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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

5 Dicembre 2012
in Camera

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 5 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 10.15.

Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l’esercizio di delega legislativa.

5520-B, Governo, approvato dalla Camera e modificato dal C. Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e V).

(Esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.  

Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere il parere di competenza alle Commissioni riunite I e V sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 10 ottobre 174, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato. Nel rilevare 2012, n. che il testo trasmesso dal Senato è frutto di un maxi-emendamento presentato dal Governo presso quel ramo del Parlamento, formulato in sostanziale recepimento del lavoro svolto in Commissione e sottoposto alla votazione fiduciaria dell’Aula, ricorda che il provvedimento risponde all’esigenza di provvedere a una più compiuta definizione del quadro normativo dei controlli esterni sulle autonomie territoriali, attraverso il rafforzamento degli strumenti per il coordinamento della finanza pubblica tra i livelli di governo in cui si articola la Repubblica, recando altresì disposizioni finalizzate alla riduzione dei costi della politica nelle regioni, nonché interventi per i territori colpiti dagli eventi sismici del maggio 2012. Evidenzia, peraltro, che il provvedimento, giunto alla sua terza lettura, è stato già oggetto di un approfondito esame presso entrambi i rami del Parlamento, che ne hanno senza dubbio migliorato l’impianto complessivo, introducendo significative modifiche al decreto-legge originario: si tratta ora di completare il lavoro parlamentare fin qui svolto, convertendo definitivamente in legge il decreto, il cui esame dovrà essere concentrato esclusivamente, a norma dell’articolo 70, comma 2, del Regolamento, sulle parti di competenza della Commissione che sono state modificate dal Senato.

Prima di procedere all’illustrazione di tali parti, peraltro, ricorda come già nel corso del precedente esame in sede consultiva la XI Commissione abbia offerto un importante contributo ai fini del superamento di taluni elementi di criticità del testo, prospettando, in particolare, alle Commissioni di merito l’esigenza di precisare la formulazione delle disposizioni in materia di erogazione dei trattamenti pensionistici per i titolari di organi regionali: ciò ha consentito di esplicitare, già in prima lettura alla Camera, il divieto di erogare trattamenti pensionistici, a decorrere dalla data di entrata in vigore del provvedimento, salvo che ricorrano le condizioni più restrittive previste dall’articolo 2, comma 1, lettera m), nonché di salvaguardare la disciplina delle regioni che abbiano già introdotto il regime contributivo pro rata e abolito l’istituto del vitalizio; tali disposizioni, infatti, sono state confermate nel medesimo testo dal Senato.

Quanto alle parti modificate dall’altro ramo del Parlamento, segnala, invece, nell’ambito dell’articolo 1, i nuovi commi da 13 a 15, che consentono alle regioni sottoposte al piano di stabilizzazione finanziaria – di fatto, alla regione Campania, che è l’unica regione in cui è stata certificata la non osservanza del patto di stabilità per il 2009 – di chiedere un’anticipazione di cassa, di importo non superiore a 50 milioni di euro, per il pagamento delle spese correnti già impegnate, relative a spese di personale, alla produzione di servizi in economia e all’acquisizione di servizi e forniture. Evidenzia, quindi, che una simile disposizione è stata introdotta anche all’articolo 3, che nel Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUEL) ha inserito un nuovo articolo 243-quinquies, recante una specifica disciplina volta a garantire la stabilità finanziaria e prevenire il dissesto negli enti locali sciolti per fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso (la norma sembrerebbe riferirsi, in particolare, al Comune di Reggio Calabria), prevedendo la facoltà di richiedere un’anticipazione di cassa per far fronte al pagamento delle retribuzioni per il personale dipendente e ai conseguenti oneri previdenziali; a tal fine, pertanto, sono stanziate risorse pari a 20 milioni di euro. Fa presente, poi, che nel corso dell’esame al Senato è stata modificata anche la lettera q) del comma 1 dell’articolo 3, che – introducendo un nuovo comma 3-bis all’articolo 243 del predetto TUEL, relativamente ai controlli centrali sugli enti strutturalmente deficitari – reca l’obbligo di inserire nei contratti di servizio tra gli enti locali e le società da questi partecipate apposite clausole, volte a prevedere la riduzione delle spese di personale delle medesime società, laddove si verifichino condizioni di deficit strutturale dell’ente.

Osserva, quindi, che, nell’ambito dell’articolo 11, il comma 01 e il comma 1, lettera a), 1- n.bis, intervengono, rispettivamente, in materia di incremento delle risorse decentrate fino a un massimo del 5 per cento della spesa di personale, in favore dei comuni e delle unioni di comuni interessati dai fenomeni sismici, nonché in materia di rispetto del Patto di stabilità. Segnala, inoltre, i commi da 7 a 12 del medesimo articolo 11, che disciplinano lo specifico finanziamento per provvedere al pagamento dei tributi, dei contributi previdenziali e dei premi sospesi nei territori colpiti dagli eventi sismici del maggio 2012, nella parte in cui chiariscono che tale finanziamento può essere richiesto anche dai titolari di reddito di lavoro autonomo, dagli esercenti attività agricole, nonché dai titolari di reddito di lavoro dipendente, proprietari di un’unità immobiliare adibita ad abitazione principale classificata in specifiche categorie.

In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento e considerato che si tratta di favorire la rapida conversione in legge di un decreto già ampiamente discusso in ambito parlamentare, propone di esprimere un parere favorevole sul disegno di legge in esame.

Silvano MOFFA, presidente, alla luce della relazione appena svolta, evidenzia ironicamente come il Senato sia riuscito nell’invidiabile obiettivo di salvare, pur in un quadro di palese difficoltà economica, le amministrazioni territoriali in crisi, senza alcuna distinzione di colore politico.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 10.25.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 5 dicembre 2012.

78 del 2010, Modifiche all’articolo 12 del decreto-legge n. 122 del 2010, in materia di convertito, con modificazioni, dalla legge n. ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali.
C.3693 Gnecchi,  C.5215 Santelli, C. 5219 Fedriga.   

Il comitato ristretto si è riunito dalle 10.25 alle 11.10.  

SEDE REFERENTE

Mercoledì 5 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

La seduta comincia alle 11.10.

Modifiche dell’ordinamento e della struttura organizzativa degli enti previdenziali.
C. 5463 Moffa, 5503 Cazzola, C.
5539 Motta,  C. 5572 Fabbri. 

(Seguito dell’esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).

La Commissione prosegue l’esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta dell’8 novembre 2012.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta si è convenuto di dedicare la settimana corrente allo svolgimento di un dibattito di carattere generale sulle proposte di legge in titolo, per poi proseguire con l’ulteriore istruttoria legislativa dei provvedimenti abbinati.

Carmen MOTTA (PD) evidenzia l’importanza del tema in discussione, sottolineando la necessità di riformare in tempi celeri l’ordinamento degli enti previdenziali, al fine di porre termine al lungo periodo di sostanziale commissariamento di tali enti. Osserva, in proposito, che 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge il decreto-legge n. 122 del 2010, ha decretato il superamento dei consigli di amministrazione, n. trasferendone i poteri ai presidenti, senza però prevedere un ampliamento dei poteri di controllo e di esigibilità dei consigli di indirizzo e vigilanza degli enti medesimi. Ritiene altresì che tale intervento di riforma sia opportuno anche in virtù dei recenti provvedimenti governativi che, nel razionalizzare il sistema degli enti, hanno di fatto dato luogo ad accorpamenti significativi, conducendo ad un complesso sistema di gestione del welfare, incardinato sui due poli della previdenza e della sicurezza, affidati, rispettivamente, a INPS e INAIL. Fa notare come tali istituti abbiano quindi assunto un ruolo assai esteso, che si pone al di là delle competenze più strettamente amministrative, andando ad orientare la scelta su rilevanti politiche sociali, suscettibili di dar vita ad importanti risvolti di natura economica. A fronte di queste problematiche molto complesse, fa presente che la Camera dei deputati, con la 1-01028, approvata il 9 maggio 2012, ha impegnato il Governo a una mozione n. verifica dell’attuale modello di governance degli enti previdenziali e assicurativi, attualmente basato su un organo monocratico. Inoltre, rileva che le stesse parti sociali hanno sottoscritto un avviso comune con il quale hanno invitato il Governo e il Parlamento a realizzare, in tempi brevi, una riforma degli enti previdenziali e assicurativi, prevedendo la revisione del modello organizzativo mediante l’abbandono del governo monocratico, al fine di garantire il raggiungimento della cosiddetta «esigibilità» delle decisioni, per consentire ai rappresentanti dei lavoratori e delle imprese di verificare che le risorse degli istituti siano gestite coerentemente con le finalità istituzionali degli enti. Ricorda, peraltro, che il 30 giugno 2012 è stato depositato il documento finale del gruppo di lavoro incaricato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali di approfondire il tema della governance degli enti (INPS e INAIL) e di fornire indicazioni per interventi di riordino del suddetto modello.
Sottolinea, dunque, che tutte le proposte di legge all’esame, ad eccezione di quella a prima firma del deputato Cazzola, sembrano orientarsi lungo le linee indicate nei predetti documenti, che prefigurano un superamento del sistema di governance monocratico. In particolare, fa notare che la proposta di legge a sua prima firma mira a garantire una governance degli enti equilibrata, collegiale e trasparente, volta ad assicurare: il rispetto del principio di separazione tra indirizzo politico e gestione; la salvaguardia del principio di rappresentatività delle parti sociali in un organismo con poteri rafforzati; l’efficacia dei sistemi di controllo; adeguati livelli di professionalità nell’esercizio delle funzioni assegnate ai diversi organi; processi decisionali definiti allo scopo di evitare possibili conflitti; una corretta ed efficiente gestione dei processi di programmazione, attuazione, controllo e valutazione.

Si sofferma, quindi, sull’articolo 2 della propria proposta di legge, facendo notare che esso, riprendendo un ottimo lavoro collegiale svolto anni fa in collaborazione con i rappresentanti dei Comitati di indirizzo e vigilanza (CIV) e dei consigli di amministrazione, conferisce una delega legislativa al Governo al fine di prevedere un riordino degli organi collegiali territoriali dell’INPS e dell’INAIL. Intende poi chiarire il contenuto di taluni aspetti del suo provvedimento, sui quali il relatore, nel suo intervento illustrativo, ha svolto alcune considerazioni critiche. Fatto notare, innanzitutto, che le definizioni degli organi utilizzate in tale provvedimento sono state riprese sostanzialmente da quelle generalmente riconosciute nell’ordinamento vigente, evidenzia come, in materia di piani di investimento e disinvestimento, il consiglio di amministrazione abbia la competenza di deliberare i criteri generali, da sottoporre poi all’approvazione del consiglio di strategia e vigilanza. Rileva, inoltre, che l’estensione della rappresentanza delle organizzazioni dei datori di lavoro anche a quelle dei datori di lavoro pubblici sia ormai inevitabile, in ragione del recente assorbimento dell’INPDAP nell’INPS. Ritiene, altresì, che non vi sia alcuna preclusione di sorta a prevedere una partecipazione, con diritto di voto, di un rappresentante dell’ANMIL nel consiglio di sicurezza e vigilanza dell’INAIL, che giudica anzi auspicabile, fatta salva l’esigenza di verificare eventuali situazioni di incompatibilità derivanti da rapporti di finanziamento intercorrenti tra tali soggetti. Quanto al procedimento di nomina del direttore generale, si augura che l’eventuale testo definito dalla Commissione possa indicare l’organo al quale spetterebbe in concreto di avanzare la relativa proposta, purché esso sia espressione, quanto più possibile unitaria e convergente, dei lavoratori e delle imprese.

Auspica, in conclusione, un rapido svolgimento dell’ulteriore iter di esame, anche considerando che è prossima la scadenza dei CIV, fissata al prossimo febbraio, e che si rende conseguentemente necessario garantire una certa continuità nel governo degli enti interessati.

Giuliano CAZZOLA (PdL) evidenzia come il relatore, nel proprio intervento illustrativo delle diverse proposte di legge abbinate, rivendicando il diritto-dovere del Parlamento di legiferare in materia, abbia mostrato una certa preferenza per i progetti di legge volti a riformare direttamente il regime esistente, rispetto a quello da lui stesso presentato, che, al contrario, rimette al Governo l’adozione di provvedimenti delegati. Pur rispettando l’orientamento del relatore, dichiara di non condividere una simile impostazione concettuale, dal momento che, a suo avviso, lo strumento della delega legislativa – finora sempre utilizzato in caso di riforma del sistema degli enti – consente di evitare un sovraccarico delle procedura parlamentari, che giudica non del tutto adeguate a favorire una rapida approvazione di un provvedimento così delicato. Fa notare, inoltre, che la sua proposta, rinviando gli interventi di riordino a una delega legislativa, consente di spostare al 2015 l’entrata in vigore delle misure adottate, ponendo le basi per realizzare progressivamente una riforma meditata e adeguata, che coincida con la fine del commissariamento di tali enti. Fa, quindi, presente che il suo provvedimento, a differenza delle altre proposte di legge in esame, prevede un’ampia rappresentanza all’interno degli organi di indirizzo strategico, favorendo quindi la partecipazione di diversi soggetti istituzionali ed economici, quali la Ragioneria dello Stato, la Banca d’Italia, nonché esperti del settore. Si dichiara, altresì, d’accordo col relatore nel prevedere un’adeguata rappresentanza dell’ANMIL presso l’INAIL, facendo notare come l’esistenza di un rapporto finanziario tra di essi non possa costituire un ostacolo, tenuto conto che, in situazioni analoghe (cita il caso dei patronati), la concessione di un contributo non pregiudica il riconoscimento dei diritti di rappresentanza presso l’ente erogatore dello stesso.

Fatto notare che i margini temporali per la conclusione dell’iter parlamentare di esame dei testi sono ristretti e non fanno propendere per un positivo esito finale presso i due rami del Parlamento (essendo vicine le elezioni politiche, che in ogni caso si augura possano svolgersi all’inizio del mese di aprile), ritiene auspicabile che sia il Governo, in collaborazione con il Parlamento (anche facendo riferimento all’egregio lavoro svolto presso la XI Commissione), a individuare soluzioni adeguate e condivise, da far confluire in provvedimenti che possano avere una sufficiente certezza di definitiva approvazione.

Silvano MOFFA, presidente, osserva come dal presente dibattito stiano emergendo orientamenti non del tutto convergenti, che in parte disattendono quella unanimità con cui tutti i gruppi sembravano voler procedere celermente alla definitiva approvazione del provvedimento, dando seguito alle richieste formulate – anche nel corso di diverse audizioni informali svolte in Commissione – dalle parti sociali.

Cesare DAMIANO (PD), condividendo le considerazioni svolte dal deputato Motta e giudicando non del tutto infondate talune delle osservazioni procedurali formulate dal deputato Cazzola, ritiene importante che il Governo intervenga con urgenza sulla materia, quantomeno per le parti di più immediata necessità, anche tenuto conto dell’imminente scadenza dei CIV, prevista per il febbraio 2013. Auspica, pertanto, che sia possibile adottare sull’argomento misure normative adeguate ed efficaci, utilizzando il primo provvedimento utile in fase di definizione da parte dell’Esecutivo, come, ad esempio, il consueto decreto-legge di proroga di termini in scadenza.

Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), relatore, essendosi concluso il dibattito di carattere generale sui progetti di legge in titolo, ritiene anzitutto essenziale che il Governo valuti con immediatezza la questione legata all’imminente scadenza dei CIV.

Quanto al seguito dell’iter, inoltre, giudica opportuna la nomina di un Comitato ristretto, al fine di approfondire in quella sede le importanti questioni poste dai diversi provvedimenti abbinati, in vista della predisposizione di un testo unificato condiviso e realmente efficace. Resta inteso, a suo avviso, che qualsiasi iniziativa assunta dal Governo in materia, purché adeguatamente portata a conoscenza del Parlamento e confrontata con esso, non potrebbe che trovare il consenso dei gruppi rappresentati in Commissione.

Il viceministro Michel MARTONE fa notare che il Governo presta la massima attenzione al contenuto delle proposte di legge in esame, che giudica molto interessanti, valutando positivamente un intervento normativo teso a ripristinare un sistema di governance pluralista degli enti, alla luce della significativa dimensione – superiore anche a quella di omologhi istituti esistenti a livello europeo – che tali enti hanno assunto all’interno dell’ordinamento.

Silvano MOFFA, presidente, nel ringraziare sin d’ora il rappresentante del Governo per il contributo che esso vorrà fornire al lavoro della Commissione e preso atto di quanto prospettato dal relatore, propone di procedere – anche al fine di verificare la possibile definizione, in tempi celeri, di un testo unificato dei progetti di legge in esame – alla nomina di un Comitato ristretto per il seguito dell’istruttoria legislativa delle proposte di legge nn. 5463, 5503, 5539 e 5572. 

La Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.45.

RISOLUZIONI

Mercoledì 5 dicembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

La seduta comincia alle 11.45.

7-01023 Codurelli: Sulle comunicazioni dell’INPS concernenti la revoca di periodi di congedo straordinario e la cancellazione dei relativi contributi figurativi.

(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.  

Silvano MOFFA, presidente, avverte che nella seduta odierna avrà luogo soltanto l’illustrazione della risoluzione in titolo, mentre l’orientamento del Governo – secondo le intese intercorse per le vie brevi – sarà acquisito in una successiva seduta, da convocare in base alle determinazioni che verranno assunte nell’ambito di una prossima riunione dell’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

Lucia CODURELLI (PD), nell’illustrare la propria risoluzione, evidenzia come essa faccia riferimento all’ennesimo caso di richiesta ai lavoratori di ripetizione di indebito da parte dell’INPS, che dimostra come il campo di azione di tale istituto sia sempre più esteso e richieda quell’ampio intervento di riordino invocato a più riprese dal Parlamento. Rileva che la Commissione ha già approvato atti di indirizzo di analogo tenore, ai quali, tuttavia, fa notare che non è ancora seguita alcuna azione concreta da parte del Governo, il quale, pertanto, ha mostrato di disattendere, più volte e arbitrariamente, le indicazioni recepite in ambito parlamentare.

Passando al contenuto specifico della risoluzione, precisa che essa mira ad evidenziare le scorrette procedure di verifica e di comunicazione messe in atto dall’INPS, che, sulla base di una discutibile interpretazione della normativa vigente, ha proceduto a revocare il congedo straordinario a numerosi lavoratori, incidendo, con un ritardo inaccettabile e con efficacia retroattiva, sulla vita di persone già duramente provate e non meritevoli di ulteriori privazioni: si tratta di permessi già concessi a questi lavoratori, da oltre un anno e mezzo, sulla base della legislazione previgente, la cui revoca – disposta per lettera dall’INPS – rischia di incrementare la situazione di crisi e di impoverimento reale in cui già versano molte delle famiglie coinvolte.
Fatto notare che i provvedimenti dell’INPS potrebbero, addirittura, incidere anche sulla contribuzione figurativa nel frattempo maturata da tali lavoratori, auspica che l’Esecutivo intervenga con la massima urgenza, al fine di tutelare la condizione economica e contribuiva dei soggetti coinvolti, evitando che la lentezza e l’inefficienza mostrate dall’INPS si ripercuotano negativamente su di essi, sotto forma di provvedimenti gravemente lesivi di diritti ormai acquisiti.

Giuliano CAZZOLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ricorda che il rappresentante del Governo, prima di esplicitare il proprio orientamento sull’atto di indirizzo in titolo, ha chiesto – come indicato dalla presidenza all’inizio della discussione – di poter svolgere i necessari approfondimenti sull’argomento, che auspica possano portare alla soluzione di una situazione di oggettivo disagio per i numerosi lavoratori coinvolti.

Rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.  

La seduta termina alle 11.55.

AVVERTENZA

Il seguente punto all’ordine del giorno non è stato trattato:  

COMITATO RISTRETTO

Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.

Ulteriore nuovo testo unificato C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. Poli. 4384 

SEDE CONSULTIVA

Martedì 4 dicembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 9.40.  

Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia» e di quelli da essi derivanti o loro sinonimi.

C. 5584, approvato dal Senato.

(Parere alla X Commissione).

(Esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.  

Donella MATTESINI (PD), relatore, fa notare che la XI Commissione deve esprimere il parere, per quanto di competenza, sulla 5584, recante nuove disposizioni in materia di utilizzo dei proposta di legge n. termini «cuoio», «pelle», «pelliccia» e di quelli da essi derivanti o loro sinonimi: il provvedimento in titolo, già approvato dal Senato in un testo composto da cinque articoli, ha l’obiettivo di aggiornare la legge, risalente ormai al 1966, relativa al settore della lavorazione dei citati prodotti, al fine di tutelare l’industria nazionale conciaria, che rappresenta un’eccellenza del tessuto produttivo italiano; il testo, peraltro, si propone anche di proteggere al meglio i diritti dei consumatori. Ricorda, infatti, che l’Italia ha una lunga tradizione in campo manifatturiero e artigianale, come dimostrano le numerose imprese di successo che sono presenti sul mercato internazionale: si tratta, a suo avviso, di un successo legato anche alla qualità di un prodotto in cui l’intervento umano è determinante. Fa presente, pertanto, che è anche questo il motivo per il quale nel provvedimento si dà il giusto rilievo all’aspetto del lavoro, sia sotto il profilo geografico sia sotto quello sanitario, posto che non pochi sono stati i casi di produzioni, provenienti dall’estero, originate da processi produttivi che non tenevano nella debita considerazione la salute del lavoratore.
Valutate, dunque, in termini positivi le finalità del provvedimento, segnala altresì che la X Commissione, competente in sede referente, ha rappresentato l’esigenza di assicurare una rapida conclusione dell’iter, tenuto conto del consenso unanime registratosi tra i gruppi, che potrebbe far maturare le condizioni per il suo trasferimento alla sede legislativa. Quanto al contenuto del provvedimento, fa poi presente che il progetto di legge in esame – al quale la Commissione di merito non ha apportato modifiche rispetto al testo approvato dal Senato – 1112 del 1966, ad oggi abroga le relative disposizioni presenti nella legge n. vigenti in materia, prevedendo una nuova definizione dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia», che vengono riservati soltanto a prodotti ottenuti da un certo tipo di lavorazione di spoglie di animali; oltre a dettare un divieto assoluto di mettere in commercio – con tali termini – prodotti diversi da quelli indicati, il progetto di legge prevede anche una forma di etichettatura dei prodotti ottenuti da lavorazioni in Paesi esteri, che utilizzano tali termini, con l’indicazione dello Stato di provenienza, introducendo anche sanzioni amministrative da 10.000 a 50.000 euro per chiunque violi le disposizioni di cui alla legge medesima.
Per quanto concerne le norme di più diretto interesse della Commissione, segnala l’articolo 2, che prevede, ai commi 1 e 2, l’obbligo del rispetto delle vigenti disposizioni a tutela della salute dei consumatori, dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente, con specifico riferimento ai prodotti ottenuti dalla lavorazione delle pelli da parte di imprese specializzate, secondo determinati modelli di lavorazione opportunamente certificati da enti all’uopo accreditati. Osserva, altresì, che il comma 3 del medesimo articolo offre la possibilità alle associazioni di consumatori, di produttori e di lavoratori, maggiormente rappresentative a livello nazionale, di riunirsi in consorzi, allo scopo di garantire l’origine geografica, la natura e la qualità dei prodotti.
In conclusione, preso atto del contenuto del   progetto di legge e dei profili di competenza della XI Commissione, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame.

Maria Grazia GATTI (PD), nel condividere le considerazioni svolte dal relatore, evidenzia come, ai fini di una crescita del settore, non vi sia solo la necessità di tracciare i prodotti provenienti dall’estero mediante un sistema di etichettatura, ma anche la più generale esigenza di regolare e certificare i processi interni di lavorazione dei materiali, attraverso una disciplina omogenea che valorizzi in pieno le produzioni di eccellenza di alcuni territori, tra cui cita quelli presenti in Toscana e, in particolare, nelle cosiddette «zone del cuoio» dei comprensori di Pisa e Valdarno. Concordando, pertanto, con l’esigenza di concludere quanto prima l’iter di un provvedimento lungamente atteso dagli operatori del settore, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta   di parere favorevole formulata dal relatore.

 

Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia.

C. 5569 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla IV Commissione).

(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazione).

La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.  

Teresa BELLANOVA (PD), relatore, fa presente che la XI Commissione è chiamata a esprimere il parere, per quanto di 5569, recante delega al Governo per la competenza, sul disegno di legge n. revisione dello strumento militare nazionale. Si tratta, a suo avviso, di un provvedimento di indubbia rilevanza – già approvato dal Senato a seguito di un lungo ed articolato iter, che ha condotto a incisivi e profondi interventi di modifica del testo – che conferisce al Governo una delega legislativa per il complessivo riordino dello strumento militare, con significative implicazioni sia sulla dotazione strumentale sia su quella organica del personale militare e civile preposto al medesimo settore: presso la IV Commissione (Difesa) della Camera, competente in sede referente, non sono stati approvati emendamenti, per cui il parere è richiesto dalla Commissione di merito sul medesimo testo trasmesso dal Senato. Fa notare, in proposito, che il provvedimento in esame si colloca nel solco delle riforme che il Parlamento, conferendo apposite deleghe al Governo, ha già approvato negli ultimi decenni, dalla ristrutturazione dei vertici militari, all’introduzione del servizio militare femminile, alla professionalizzazione delle Forze armate: proseguendo un cammino teso a riconfigurare nel suo complesso l’organizzazione della difesa (pur in un contesto di congiuntura economica sfavorevole), il testo si ripropone, pertanto, di avviare una profonda revisione dello strumento militare, al fine di produrre quelle necessarie innovazioni, anche di natura strutturale, idonee a rendere la spesa in questo settore più utile a garantire non solo difesa e sicurezza al Paese, ma anche sviluppo e crescita qualitativa. Fa presente, infatti, che il provvedimento in esame – pur presentando taluni elementi di criticità e di perplessità – può comunque rappresentare una positiva occasione per rivedere quella recente politica per il «comparto difesa», basata esclusivamente su tagli lineari che, senza alcuna azione di riqualificazione e razionalizzazione della spesa, non hanno nemmeno garantito risparmi effettivi, incidendo invece sensibilmente sull’efficienza e sulla capacità operativa delle Forze Armate: per tali motivi, ritiene che la posizione di responsabile collaborazione, che il Parlamento ha assunto rispetto all’azione del nuovo Governo, non possa prescindere dalla necessità di operare una riforma dello strumento militare nella consapevolezza che la congiuntura economica in atto non consentirà presumibilmente di incrementare il bilancio della Difesa, imponendo una riallocazione delle risorse, in coerenza con un indirizzo di politica economica ispirato ai principi del rigore, della crescita e dell’equità. Oltre alla razionalizzazione delle risorse, fa presente, peraltro, che il provvedimento in esame prefigura anche un’ampia ridefinizione dell’attuale assetto organizzativo – ivi compresa l’Arma dei carabinieri, limitatamente ai compiti militari – con l’obiettivo dichiarato di assicurare che lo strumento militare sia dimensionato in modo coerente con le risorse disponibili e che sia rispondente ai livelli qualitativi e operativi più elevati, nella prospettiva di una politica di difesa comune europea: in relazione a tale aspetto, con riguardo ai settori formativi comuni, ai fini dell’addestramento del personale militare e civile del Ministero della difesa, il provvedimento prevede che dovranno essere realizzate sinergie delle capacità didattiche in un’ottica interforze ovvero di contenimento dei costi.

Per quanto concerne le norme di più diretto interesse della   Commissione, segnala la parte del provvedimento (articolo 3) che, definendo i principi della delega di cui all’articolo 1, comma 1, lettere b) e c), prevede la riduzione delle dotazioni organiche del personale militare a 150.000 unità, nonché del personale civile del Ministero della difesa a 20.000 unità, da conseguire entro l’anno 2024, salvo proroghe.

Rileva in   particolare che, quanto al personale militare dirigente, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, sono fissati i limiti di organico, di 310 unità per gli ufficiali generali e ammiragli, da attuare in un arco temporale massimo di sei anni, e di 1.566 unità di colonnelli e capitani di vascello, da attuare in massimo dieci anni. Evidenzia, quindi, che per realizzare la riduzione del personale militare, il provvedimento affida ai decreti delegati la disciplina di diversi istituti che dovrebbero consentire un «esodo» non traumatico del personale, quali la possibilità di transito nelle aree funzionali del personale civile del Ministero della difesa o di altre amministrazioni (con corresponsione della differenza di trattamento economico), l’estensione delle riserve di posti nei concorsi per le assunzioni presso le amministrazioni pubbliche, le aziende speciali e le istituzioni degli enti locali, la revisione delle misure di agevolazione per il reinserimento nel mondo del lavoro dei volontari delle Forze armate congedati (prevedendo sia la partecipazione a corsi di formazione o di apprendistato, sia forme temporanee di sostegno al reddito), il riconoscimento ai volontari di truppa congedati dei titoli e requisiti minimi professionali e di formazione al fine di destinarli allo svolgimento di altre funzioni nell’ambito civile, l’estensione dell’istituto dell’aspettativa per riduzione di quadri. Rende noto, inoltre, che si prevedono forme di esenzione dal servizio, da disporre a domanda dell’interessato e previa valutazione da parte dell’amministrazione delle proprie esigenze funzionali, per consentire il transito presso altre pubbliche amministrazioni del personale militare in servizio permanente, prevedendosi a tal fine anche un piano di programmazione triennale scorrevole, correlato alle misure di riorganizzazione di strutture e funzioni, nonché di ruoli e profili, che sia informato prioritariamente al consenso degli interessati. Segnala, quindi, che altri criteri di delega riferiti al personale militare riguardano la revisione della disciplina concernete i ruoli e i profili di impiego, nonché il reclutamento, la formazione, lo stato giuridico e l’avanzamento del personale militare. Osserva, altresì, che al Senato è stato introdotto uno specifico principio di delega per introdurre misure di assistenza in favore delle famiglie dei militari, prioritariamente di quelli impegnati nelle missioni internazionali, nonché per favorire l’assegnazione in sedi limitrofe di coniugi entrambi dipendenti della Difesa.
Con riferimento al personale civile, fa notare che la riduzione   delle dotazioni organiche potrà avvenire anche con altri meccanismi, quali agevolazioni della mobilità interna, trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ricorso a forme di lavoro a distanza, trasferimenti presso altre pubbliche amministrazioni. Giudica importante, inoltre, notare che la delega dovrà comunque uniformarsi a principi e criteri direttivi volti all’adozione di piani di miglioramento individuale della professionalità, alla garanzia della continuità e dell’efficienza dell’azione amministrativa, nonché della funzionalità operativa delle strutture, anche attraverso la previsione, in via transitoria, fino al 31 dicembre 2024, di riserve di posti nei concorsi banditi per l’accesso alla qualifica di dirigente di seconda fascia e per la copertura dei posti di funzione dirigenziale generale. Infine, sempre con riguardo al personale civile, rileva che la delega consente, fermi restando i requisiti di accesso al beneficio previsti dalla legislazione vigente, interventi normativi volti a semplificare le procedure delle cause di servizio.

Rispetto al complesso degli interventi proposti   dal provvedimento, ritiene opportuno segnalare tre questioni di carattere generale, che rivestono una particolare importanza con riferimento alle materie di più stretta competenza della XI Commissione.

In primo luogo, segnala che la prevista introduzione di strumenti di gestione del personale (transiti tra amministrazioni, riserve di posti nei concorsi, riconoscimento di titoli da far valere per il passaggio all’ambito civile, e simili), finalizzati allo smaltimento degli esuberi in vista della riduzione degli organici, pone anzitutto il problema di verificare la coerenza di tali strumenti con le norme che regolano l’accesso lavorativo dei cittadini alle pubbliche amministrazioni e con la disciplina generale che sovrintende al pubblico impiego; in particolare, occorre – a suo avviso – valutare l’impatto effettivo di tali strumenti, che vengono configurati dal testo con carattere derogatorio rispetto alla legislazione vigente in tema di turn over e di criteri assunzionali nella Pubblica Amministrazione.

Analizzando, inoltre, la questione sotto il profilo della sensibile contrazione dei reclutamenti annuali con cui si dovrà ottenere la prevista riduzione delle dotazioni organiche del personale militare, evidenzia il rischio di creare forti situazioni di disagio occupazionale per un settore che, di norma, dopo la sospensione della leva obbligatoria, ha rappresentato la più significativa occasione di lavoro per giovani altamente qualificati e impegnati per la difesa e la sicurezza del Paese.
Infine, ritiene che si ponga un problema di rapporti giuridici tra taluni principi di delega (che, in qualche misura, sembrano prefigurare anche forme di «esodo» di tipo pensionistico) e il regolamento di armonizzazione del regime previdenziale del personale militare rispetto alla cosiddetta «riforma Fornero», già adottato dal Consiglio dei ministri ma non ancora trasmesso alle Camere per il prescritto parere. Al riguardo, infatti, segnala come la fase attuativa della delega di cui al disegno di legge in esame non potrà non tenere conto degli effetti che saranno prodotti dal citato regolamento, tra cui il previsto innalzamento dell’età pensionabile e l’introduzione di penalizzazioni per il pensionamento anticipato, che potrebbero influire in misura considerevole su un eventuale piano di smaltimento degli esuberi attraverso la «leva previdenziale».
Alla luce delle richiamate motivazioni, reputa importante che la Camera – nell’approvare definitivamente il provvedimento in esame, che riveste comunque un’importanza strategica per l’intero settore – richieda al Governo di farsi carico di non procedere all’adozione dei relativi decreti delegati se non dopo una approfondita valutazione degli effetti complessivi della riforma e, per quanto concerne la materia pensionistica, dopo avere verificato la coerenza dell’intervento normativo rispetto all’impianto che emergerà dal richiamato regolamento di armonizzazione previdenziale. A tal fine, peraltro, prospetta anche l’opportunità che l’attuazione della delega non intervenga nel periodo di scioglimento delle Camere, al fine di consentire alle competenti Commissioni – vista la delicatezza delle decisioni che il Governo dovrà assumere sulla materia – di esprimere un parere parlamentare consapevole ed effettivo.

Per le ragioni esposte, presenta una proposta di parere   favorevole con condizione e osservazioni sul disegno di legge in esame (vedi allegato 1).

Donella MATTESINI (PD) valuta positivamente l’intervento introduttivo svolto dal relatore, ritenendo opportuno approfondire la questione dell’uniformità delle regole di accesso alla Pubblica Amministrazione, meritevole, a suo avviso, di essere sottolineata con maggiore forza anche nella proposta di parere. In proposito, dopo avere ricordato che sulla materia il Governo ha adottato orientamenti che vanno nella direzione di una messa in discussione del posto di lavoro dei pubblici dipendenti, attraverso interventi che, a seguito di un percorso di mobilità, prevedono addirittura il licenziamento del lavoratore, giudica ancora più inaccettabile – considerati i richiamati interventi – introdurre, con il provvedimento in esame, deroghe così penetranti in favore del personale militare rispetto alla legislazione vigente in materia di rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Fatto notare che, proprio sull’argomento dei prospettati esuberi dei pubblici dipendenti, è previsto lo svolgimento in Commissione di audizioni importanti, non soltanto del Ministro Patroni Griffi, ma anche delle parti sindacali, auspica quindi che non si arrivi a soluzioni normative che pregiudichino l’efficienza della Pubblica Amministrazione. Per tali ragioni, ritiene che il suo orientamento sul disegno di legge approvato dal Senato non possa che essere l’astensione dal voto, salvo che il relatore, in vista di un miglioramento del testo, non accetti di trasformare in condizione anche l’osservazione recata dalla proposta di parere Pag. 160alla lettera a), rendendo maggiormente stringente il richiamo a valutare l’impatto del provvedimento sulle regole dell’accesso alle amministrazioni pubbliche.

Silvano MOFFA, presidente, alla luce dell’intervento appena svolto, invita il relatore a valutare concretamente il suggerimento di trasformare in condizione quanto è al momento contenuto nella prima osservazione della sua proposta di parere favorevole, in tal modo rafforzando l’esigenza di evitare inopportune deroghe alla normativa vigente in materia di accesso e mobilità nella Pubblica Amministrazione.

Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene che, in materia di pubblico impiego, siano emerse di recente tendenze contraddittorie nell’azione del Governo: da un lato, infatti, l’Esecutivo ha promosso l’individuazione di percorsi di esubero del personale pubblico, mentre dall’altro sembra propendere per soluzioni del tutto opposte in tema di uscita dal lavoro e collocamento in quiescenza, avendo adottato uno schema di regolamento – la cui procedura di approvazione è in corso di perfezionamento – che prevede il complessivo innalzamento dei requisiti anagrafici per il comparto difesa e sicurezza. Ritiene opportuno, pertanto, prevedere un maggiore coordinamento normativo su tali questioni, facendo notare che analoghe esigenze di armonizzazione appaiono sussistere anche in materia di validità dell’efficacia delle graduatorie dei pubblici concorsi (tema sul quale la XI Commissione ha da tempo «licenziato» per l’Assemblea una importante proposta di legge) e di stabilizzazione dei lavoratori precari, argomenti sui quali sono state prospettate – dai diversi soggetti competenti, inclusa la stessa Commissione – misure potenzialmente in conflitto con le disposizioni recate dal provvedimento in titolo, che sostanzialmente prevede di collocare parte del personale militare presso altre amministrazioni pubbliche, peraltro secondo modalità che introducono arbitrarie differenziazioni tra i diversi Corpi. Alla luce di tali considerazioni e valutate positivamente le considerazioni del relatore, volte proprio a porre l’accento su questi delicati aspetti, preannuncia, quindi, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata.

Giovanni PALADINI (Misto-DL), associandosi alle considerazioni svolte nel dibattito, ritiene che l’auspicato intervento di riforma dello strumento militare avrebbe dovuto essere intrapreso con altre modalità, più rispettose della vigente legislazione in materia di pubblico impiego. Fa notare che il Governo, al contrario, ha agito in modo approssimativo e disorganico, senza preoccuparsi di affrontare preventivamente talune altre importanti questioni, riguardanti, in particolare, sia il riordino delle carriere del personale già impiegato presso le Forze Armate e la regolamentazione delle relative dotazioni organiche, sia la problematica dell’ingresso nella Pubblica Amministrazione dei tanti vincitori di concorso da tempo in attesa di un’assunzione, penalizzati dal blocco del turn over imposto dai più recenti provvedimenti economici. Fa notare, quindi, che la mancata armonizzazione delle misure recate dal provvedimento in esame con le esigenze da lui ora prospettate (in ordine alle quali pendono in Parlamento importanti proposte di legge) rendono l’intervento in esame inadeguato e irrazionale, complicando ulteriormente la situazione del personale impiegato nel settore. Auspica, in conclusione che il relatore possa sottolineare con forza tali elementi di criticità nella sua proposta di parere, che andrebbe riformulata in vista di un complessivo miglioramento del testo.

Amalia SCHIRRU (PD) ritiene anzitutto importante modificare lo strumento militare, al fine di risolvere talune note problematiche del settore, relative, in particolare, alla determinazione degli organici, alla formazione del personale e alla trasparenza delle gestioni finanziarie. Giudica soprattutto essenziale una ristrutturazione dell’organizzazione militare, che conduca a un riequilibrio tra i ruoli apicali delle diverse aree, nell’ottica di un riallineamento delle funzioni, caratterizzato da una maggiore eguaglianza tra i lavoratori. Associandosi alle considerazioni svolte dal relatore, ritiene opportuno scongiurare il rischio dell’introduzione di deroghe alla normativa in materia di accesso alla Pubblica Amministrazione, facendo notare come la questione degli esuberi, piuttosto che lo svolgimento di concorsi esterni, sembrerebbe richiedere l’applicazione di strumenti già previsti dall’ordinamento, come la mobilità interna, eventualmente coadiuvata da percorsi di formazione specifica, che agevolino il passaggio da un’amministrazione all’altra. In conclusione, reputando che la proposta di parere con condizione e osservazioni formulata dal relatore miri ad evidenziare anche tali aspetti, preannuncia su di essa il voto favorevole del suo gruppo.

Teresa BELLANOVA (PD), relatore, ritenendo di poter condividere lo spirito dei suggerimenti emersi dal dibattito appena conclusosi, presenta una nuova versione della sua proposta di parere (vedi allegato 2), con la quale l’osservazione di cui alla lettera a) della proposta originariamente predisposta viene trasferita nell’ambito delle condizioni.

La Commissione approva, quindi, la nuova versione della proposta di parere favorevole con condizioni e osservazione, testé formulata dal relatore.

La seduta termina alle 10.15.

 

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 4 dicembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Luigi BOBBA indi del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.

La seduta comincia alle 14.05.

Proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).

Nomina n. 162.

(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione prosegue l’esame della proposta di nomina in titolo, rinviato da ultimo nella seduta del 28 novembre 2012.

Luigi BOBBA, presidente, ricorda che nella precedente seduta la Commissione non è stata in numero legale per deliberare. Comunica, pertanto, che si procederà immediatamente a una nuova votazione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore in ordine alla proposta di nomina in esame, avvertendo che – essendo la Commissione chiamata esclusivamente a ripetere la votazione dopo la mancanza del numero legale – in questa fase non saranno ammessi nuovi interventi per dichiarazione di voto.

Indìce, quindi, la votazione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Silvano MOFFA, presidente, comunica il risultato della votazione sulla proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).
26 Presenti   
25 Votanti   
1 Astenuti   
13 Maggioranza   
17 Hanno votato si   

8 Hanno votato no   

(La Commissione approva).

Hanno preso parte alla votazione i deputati:

Bellanova, Bobba, Boccuzzi, Bonino, Cazzola,    Codurelli, Damiano, Fabbri, Antonino Pag. 162Foti, Gatti, Giacomoni, Giammanco, Gnecchi, Madia, Mattesini, Meloni, Moffa, Mosca, Mottola, Pelino, Poli, Rampi, Saltamartini, Santori e Schirru.

Si è astenuto il deputato:

Miglioli.   

Silvano MOFFA, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

La seduta termina alle 14.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 4 dicembre 2012.  

L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.25 alle 14.35.  

 

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