A rischio il referendum sull’articolo 18. I promotori, tra cui la Fiom Cgil, Sel e l’Italia del Lavori, hanno presentato lo scorso 9 gennaio alla Corte di Cassazione le firme raccolte a sostegno di due quesiti referendari che puntano a ripristinare pienamente l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma non è ancora chiaro se la consultazione si potrà tenere oppure no.
I referendum sul lavoro, oltre alle norme sull’articolo 18, puntano ad abrogare anche parte dell’ultima manovra del governo di centrodestra, varata nel settembre 2011, che consente di derogare ad accordi nazionali se la maggior parte dei sindacati “rappresentativi” di un’azienda o di un territorio è favorevole.
Il problema nasce dal fatto che le camere sono state sciolte con qualche mese di anticipo e la legge del 1970 che regola la materia referendaria dice che “non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”.
Già in passato si era posto un problema simile e ed il governo aveva fatto un decreto ad hoc per permettere lo svolgimento del referendum.

























