Panorama oscuro per l’industria metalmeccanica. Oggi la Federmeccanica, nel corso della presentazione della 125esima indagine trimestrale congiunturale, ha illustrato un quadro preoccupante che non riescono ad attenuare neanche i segnali di ripresa che si intravedono in questi primi mesi del 2013. Infatti, con riferimento all’intero 2012, i livelli di produzione metalmeccanica in Italia si sono ridotti del 6,3%, con risultati negativi che interessano quasi tutti le attività metalmeccaniche, ad eccezione degli Altri mezzi di trasporto (in particolare a causa dei risultati positivi ottenuti dai prodotti naval-meccanici e ferro-tranviari). L’andamento della produzione italiana appare ancora più negativo se confrontato con la flessione della produzione degli altri Paesi Ue: Germania (-0,8%), Francia (-3,1%).
Sulla situazione recessiva ha pesato in misura determinante la forte contrazione della domanda interna, sottolinea la Federmeccanica, mentre la domanda estera, benché in rallentamento a causa della crisi del mercato europeo, è stata sostenuta dalle quote dirette verso i mercati esterni all’Unione europea. Nello specifico, nel periodo gennaio-novembre 2012, le esportazioni sono cresciute del 2,7% (+8% verso i paesi extra-Ue, grazie al mercato con Stati Uniti e Giappone).
L’unico elemento positivo è costituito dal fatto che l’andamento diverso dei flussi di import ed export ha determinato per il 2012 un attivo che supererà i 60 miliardi di euro rispetto ai 37 dell’anno precedente.
Per quanto riguarda le previsioni per il 2013, secondo l’indagine trimestrale dell’associazione delle imprese metalmeccaniche, nel primo trimestre si dovrebbe registrare un’attenuazione della fase recessiva grazie alla tenuta della componente estera della domanda, mentre preoccupano le attese occupazionali in significativo peggioramento. Infatti le imprese intervistate dall’associazione hanno dichiarato, rispetto ai primi sei mesi dell’anno: il 60% di mantenere l’occupazione stabile, il 6% di incrementarla, il 28% di ridurla. L’indagine, infine, mette al centro dell’attenzione il grave problema della liquidità delle imprese che rischia di essere un fenomeno di contagio a catena. La scarsa liquidità continua ad essere determinata da due fattori: la restrizione di accesso al credito e il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione.
Alla domanda su quali potrebbero essere le prossime mosse del settore per uscire dalla fase di recessione che sembra si manterrà anche per tutto il 2013, la Federmeccanica risponde che l’unica soluzione sono misure urgenti e strutturali, come richiesto poi anche dal documento di Confindustria presentato alle forze politiche. Servono investimenti e attenzione alle industrie italiane affinché queste scelgano di continuare a produrre all’interno dei confini nazionali. (FRN)