Unicredit, Intesa Sanpaolo e Clessidra sciolgono la partnership in Lauro61/Camfin e le banche reinvestono parzialmente in un nuovo veicolo di cui Rosneft avrà il 50% e il restante 50% sarà detenuto da una newco composta da Nuove Partecipazioni (80%) e le banche. Con l’uscita di scena di Claudio Sposito e di Clessidra decade l’obbligo di valorizzazione delle quote dopo 4 anni, la preannunciata ‘exit’ da Pirelli nel 2017. I nuovi accordi con Rosneft avranno, si apprende, durata 5 anni, rinnovabili a scadenza. L’investimento russo è di circa 500 milioni di euro, per una quota ‘in trasparenza’ del 13% circa. Dopo l’annuncio dell’accordo di massima raggiunto per l’ingresso del colosso russo Rosneft nella catena di controllo del gruppo, le azioni del gruppo della Bicocca perdono il 2,5% a 11,74 euro, mentre l’indice Ftse Mib guadagna quasi l’1%. Nel dettaglio l’operazione prevede l’uscita di Unicredit, Intesa e Clessidra dalla partnership in Lauro61/Camfin e, contestualmente, il parziale reinvestimento delle due banche in una nuova partnership, anche tramite un apposito veicolo, in cui Rosneft avrà il 50% e il restante 50% sarà detenuto da una newco composta da Nuove Partecipazioni (80%) e, con una quota del 10% ciascuna, da Unicredit e Intesa Sanpaolo. Il disinvestimento di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Clessidra avverrebbe valorizzando a 12 euro per azione la partecipazione Pirelli.
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