“Bene i primi passi del Governo, ma non basta”. Lo ha detto il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, all’assemblea annuale dei costruttori edili. “Bisogna riconoscere che il governo attuale ha ben iniziato – ha proseguito – il decreto sull’ecobonus e la prima tranche di pagamenti della pubblica amministrazione vanno nella direzione giusta. Ma non basta. E’ necessaria una terapia shock per salvarci dalla deindustrializzazione”.
Secondo Buzzetti “serve un piano Marshall per la ripresa” e “pagare tutte le imprese subito. I primi pagamenti stanno arrivando. Ma è necessaria la garanzia che le imprese vengano pagate anche nel 2014. Mancano ancora all’appello 12 miliardi per il settore. Inoltre, con la nuova direttiva europea che sancisce l’obbligo di pagare a 60 giorni, si sta attestando una progressiva, ma lenta riduzione dei tempi di pagamento sui nuovi contratti. Tuttavia il rischio riscontrato è che le amministrazioni, a corto di fondi, comincino a ridurre le gare pur di non avere l’obbligo del pagamento”.
L’Ance propone poi di allentare il patto di stabilità per scuole, manutenzione e sicurezza. “L’Europa lo comincia a fare con la golden rule – ha affermato Buzzetti – perché non lo facciamo anche a casa nostra? Le cose da fare non mancano per risanare e ammodernare il Paese: ci sono 30mila scuole a rischio, migliaia di edifici pubblici, a partire dagli ospedali, da mettere in sicurezza. C’è il più grande patrimonio storico-artistico del mondo da tutelare e valorizzare: un esempio per tutti Pompei, che versa in condizioni disastrose”.
Inoltre è necessario, per i costruttori edili, liberare il mercato dalla tassa occulta della burocrazia. “Secondo la recente indagine Doing Business 2013 della Banca Mondiale – ha ricordato il presidente dell’Ance – l’Italia è al 73esimo posto su 185 paesi analizzati. In Europa siamo addirittura gli ultimi. Solo la Grecia è sotto di noi. Abbiamo contato tutte le sigle degli strumenti urbanistici esistenti a livello territoriale: sono ben 62. Al Paese serve una grande manovra di rilancio delle infrastrutture, dell’ordine di 70 miliardi, capace di sostenere la ripresa dell’economia e far aumentare l’occupazione senza sforare il limite del 3% di deficit fissato dalla Ue”.