Italia con il fiato sospeso in attesa delle prossime mosse del governo. Matteo Renzi ha promesso che mercoledì della prossima settimana saranno varate le riforme per il lavoro, le imprese, la casa. Il Job’s Act per il momento è ancora una cosa informe, nessuno sa di cose si tratti, i pochi elementi forniti dal premier quando era solo segretario del Pd non sono serviti che a stuzzicare l’appetito, e nessun chiarimento è stato fornito successivamente. Le voci si rincorrono, naturalmente, e tutti subito di apprestano a commentare questo voci disparate, ma appunto di questo si tratta, rumors e nulla più.
Ma la prova alla quale è chiamato il governo è inderogabile, non fosse che perché il 20 e 21 marzo, al prossimo consiglio europeo di economia si tratterà e tutti attendono che Renzi chiarisca le sue intenzioni. La lunga intervista di Pier Carlo Padoan a Fabrizio Forquet su Il sole 24 ore, per quanto precisa, non è servita a chiarire i contorni. Del resto è stato lo stesso ministro dell’Economia a lasciare tante caselle in bianco, proprio perché nessuna decisione è ancora stata presa sui punti centrali del piano economico del governo.
Non si sa ancora soprattutto se l’intervento maggiore verrà sul cuneo fiscale o meno, se sarà alleggerito l’Irap che pagano le aziende, se sarà ridotto l’Irpef o se cresceranno invece le detrazioni in busta paga. La Cgil insiste perché si opti per questa terza possibilità, perché, ha affermato chiaramente Susanna Camusso, sono i lavoratori e i pensionati che devono essere aiutati in questo momento. E in effetti sembra inutile aiutare le aziende a produrre se poi non c’è nessuno a comprare ciò che viene prodotto. I bassi consumi sono uno dei problemi centrali di questo momento per il nostro paese e vanno quindi dirottate risorse verso chi è in grado di spenderle, chi già non arriva alla fine del mese e qualsiasi iniezione di risorse tradurrebbe certamente in nuovi consumi.
Ma anche nel mondo della produzione sono molte le voci che mettono in dubbio la validità della scelta dell’abbattimento del cuneo fiscale. Nessuno ignora che il costo del lavoro sia troppo elevato nel nostro paese, ma al momento è la crescita che deve interessarci e proprio per questo tanti pensano che forse altre misure potrebbero avere un effetto maggiore. Il precedente del 2006 dovrebbe fare lezione, quando fu effettuato un taglio cospicuo del cuneo fiscale, ma non si ebbe alcuna conseguenza di rilievo. La produttività si fa crescere riducendo i costi, certamente, ma l’altra strada, quella del miglioramento del prodotto o anche del processo, forse sarebbe molto più conveniente, utile al fini dello sviluppo, che deve essere il vero obiettivo delle misure del governo. E allora il discorso torna sulla ricerca, per la quale nel nostro paese si fa poco o nulla. Il diario del lavoro, che sta seguendo con grande attenzione lo svolgersi di questo difficile dibattito, ha pubblicato un articolo di Maurizio Ricci, columnist di Repubblica, dove si descrive il fortissimo calo dei brevetti nati nel nostro paese. Siamo come sempre agli ultimi posti nelle relative classifiche, ma è con le innovazioni che si risale la scala della produttività e quindi quella della competitività. E se la ricerca non è aiutata, è difficile nascano nuovi brevetti.
Sono questi motivi per cui si attendono con molta ansia le novità dal governo sul fronte delle riforme. Del resto Renzi si sta giocando tutta la sua reputazione in questa manciata di giorni. Il modo con cui è arrivato a Palazzo Chigi non ha entusiasmato il paese, non è stato chiaro come e perché abbia creduto di sostituire Enrico Letta dopo aver detto per settimane che non l’avrebbe fatto. Nemmeno l’Italicum ha scaldato i cuori, non si è gradito che non tornassero le preferenze, il che significa che sempre è più difficile far emergere i migliori, soprattutto è stato chiaro che una riforma elettorale valida solo per la Camera significa che per un anno e mezzo almeno, quanto serve per eliminare con una legge costituzionale il Senato, non si potrà tornare a votare, dato che era proprio al Senato che il vecchio meccanismo non garantiva governabilità. Insomma, i punti interrogativi stanno accumulandosi e il rischio forte è che il grande favore di Renzi si esaurisca velocemente e ci si ritrovi di nuovo con le gomme a terra. Sarebbe pericoloso, forse esiziale per il paese.
Contrattazione
Nel corso della settimana sono stati firmati tre accordi tra i sindacati e la Ntv, l’azienda di trasporti di Luca Cordero di Montezemolo, per mettere in sicurezza l’occupazione. Ancora, un accordo per tagliare le retribuzioni dei dirigenti dell’Ama a Roma. Sono proseguite le trattative per il rinnovo del contratto degli edili, mentre stanno partendo, non senza difficoltà, quelle per il rinnovo del contratto dei bancari. Ancora, da rilevare come sta andando avanti al ministero dello Sviluppo economico, presso l’ufficio del sottosegretario Claudio De Vincenti, l’esame della Lucchini di Piombino per un esame delle offerte per rilevare lo stabilimento. Il diario del lavoro ha riferito puntualmente su tutte queste vertenze.
Note
Fernando Liuzzi firma un lungo articolo nel quale riflette sul confronto, sempre più difficile, tra Fiom e Cgil sul Testo Unico per la rappresentanza, nella prospettiva del prossimo congresso confederale a Rimini.
Interviste
Due interviste su Il diario del lavoro. Massimo Mascini ha sentito Vito Panzarella, il nuovo segretario generale della Feneal Uil, il sindacato degli edili, in merito alla vertenza per il rinnovo del contratto della categoria. Emanuele Ghiani ha invece intervistato Massimo Masi, segretario generale della Uilca, in merito all’avvio del confronto per il rinnovo del contratto dei bancari.
Opinioni
Oltre all’Opinione di Maurizio Ricci sulla realtà dei brevetti nel nostro paese, sempre agli ultimi posti nelle classifiche mondiali, Il diario del lavoro pubblica un articolo di Mauro Soldera che si sofferma sul contratto dei lavoratori delle agenzie del lavoro firmato la settimana scorsa.
Documentazione
Sempre su Il diario del lavoro è possibile leggere il testo dei tre accordi raggiunti con la Ntv e un documento presentato dai sindacati sulla difficile situazione del settore termoelettrico.