A fronte di una nuova eccezione di incostituzionalità della legge “salva-Ilva” sollevata dai pm di Taranto, il presidente dell’azienda Bruno Ferrante parla di “vero e proprio accanimento della procura”.
“Sono – sottolinea Ferrante in una nota – perplesso rispetto a quanto sta accadendo. E` difficile comprendere le ragioni di quello che non può non definirsi un vero e proprio accanimento della Procura nei confronti dell`Ilva: accanimento che colpisce non solo l`impresa, ma soprattutto le migliaia di lavoratori e le loro famiglie”. Il presidente dell’Ilva, infatti, sottolinea le cose fatte: “La Società ha già iniziato ad applicare l`Aia; abbiamo già compiuto i primi passi in tal senso con l`inizio del rifacimento delle cokerie 5 e 6 e dell`altoforno 1, fermati nel mese di dicembre; dai primi di gennaio abbiamo iniziato il rifacimento anche delle cokerie 3 e 4 e a seguire intraprenderemo i lavori previsti agli altoforni 2, 4 e 5”. E, “nonostante l`Arpa abbia dichiarato recentemente che la situazione ambientale di Taranto è sotto controllo, con una diminuzione sia del PM10 che del contenuto di benzo(a)pirene, e nonostante il governo abbia adottato un decreto legge, poi convertito in legge dal Parlamento, che prevede che l`azienda possa continuare a lavorare e spedire i prodotti lavorati e semilavorati già da fine luglio, i Magistrati si oppongono senza ragionevoli motivi alla liberazione di tali beni”.
Ferrante avverte che “lo sblocco della merce è a questo punto imprescindibile per continuare la vita aziendale che è gravemente danneggiata dai loro provvedimenti”, e ricorda che “l`azienda ha messo in atto un grandissimo sforzo finanziario per procedere regolarmente al pagamento degli stipendi del mese di gennaio”.
“Mi auguro – conclude il presidente dell’Ilva – che la situazione possa evolvere positivamente per fare altrettanto il prossimo mese”. (LF)

























