanile.

 

Il presidente SACCONI ringrazia conclusivamente il Ministro e dichiara conclusa l’audizione.

 

 

La seduta termina alle ore 16,10.

 

 

63ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza della Vice Presidente

SPILABOTTE 

La seduta inizia alle ore 10,30.

IN SEDE CONSULTIVA 

Schema di accordo di partenariato per l’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei per il periodo di programmazione 2014-2020 (n. 86)

(Osservazioni alla 5a Commissione. Esame e rinvio) 

Il relatore ANGIONI (PD) illustra l’Atto per gli aspetti di competenza della Commissione, precisando preliminarmente che l’Accordo di partenariato in esame concerne l’impiego in Italia dei fondi strutturali e di investimento europei per il periodo di programmazione 2014-2020, sul quale le Commissioni parlamentari competenti (nel caso di specie la Commissione bilancio, cui la Commissione lavoro formulerà le proprie osservazioni) sono chiamate ad esprimere parere. La lettera ministeriale di presentazione del documento specifica che è in corso un lavoro di raccordo tra le varie Amministrazioni centrali e regionali per la valutazione delle osservazioni e per l’elaborazione della versione definitiva del testo, che dev’essere inviata entro il 20 aprile 2014 alla Commissione europea. La stessa relazione illustrativa che accompagna lo schema osserva che è stato avviato in Italia un processo di cambiamento nella gestione complessiva dei fondi europei, cambiamento inteso – anche mediante l’istituzione dell’Agenzia per la coesione territoriale – alla concentrazione delle risorse su pochi e ben definiti obiettivi, al fine di potenziare l’impatto degli interventi e di consentirne un pieno monitoraggio sull’attuazione. Per il 2014-2020, l’Italia beneficerà di un complesso di risorse comunitarie pari a 32.268 milioni di euro, di cui 7.695 milioni destinati alle regioni più sviluppate, 1.102 alle regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna), 22.334 milioni alle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e 1.137 milioni alla cooperazione territoriale. Alla quota comunitaria si aggiungeranno il cofinanziamento nazionale – a carico del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie e previsto nella misura di 24.000 milioni dalla legge di stabilità per il 2014 – e, per i Programmi Operativi Regionali, la quota di cofinanziamento di fonte regionale, quantificabile in un importo pari al 30 per cento del cofinanziamento complessivo del programma operativo regionale.

Riguardo ai programmi operativi nazionali per il periodo 2014-2020 di più diretto interesse per la Commissione lavoro, segnala, tra quelli relativi a tutte le regioni: il programma concernente l’istruzione, la formazione professionale, e l’apprendimento permanente, quello inerente all’obiettivo tematico della promozione dell’occupazione sostenibile e di qualità e del sostegno della mobilità dei lavoratori e quello concernente l’inclusione sociale e il programma YEI (Youth Employment Initiative), destinato agli Stati membri che presentino almeno in una regione tassi di disoccupazione giovanile superiori al 25 per cento e concernente i disoccupati di età non superiore a 25 anni o, nei Paesi che lo ritengano necessario, non superiore a 30 anni. I programmi operativi, nazionali o multiregionali, relativi soltanto alle regioni meno sviluppate ed a quelle in transizione sono due e concernono la ricerca e l’innovazione; le imprese e la competitività. I programmi operativi, nazionali o multiregionali, relativi, invece, alle sole regioni meno sviluppate sono tre e concernono le infrastrutture e le reti; i beni culturali; la legalità. Il quadro dei programmi è completato dai programmi operativi regionali e da quelli nei settori agricolo e forestale, dello sviluppo rurale, della pesca e degli affari marittimi.

Riguardo all’obiettivo tematico dell’investimento nell’istruzione, nella formazione professionale, nelle competenze e nell’apprendimento permanente, lo schema di Accordo indica tra le proprie priorità la riduzione e prevenzione dell’abbandono scolastico precoce e la promozione dell’uguaglianza di accesso ad un’istruzione prescolare, primaria e secondaria di buona qualità, il miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’istruzione superiore e di livello equivalente e dell’accesso ad essa, il rafforzamento della parità di accesso alla formazione permanente per tutte le fasce di età, l’aggiornamento delle conoscenze e delle competenze della manodopera e la promozione di percorsi flessibili di apprendimento; il miglioramento dell’aderenza al mercato del lavoro dei sistemi d’insegnamento e di formazione e l’elevamento qualitativo dei sistemi di istruzione e formazione professionale. Per tale obiettivo tematico il documento fissa la quota di risorse comunitarie per l’Italia a 4.146 milioni di euro.  

Riguardo all’obiettivo tematico concernente la promozione dell’occupazione sostenibile e di qualità ed il sostegno della mobilità dei lavoratori, lo schema di Accordo ritiene che le politiche attive per il lavoro si possano indirizzare in particolare verso la diffusione di strumenti in grado di compensare le maggiori difficoltà occupazionali di alcuni gruppi di lavoratori, incidendo, direttamente o indirettamente, sul costo del lavoro, anche mediante incentivi all’occupazione e, con particolare riferimento alle donne, mediante lo sviluppo dei servizi intesi alla conciliazione tra vita professionale e vita privata e familiare; in direzione dell’incremento dell’occupazione dei lavoratori anziani; a mezzo di forme di sostegno all’inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati, degli immigrati e dei disabili; verso gli investimenti in istruzione e formazione di qualità, specialmente di tipo tecnico e professionale, la valorizzazione dell’alternanza istruzione-formazione-lavoro e l’impiego di tirocini e apprendistato; verso la promozione dell’autoimpiego e dell’imprenditorialità, in particolare attraverso l’estensione del microcredito; in direzione della programmazione e l’attuazione di interventi integrati e contestuali di politica attiva, passiva e di sviluppo industriale e territoriale. In merito a tali interventi, il documento rileva l’esigenza di incentrare l’azione su crisi aventi effetti particolarmente gravi sul fronte occupazionale e che riguardino grandi imprese, interi settori o distretti industriali. Al medesimo principio di integrazione e sinergia fra politiche di sviluppo e politiche attive del lavoro deve improntarsi la programmazione di misure di carattere preventivo, relative a situazioni incipienti di difficoltà, verso l’elevamento dei livelli di efficacia e di qualità dei servizi per l’impiego, attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e degli standard minimi di servizio, la creazione di partenariati, il rafforzamento dell’utilizzo della rete EURES, il sostegno agli investimenti nelle infrastrutture e verso la diversificazione delle attività economiche e la creazione di nuove piccole imprese nelle aree rurali. Per quest’obiettivo tematico il documento prevede per l’Italia una quota di risorse comunitarie pari a 4.362 milioni di euro.

Riguardo all’obiettivo tematico di promozione dell’inclusione sociale e di contrasto della povertà e di ogni forma di discriminazione, il documento in esame propone due direttrici generali:l’adozione di un programma nazionale per la sperimentazione di misure rivolte alle famiglie in condizione di povertà o di esclusione sociale ed il ricorso a tipologie di intervento rivolte ai soggetti maggiormente distanti dal mercato del lavoro, i quali richiedono azioni ampie e diversificate di inclusione attiva. A tal fine per l’Italia la quota di risorse comunitarie stanziate è pari a 3.805 milioni di euro.

Conclusivamente, nell’apprezzare le finalità dell’Atto, il relatore si riserva la formulazione di una proposta di parere al termine del dibattito.

 

La presidente SPILABOTTE ringrazia il relatore per l’esauriente analisi e dichiara aperta la discussione generale.

 

La senatrice BENCINI (Misto) avanza dubbi in ordine alla portata concreta e alla ricaduta reale delle osservazioni che la Commissione è chiamata ad esprimere.

La presidente SPILABOTTE  fa osservare che l’intento del documento è quello di un riequilibrio regionale tra gli stanziamenti; il RELATOREfa a sua volta notare che, come peraltro da lui già precisato nella illustrazione, nella redazione sono stati coinvolti tutti gli attori sociali.

La senatrice MUSSOLINI (FI-PdL XVII) ritiene che il documento si riduca ad una mera enunciazione di intenti e di intitolazioni di propositi, senza alcuna dettagliata spiegazione in ordine alla concreta destinazione degli stanziamenti. Ciò è aggravato dall’assenza di standarduniformi tra le Regioni, con specifico riferimento all’occupazione giovanile. Ritiene pertanto che il documento non risponda alla finalità strategica cui avrebbe dovuto assolvere; la stessa relazione illustrativa le appare insufficiente e in ogni caso la Commissione non ha alcuna possibilità di incidere sulla concreta attuazione dei suoi contenuti.

Dissente la senatrice PARENTE (PD), la quale sottolinea che il documento rappresenta il cardine di linee strategiche individuate e che il fatto che sovente le risorse stanziate non vengano utilizzate costituisce questione diversa. Semmai sono eccessivamente ridotti i tempi di esame dell’atto da parte del Parlamento, ma ciò non deve indurre a confonderne né a minimizzarne il contenuto.

La senatrice BENCINI (Misto), pur convenendo sulla grande importanza degli obiettivi tematici proposti nell’atto, precisa che i suoi dubbi attengono essenzialmente alla traduzione pratica di tali obiettivi ed esprime la sensazione che, nonostante il passare del tempo, le questioni all’ordine del giorno rimangano sostanzialmente immutate.

Il relatore ANGIONI (PD) conviene sulla necessità di approfondire in via generale l’esistenza in Italia di un problema di utilizzo dei fondi europei, che rappresenta un dato oggettivo e che investe tuttavia la capacità delle Regioni e degli enti locali. Senz’altro il documento in esame presenta grande complessità e sarebbe meritevole di tempi più ampi di approfondimento; la Commissione lavoro è tuttavia chiamata a valutare un salto culturale, che reputa assai positivo, riguardante la concentrazione degli stanziamenti su pochi e definiti programmi, specificamente mirati. E’ la prima volta che ciò avviene, e su questo egli esprime grande soddisfazione, perché la concentrazione delle risorse su programmi individuati può senz’altro agevolare l’utilizzo dei fondi medesimi.

La senatrice MUSSOLINI (FI-PdL XVII)  ribadisce i propri dubbi e si domanda quale sede sia più appropriata di quella parlamentare per approfondire le ragioni per le quali i fondi restano inutilizzati e tentare di individuare gli strumenti più idonei per garantire il superamento di questo autentico blocco.

In considerazione dell’imminente inizio dei lavori dell’Assemblea, la PRESIDENTE rinvia il seguito della discussione generale e toglie la seduta.

La seduta termina alle ore 10,55.

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