Il credito alle imprese è diminuito in 600 giorni di 65 miliardi di euro. E’ la stima della Confartigianato in occasione della assemblea annuale. “Nei quasi seicento giorni – ha rilevato il presidente Giorgio Merletti – che vanno da novembre 2011 a giugno 2013, nell’altrernanza tra governo tecnico e la fase di inceretezza e stallo registrata in avvio di legislatura, il numero delle aziende italiane è diminuito dell’1%, pari a 59.835 imprese, il numero delle imprese artigiane è calato del 3%, il Pil è sceso del 3,4%, il credito alle imprese è diminuito di 65 mld (-6,4%), la pressione fiscale è aumentata di 2 punti e la disoccupazione giovanile di oltre 8 punti”.
Il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, ha poi sottolineato che “le tasse sul lavoro pesano oltre il 42%” e che non è possibile “essere competitivi con una tassazione del genere”.
“La prima strada da imboccare per noi – ha detto – non è quella di eliminare il costo del lavoro dalla base imponibile Irap, bensì quella di prevedere gravi contributivi per le nuove assunzioni”.
“Liberate – ha chiesto Merletti – l’apprendistato dai maggiori oneri introdotti dalla riforma Fornero, lo chiediamo avendone buon titolo perché l’artigianato è il settore con il maggior numero di apprendisti”.
La Confartigianato ha sottolineato poi che la burocrazia costa alle imprese 31 miliardi di euro l’anno. Molti interventi, invece, a giudizio di Merletti, “si possono fare a costo zero. Bisogna volerlo e molto si può fare razionalizzando la spesa pubblica. Ma è necessario saper risparmiare. E anche sul tema della spending review occorre agire con buon senso avendo presente il progetto complessivo”. “Tutti i tagli lineari finora compiuti – ha proseguito – hanno generato risparmio a breve ma, sulla lunga distanza, hanno mostrato effetti depressivi non solo sulla Pubblica amministrazione ma anche sull’economia reale”.
Nel 2013 la tassazione ha raggiunto un livello record, pari al 53,4% del Pil. E’ la stima fatta dalla Confartigianato e presentata nel suo rapporto all’assemblea annuale. “Nel 2013 gli italiani pagano 38 miliardi in più di tasse, pari a 639 euro di maggiori impostte procapite, rispetto alla media dei cittadini dell’Eurozona”. “Questo gap è l’effetto dell’aumento della pressione fiscale che quest’anno in Italia raggiunge il 44,6% del Pil, ben 2,4 punti in più rispetto al 42,1% nella media dei paesi dell’Eurozona. Ma se si considera – rileva Confartigianato – il mancato gettito dell’economia sommersa, la pressione fiscale effettiva sale al 53,4% del Pil”.
Tra le tasse più recenti che hanno innalzato la pressione fiscale su imprese e famiglie l’Imu – rileva Confartigianato – ha provocato tra il 2011 e il 2012 un maggior prelievo sugli immobili di 14,5 miliardi. Pesante anche l’impatto della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che provoca un incremento del 28,1% del prelievo pro capite.
“Tra il 2005 e il 2013 – ha notato Merletti – l’incremento delle entrate fiscali è stato di 132 miliardi, pari pari ai 132 miliardi di incremento del Pil. Così non si esce dal tunnel della crisi”.
“Adesso tocca a voi, tocca al governo, tocca al Parlamento, tocca alla politica”, ha concluso il presidente rivolto ai politici in occasione dell’assemblea dell’associazione. “Lo diciamo di nuovo oggi – ha aggiunto – lo dicono le migliaia di imprenditori che anche in quest’ultimo mese hanno continuato a firmare il nostro manifesto e che vi chiedono una cosa molto semplice: governate, fate il vostro dovere”.”Le nostre imprese hanno fatto e stanno facendo tutto il possibile per non cedere sotto i colpi della recessione. Noi la nostra responsabilità ce l’assumiamo tutta, ogni giorno. Ci sforziamo di trovare in questa crisi un’opportunità di cambiamento”. Ma oggi, ha aggiunto Merletti, “deve tornare il tempo della responsabilità, la responsabilità di chi ha il compito di guidare il Paese in modo consapevole e rispettoso del mandato assunto nei confronti degli italiani”.