La lettera del commissario Lucchini Piero Nardi che boccia la proposta della Smc di Khaled al Habahbeh di acquisire l’azienda di Piombino, ha spiazzato tutti e ieri mattina c’è stato un lungo consiglio di fabbrica.I sindacati e gli operai non sono disposti a lasciar perdere un progetto da tre miliardi di euro che, stando alle dichiarazioni del magnate giordano sarebbe in grado di assicurare il mantenimento della produzione e di tutti gli oltre duemila posti di lavoro, più gli occupati delle ditte appaltatrici. I segretari territoriali Fausto Fagioli (Fim), Luciano Gabrielli (Fiom) e Vincenzo Renda (Uilm) hanno chiesto e ottenuto un incontro al ministero dello sviluppo economico fissato per giovedì dal sottosegretario Claudio De Vincenti. Intanto ieri è stato proclamato uno sciopero di otto ore con assemblee per informare tutti gli operai sulla situazione. Ieri sera, infine, una delegazione di sindacati e lavoratori, con il sindaco Gianni Anselmi e il presidente della Provincia di Livorno è stata ricevuta in Regione dal presidente Rossi e dall’assessore Simoncini. «Bisogna valutare con attenzione, ha detto Rossi, tutte le proposte degli acquirenti, sia come attendibilità che come ricadute sociali. Dovranno rispettare anche il protocollo di riconversione ambientale, siglato con il governo. Altra priorità, mantenere acceso l’altoforno, fino a quando non si individuerà il compratore finale». A oggi ci sono le condizioni per tenerlo acceso fino al 10 aprile. Intanto Fim, Fiom e Uilm che hanno indetto uno sciopero, hanno chiesto che al tavolo siano convocati anche Nardi ela Smc. I sindacati hanno poi chiesto l’interessamento del premier Matteo Renzi, oltre al sostegno delle forze politiche per tutelare la siderurgia italiana che vede Piombino e Taranto con migliaia di posti di lavoro a rischio. Per alcuni, come gli operai delle ditte esterne, i problemi sono già iniziati, molti hanno ricevuto metà stipendio perché Lucchini non paga o paga con molto ritardo. Il segretario Fim Cisl Piombino Fausto Fagioli ha detto che “è chiaro che sulla partita della Lucchini si deve fare presto, la situazione non è più sostenibile. Abbiamo la necessità di chiarire tutti i punti sull’unica proposta concreta che mantiene la siderurgia a Piombino cioè quella del gruppo arabo Smc”. Anche il sindaco di Piombino Anselmi ha espresso preoccupazione per la situazione sociale che potrebbe venire a crearsi se la Lucchini fosse costretta a chiudere: “Confido un rapido intervento del Governo,ha detto , ricordando che almeno fino a quando non verrà individuato un nuovo partner industriale, sul mantenimento dell’attività produttiva dell’acciaieria c’è un impegno del Governo. In assenza di una nuova fornitura di materie prime, da ordinare in questi giorni, l’altoforno di Piombino si fermerà in aprile, ha detto Anselmi, con le conseguenze che tutti possono immaginare. La prima richiesta nei confronti del governo, oltre a quella di un incontro urgente con tutte i soggetti coinvolti e non solo con i sindacati è quella “di valutare in maniera approfondita, ha detto il presidente Rossi, le proposte di acquisto avanzate e di verificarne l’attendibilità nell’ambito di una politica industriale nazionale per l’acciaio di cui peraltro si stentano a intravedere le linee direttive.